GIANLUCA MODULO, Operazione Jugo-nostalgia- Pechino mette le mani anche sul mito di Tito—REPUBBLICA DEL 10 MAGGIO 2019, pag. 19

 

 

 

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Josip Broz, in cirillico: Јосип Броз, meglio noto come Tito (Тито) –(Kumrovec7 maggio 1892 – Lubiana4 maggio 1980), è stato un rivoluzionariopoliticomilitare e dittatorejugoslavo.

Croato di nascita, Tito aderì presto all’ideale comunista, frequentando molto l’Unione Sovietica. Durante la seconda guerra mondiale condusse la guerra partigiana contro l’occupazione tedesca, spesso in concerto con gli Alleati, che lo sostennero anche a guerra finita. Divenne dittatore della Jugoslavia, trasformata in uno stato federale, instaurando un regime comunista sui generis, con forti difformità dal comunismo sovietico in campo economico e anche riguardo ai rapporti con le autorità religiose. Ruppe con l’Unione Sovietica e si ritirò dal Patto di Varsavia, ponendosi poi a capo di un movimento di stati cosiddetti “non allineati“, cioè non appartenenti a nessuno dei due gruppi che si fronteggiavano durante la guerra fredda. Rimase a capo del governo jugoslavo fino alla morte.

Dopo la sua morte le tensioni tra le diverse etnie del paese, tenute represse grazie al suo “pugno di ferro”, riemersero violentemente ed esplosero nelle guerre degli anni novanta, che dissolsero la Jugoslavia in più nazioni

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il Maresciallo Tito ( a sinistra ) con Churchill  ed Anthony Eden, suo ministro degli Esteri

 

 

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Kumrovec è un comune croato dello Zagorje al confine con la Slovenia, bagnato dal fiume Sutla lungo il confine. Mentre il territorio comunale è abitato da 1.854 persone, il centro urbano conta appena 304 persone. Questo comune è famoso soprattutto per essere la città Natale di Josip Broz Tito.

 

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Scuola politica voluta dal maresciallo Tito

 

REPUBBLICA DEL 10 MAGGIO 2019 —pag. 19

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L’ex scuola politica del Maresciallo Tito a Kumrovec, Croazia

 

La storia

Nuovi comunisti

Operazione Jugo-nostalgia Pechino mette le mani anche sul mito di Tito

GIANLUCA MODOLO

 

Forse sarà solo un caso, ma l’offerta di acquisto è arrivata proprio il 7 maggio, giorno di nascita di Josip Broz Tito. Per 14 milioni di kune (1,9 milioni di euro) i cinesi della società immobiliare Zhongya si sono comprati la vecchia scuola politica voluta dal Maresciallo nella città croata di Kumrovec, dove l’ex presidente jugoslavo nacque nel 1892.

Inaugurata nel 1975 non lontana dalla casa natale di Tito — nel 1981, un anno dopo la morte del maresciallo, la scuola si spostò per ragioni di spazio nell’edificio attuale — da anni era in uno stato di totale abbandono: erbacce, finestre rotte, montagne di polvere e spazzatura hanno trasformato questo gioiello dell’architettura brutalista in un rudere. Quattro piani, quasi 6 mila metri quadrati l’uno con libreria, cinema, palestra, ristorante, bar e 145 camere da letto, ora l’edificio, secondo il progetto della società cinese, sarà trasformato in un mega albergo.

«Abbiamo un gran numero di persone che sono dei buoni comunisti, ma in termini di teoria sono deboli. Le basi del marxismo devono essere conosciute», disse Tito ai professori in visita alla scuola nel luglio 1976. E nei quindici anni che rimase aperta, furono 1500 gli allievi che qui venivano a lezione di socialismo.

L’ultimo direttore della scuola fu il croato Ivica Racan, poi diventato primo ministro tra il 2000 e il 2003. Dopo la chiusura nel 1990, la scuola passò al ministero della Difesa. L’anno successivo ospitò gli sfollati della città assediata di Vukovar. Ed era dal 2003 che lo Stato cercava di venderla.

A dare l’annuncio ai media locali è stato il presidente della regione di Krapina-Zagorje — dove si trova Kumrovec — Zeljko Kolar. Le istituzioni sperano infatti che la scuola, una volta rimessa a posto, porti nuovo turismo in una città che vede già, grazie al fenomeno della “Jugonostalgia”, 100 mila visitatori all’anno. Qui, in quello che all’epoca della nascita di Tito (7 maggio 1892, anche se lo stesso Maresciallo in proposito dava informazioni diverse sulla data esatta) era un piccolo villaggio sulla frontiera tra il Regno di Croazia e il Principato della Stiria governato dalla corona asburgica, ogni anno a maggio si ritrovano in migliaia per festeggiare il padre della Jugoslavia.

Ma l’acquisto dell’ex scuola politica fa parte di una più ampia e ben avviata avanzata del Dragone in una via della seta che coinvolge tutti i Balcani. È cinese, infatti, la ditta che sta costruendo il ponte di Sabbioncello: opera da 400 milioni di euro (finanziata all’85%dall’Ue) ma affidata alla China Road and Bridge Corporation e che dovrà unire Dubrovnik al resto della Croazia. In Bosnia, il mese scorso Sarajevo ha ottenuto da Pechino un prestito di 614 milioni per l’ammodernamento dell’impianto a carbone di Tuzla.

Ci sono accordi già firmati tra Cina e Serbia per 943 milioni per la ferrovia Belgrado-Budapest. Il Montenegro si è indebitato con la China Exim Bank per 809 milioni per costruire l’autostrada Bar-Belgrado. Nella capitale serba, il nuovo ponte sul Danubio, costato 170 milioni, è stato realizzato grazie al prestito (l’85%) sempre della cinese Exim Bank.

Nel 2014, a inaugurarlo era presente il premier cinese Li Keqiang. Tanto che in città, da quel momento, quello è diventato il “kineski most”: il ponte cinese.

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