NEMONEMO. CINELIBRI.IO BLOGGO.COM–22 SETTEMBRE 2017
L’archeologo Adam Lukaszewicz e i graffiti lasciati nella Valle dei Re
“””…< […] ‘La Valle dei Re era una meta turistica già nell’ antichità‘ spiega il professor Lukaszewicz al Times. ‘Come avviene oggi, spesso i turisti dell’epoca scrivevano il proprio nome sui luoghi che visitavano. Fra le oltre sessanta tombe di faraoni sepolti nell’ area dell’ antica Tebe, almeno dieci contengono iscrizioni fatte da antichi viaggiatori‘. […] il docente dell’università di Varsavia ha scoperto che fra gli autori, o deturpatori come li definiremmo adesso, c’erano filosofi dell’antica Grecia, compresi discepoli di Platone e membri della scuola dei Cinici, oltre a personaggi appartenenti alle alte gerarchie, prefetti e governatori, come è del resto immaginabile: visitare quei siti archeologici era riservato all’élite, non essendo stato ancora inventato il turismo di massa. […] Un po’ come certi graffitari odierni armati di bombolette spray, i visitatori dell’antichità non si limitavano a firmare con nome e cognome, lasciando anche messaggi. ‘Ho visitato questo posto e non mi è piaciuto per niente, tranne i sarcofaghi! ‘, scrive un antico ‘turista’ romano. ‘ Non riesco a decifrare i geroglifici’, si lamenta un altro. … Un terzo, evidentemente arrivato in seguito, sente il bisogno di commentare a sua volta:’ E cosa te ne importa se non riesci a leggere i geroglifici ? Non capisco di che ti preoccupi! ‘. Si potrebbe concludere che chat e post esistevano già, senza bisogno dei social network.
da Quei graffiti sui monumenti egizi. Trip Advisor dell’antichità di Enrico Franceschini, la Repubblica di Mercoledì 5 Luglio 2017