PAOLO ISOTTA (notizie in fondo), Quel “Mysterium” assoluto di Nino Rota. Non solo Fellini – Oltre alla simbiosi col cinema, il compositore eccelleva nella musica sinfonica- IL FATTO QUOTIDIANO DEL 20 APRILE 2019

 

 

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Nino Rota, all’anagrafe Giovanni Rota Rinaldi (Milano,  1911 – Roma,  1979), è stato un compositore italiano, tra i più influenti e prolifici della storia del cinema.

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IL FATTO QUOTIDIANO DEL 20 APRILE 2019

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sabato 20/04/2019

Quel “Mysterium” assoluto di Nino Rota

Non solo Fellini – Oltre alla simbiosi col cinema, il compositore eccelleva nella musica sinfonica

Quel “Mysterium” assoluto di Nino Rota

Ho promesso un secondo articolo dedicato a Nino Rota in occasione dei quarant’anni che ci ha lasciato. Il primo era dedicato al grande compositore per film e alla sua simbiosi con Fellini. Adesso debbo parlare del compositore “assoluto”.

Il suo catalogo è immenso perché egli era tanto portato alla musica da non poter stare senza comporre; e la sua dottrina era pari al suo genio. Il lato brillante era in lui pur presente: ha scritto una deliziosa Operetta, Il cappello di paglia di Firenze. Ma soprattutto musica sinfonica, della quale un Balletto di surrealismo metafisico concepito per Maurice Béjart, Le Molière imaginaire, che tuttora lascia attoniti per il senso della pura bellezza.

La sua cultura fuor della musica: aveva del mondo classico, quindi del Latino e del Greco, una conoscenza da filologo: e il suo sodalizio col poeta Vinci Verginelli sulla comune passione greco-latina si basava. Verginelli gli stese il testo de La vita di Maria, un Oratorio battezzato nel settembre 1970: ero presente alla prima esecuzione, diretta dall’Autore. Nel 1962 era nato un altro “Oratorio”, pel quale Verginelli aveva scelto testi scritturali, intitolato Mysterium. Opera ferrigna e severa, nella quale mai riconosceresti la mano del grottesco fratello di Fellini.

Ho perplessità sull’attribuzione del Mysterium al “genere” dell’Oratorio. Gli storici della musica per “Oratorio” intendono solitamente un’Azione la quale, a differenza di quelle del teatro musicale, non venga rappresentata e venga proiettata su di un teatro ideale. Così il Mysterium, nel quale narrazione non v’è ma solo contemplazione di verità di fede e del messaggio evangelico, è piuttosto ascrivibile alla forma della Cantata.

La distinzione conta meno del giudizio estetico su questo capolavoro. Suddiviso in sette parti e facente spazio anche al coro infantile al quale la chiusa estatica è affidata, esso s’apre sulla cupa terribilità dell’annuncio “In principio erat Verbum” sottolineato da “ostinati” orchestrali e figure a ritmo puntato. Su “Et ego resuscitabo eum in novissimo die”, fanfare appaiono una citazione del Requiem di Berlioz.

Il modello del Mysterium sembra essere la Sinfonia di Salmi di Stravinskij, una delle più belle opere del Maestro russo; Rota se ne discosta per il suo fare spazio al quartetto vocale e per una ricerca ritmica che rende difficoltosa l’esecuzione della partitura. Vi sono sezioni nelle quali a ogni battuta l’indicazione di tempo muta e i ritmi asimmetrici abbondano. In più, il Mysterium è radicato in una dottrina contrappuntistica altissima, celata dietro l’eloquio evangelico percepibile.

L’orchestrazione era un altro dei doni posseduti dal compositore; sicché la vasta orchestra con i legni a tre produce sonorità magmatiche rinserrate nel grave e altre eteree alle quali apporta colore chiaro l’arpa. Il “Veni sancte Spiritus” finale si chiude sopra una lievissima dissonanza. Nel Novecento, metterei accanto al Mysterium solo i Salmi di Florent Schmitt e Albert Roussel.

 

 

 

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Paolo Isotta (Napoli, 1950) ha insegnato dal 1971 al 1994 Storia della Musica nei Conservatori di Torino e Napoli. Dal 1974 ha esercitato la critica musicale: per cinque anni al «Giornale» e trentacinque al «Corriere della Sera». A ottobre del 2015 ha abbandonato quest’attività per dedicarsi allo studio, alla lettura e a comporre libri che gli diano l’illusione di scrivere qualcosa di meno effimero di articoli giornalistici.

LA LISTA DELLE SUE OPERE E’ ENORME…http://www.paoloisotta.it/

 

A settembre 2017 gli è stato attribuito il Premio Isaiah Berlin alla carriera. Fuori della musica le sue passioni sono la letteratura latina, con Lucrezio, Virgilio, Livio e Tacito al vertice, la storia romana, Petrarca, Gibbon, Manzoni, Leopardi, D’Annunzio, Flaubert, Pirandello,  il teatro classico in lingua napoletana e i film di Totò. È iscritto al Partito radicale e all’associazione Luca Coscioni.

 

 
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