Un amuleto egizio del Nano-Dio Bes nella collezione permanente del Museo dei bambini di Indianapolis.–The Children’s Museum of Indianapolis
9 maggio 2019
il dio egizio Horus, Louvre—Borislav
Amuleto
a-mu-lé-to o a-mu-lè-to
Un amuleto d’epoca abbaside recentemente rinvenuto a Gerusalemme. (foto Eliyahu Yanai/City of David Archives)-IX / X secolo
SIGNIFICATO:: Oggetto di piccole dimensioni a cui si attribuiscono virtù magiche positive
dal latino amuletum, di origine sconosciuta.
La storia di questa parola è piuttosto misteriosa – il che, va detto, si attaglia perfettamente al fascino magico dell’amuleto.Viene dal latino amuletum, ma quale sia l’etimologia ulteriore non si sa: qualcuno avanza che sia un derivato del verbo amoliri, che significa ‘scacciare, rimuovere‘, in evidente riferimento al male, ma tanti studiosi non sono persuasi. Sta di fatto che questa parola non giunge in italiano per via popolare, ma per via dotta, recuperato dal latino nel Cinquecento dopo che era stata perduta; e curiosamente proprio negli stessi anni è attestato anche in francese e in inglese – chissà com’è che è esplosa la moda in Europa.
Ad ogni modo l’amuleto è un oggetto, tendenzialmente di piccole dimensioni, che per superstizione si crede abbia virtù magiche positive, protettive, preservative. Per qualche secolo tale protezione è stata intesa in particolare contro i veleni (addirittura l’amuleto poteva essere un medicamento contro i veleni): ad esempio la prima apparizione del termine in un testo italiano è nel Della difesa della Comedia di Dante, di Jacopo Mazzoni (del 1587), che la evoca in una similitudine proprio in proposito («come di amuleto buono contra questo veleno»), ma ancora in dizionari della fine dell’Ottocento e del primo Novecento si può apprezzare questo riferimento al veleno. Oggi l’amuleto ha un respiro più generale, protegge dal male, lo previene, lo scaccia. Si potrebbe pensare che abbia preso lo stesso profilo del talismano, ma cercando di discernere le sfumature possiamo vedere che non è proprio così.
Pare il talismano abbia un che di più preciso, nei suoi poteri, di più definito in quel che fa; pare sia creato o riconosciuto in modo più rituale, tanto da portare spesso impressi dei segni a cui, almeno in parte, dovrebbe la sua magia. Il suo stesso suono è più scandito, le consonanti più distinte, la sua storia etimologica ci parla apertamente di magie e riti. L’amuleto invece sembra meno penetrabile. Non pare debba recare segni; sembra meno pretenzioso del talismano, e ha un suono più scuro, chiuso, ritorto in vocali tutte diverse. Forse l’amuleto è più discreto del talismano, magari perfino più potente. Ma sono impressioni di sfumature.
Divertente che fra le prime citazioni d’uso del termine, comunque, si trovino sempre quelle di Francesco Redi, risalenti al Seicento: chi è «inclinato a credere la virtù degli amuleti e di altre simili bagattelle» lo sbeffeggia, e gli amuleti con lui.
Gli amuleti e i più importanti talismani appartengono alla sfera magica dell’uomo, forse una risposta non scientifica al mondo grande e terribile in cui è immerso. Meglio non sottovalutarli e tenerseli buoni, visto che hanno resistito per tanti millenni.