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Dopo Torre Maura, Casal Bruciato: i ricatti dei fascisti, l’arrendevolezza delle istituzioni
08/05/2019, 13:44
«Vi tiriamo una bomba», «vi devono impiccare tutti», «ti stupro»: a distanza di un mese dai fatti di Torre Maura è questo il tenore dell’ennesima “protesta” di una periferia romana contro l’assegnazione di alloggi popolari a rom. Questa volta sotto i riflettori sono puntati su Casal Bruciato, periferia est della Capitale, dove una famiglia di 2 bosniaci rom con 12 figli nati in Italia ha preso possesso dell’alloggio popolare in via Sebastiano Satta, loro assegnato dal Comune per allontanarli dal campo La Barbuta. Dal pomeriggio del 6 maggio una trentina di residenti, tra i quali anche alcuni militanti di CasaPound, hanno dato vita ad un presidio che ha costretto i 14 nuovi residenti a barricarsi in casa per evitare aggressioni.
In solidarietà con i 14 nuovi residenti e per opporsi alla protesta pilotata dai movimenti di estrema destra, il giorno seguente diverse associazioni hanno organizzato un presidio antirazzista e antifascista in via Satta. Tra gli altri, anche l’associazione Ketane, con l’appoggio di Cittadinanza e Minoranze (info: cittadinanza.minoranze@gmail.com), hanno promosso «una turnazione di volontari per tenere compagnia durante la notte alla famiglia rom di Casal Bruciato, terrorizzata».
La legge e i soprusi
Oggi, i 14 legittimi assegnatari «fanno i conti con manifestazioni di odio e razzismo nei loro confronti», ma non è la prima volta per Casal Bruciato, ricorda un comunicato dell’Associazione 21 luglio: ad aprile un’altra famiglia anch’essa proveniente dalla baraccopoli La Barbuta «è stata contestata da militanti neofascisti. Dopo giorni di presidio da parte dell’estrema destra al grido “Prima gli italiani”, la famiglia ha scelto di tornare a vivere nella baraccopoli e lo ha fatto sotto gli occhi delle amministrazioni municipali e comunali che hanno consentito ai militanti di organizzare un presidio fisso senza autorizzazione e di inveire con slogan e minacce verso i componenti della famiglia».
Anche le 77 persone trasferite a Torre Maura, dopo una violenta mobilitazione neofascista, «sono state portate via, smistate e divise, e due di esse si sono viste costrette, con il consenso degli operatori comunali, a trasferirsi in due insediamenti della capitale».
Sono tutti casi, denuncia l’associazione, in cui «i militanti di estrema destra hanno dettato la linea delle assegnazioni delle case popolari sul territorio comunale organizzando manifestazioni non autorizzate, occupando suolo pubblico con minacce e azioni di forza». Sotto gli occhi impotenti di forze dell’ordine e istituzioni.
«A partire da Torre Maura, l’Amministrazione Comunale sembra aver definitivamente ceduto al ricatto dell’estrema destra, manifestando una profonda debolezza e mostrandosi accondiscendente, di fatto, alle pulsioni neofasciste». In tal senso, il ritorno delle famiglie nei campi rappresenta «il fallimento del disegno politico» di Roma Capitale in merito alla chiusura degli insediamenti.
«Associazione 21 luglio esprime profonda preoccupazione per quanto sta accadendo a Roma e ancora di più per l’arrendevolezza dell’Amministrazione Comunale davanti alla violenza di manifestazioni di stampo razzista e xenofobo. Chiediamo alla sindaca Raggi una cosa molto semplice: far rispettare le leggi, garantendo ad ogni cittadino, al di là della sua etnia, la tutela dei diritti fondamentali e lottando, senza mezzi termini e tentennamenti, contro ogni minaccia e sopruso.
ansa.it / 8 maggio 2019–TUTTE LE FOTO SONO DELL’ANSA
Virginia Raggi da famiglia rom a Casal Bruciato, insultata: ‘Hanno diritto alla casa, è la legge’
‘Buffona, vergognati’, urla al suo arrivo
Virginia Raggi contestata e insultata a Casal Bruciato per aver visitato la famiglia rom assegnataria di un appartamento popolare. “Buffona”, “non sei la nostra sindaca” e “vergognati”: con queste urla e insulti la sindaca di Roma è stata contestata da un gruppo di persone presenti sotto la casa popolare che ha suscitato la nuova protesta anti-nomadi. “Schifosa”, ha urlato una donna contro la prima cittadina.
“Buffona”, “non sei la nostra sindaca” e “vergognati”. Con queste urla e insulti la sindaca di Roma, arrivata a Casal Bruciato per visitare la famiglia di nomadi assegnataria di un appartamento popolare, è stata contestata da un gruppo di persone presenti sotto la casa popolare che ha suscitato la nuova protesta anti-nomadi. “Schifosa”, ha urlato una donna all’indirizzo della prima cittadina.
Irritazione Di Maio per l’iniziativa della Raggi – E’ stata accolta con una certa irritazione dal vicepremier Luigi Di Maio, a quanto apprende l’ANSA, l’iniziativa della sindaca di Roma Virginia Raggi di recarsi a Casal Bruciato per visitare la famiglia di nomadi assegnataria di un appartamento popolare. Prima si aiutano i romani, gli italiani, poi tutti gli altri, è il senso del ragionamento del leader M5S irritato – si apprende ancora – anche per la tempistica con cui la sindaca, in un giorno particolarmente importante per il M5S al governo, ha scelto di mettere in campo la sua iniziativa.
VIDEO ANSA– CIRCA 3 MINUTI
Anche in mattinata sotto allo stabile alcuni abitanti che hanno contestato la decisione del comune. Ieri le proteste hanno avuto una deriva razzista con frasi agghiaccianti, insulti e minacce rivolte ad una nomade e a sua figlia piccola che stavano rientrando a casa scortate dalla polizia.
“Rimaniamo qui, è casa nostra”: così il capofamiglia del nucleo di nomadi a cui è stata assegnata la casa popolare. “Stiamo dentro casa con mia moglie e mia figlia, ora valutiamo cosa fare. Oggi i bimbi non sono andati a scuola perché hanno paura di uscire. Alcuni di loro li abbiamo portati da una mia cugina perché avevano paura”, racconta.
La sindaca Virginia Raggi è poi uscita scortata dalla abitazione della famiglia nomade di Casal Bruciato bersagliata dalle proteste dei manifestanti.
“Vergogna”, “lercia” e altri pesanti insulti sessisti sono stati rivolti alla prima cittadina che a fatica ha raggiunto l’auto per andare via protetta dalle forze dell’ordine.
“Questa famiglia – ha detto la sindaca – risulta legittima assegnataria di un alloggio. Ha diritto di entrare e la legge si rispetta. Siamo andati a conoscerli e sono terrorizzati. Abbiamo avuto modo di far conoscere questa famiglia ad alcuni condomini. Chi insulta i bambini e minaccia di stuprare le donne forse dovrebbe farsi un esame di coscienza. Non è questa una società in cui si può continuare a vivere”.
“Siamo spaventati, speriamo di resistere“, ha detto al direttore della Caritas di Roma don Ambarus che li ha incontrati assieme alla sindaca. “Ci hanno detto che speravano iniziasse finalmente una nuova vita per loro dopo 20 anni nei campi. Stanno cercando di capire cosa succederà. Sperano di poter resistere“, ha detto Don Ambarus.
“Domani il Papa incontrerà il mondo dei rom, noi li abbiamo invitati la sera quando la chiesa di Roma incontrerà il Papa a San Giovanni. Non sappiamo se verranno ma sono stati molto onorati dell’invito. Ora sono molto spaventati“, ha detto uscendo dalla casa il vescovo ausiliare di Roma mons. Giampiero Palmieri.
DUE MANIFESTAZIONI A CASAL BRUCIATO – Esponendo uno striscione con il tricolore con su scritta la frase “Alcuni italiani non si arrendono” e’ iniziata la manifestazione di Casapound a Casal Bruciato. I manifestanti intonano cori come “il quartiere non vi vuole” e “basta casa ai rom”. Si trovano su un lato di piazza Balsamo Crivelli ‘chiusi’ tra sei blindati della polizia. A pochi metri di distanza si sta svolgendo la manifestazione antifascista. Tensioni a Casal Bruciato. Tutto è nato quando i manifestanti sono partiti per un corteo non autorizzato. Un blindato ha tentato di sbarrargli la strada e ora gli agenti schierati in tenuta antisommossa bloccano il passaggio dei manifestanti che cantano Bella Ciao.