Jean-Auguste-Dominique Ingres, Autoritratto (1806); olio su tela, 77 × 64 cm, Musée Condé.
Jean-Auguste-Dominique Ingres (Montauban 1780 – Parigi, 1867) è stato un pittore francese, considerato uno dei maggiori esponenti della pittura neoclassica.
Vale ricordare l’importanza che i Canti di Ossian hanno avuto nella formazione della sensibilità del movimento Sturm und Drang ( letteralmente: ” Impeto e Assalto ” ); in Italia si parla più comunemente di PREROMANTICISMO–per esempio, prima del Foscolo, le poesie di Alessandro Verri
Entusiasti lettori di MacPherson furono Ugo Foscolo e Johann Wolfgang Goethe. Quest’ultimo, infatti, dedica un ampio brano del suo romanzo giovanile I dolori del giovane Werther proprio a un canto di Ossian. In Inghilterra, il giovane Walter Scott.
Il poema ha anche esercitato un’influenza sul prosperare della Musica romantica, e Franz Schubert in particolare ha composto Lieder usando l’ambientazione di poemi ossianici.
Sull’autenticita’ dei testi, Thomson (1952) scoprì che Macpherson in effetti aveva raccolto ballate ossianiche gaeliche scozzesi, ma le aveva adattate alla sensibilità contemporanea modificando i personaggi originali e le idee, e aveva introdotto una grande quantità del proprio materiale.
https://it.wikipedia.org/wiki/Ossian
Ritratto di Ossian, 1760 —
-pittore danese, nasce e muore a Copenhagen (1743-1809)
lo spirito di Culmino appare a sua madre, dai Canti di Ossian
Fingal vede i fantasmi dei suoi antenati al chiaro di luna . 1778. Nicolai Abildgaard (1743-1809)
L’incubo — Nicolai Abildgaard
«Posan gli eroi, tace la piaggia. Al suono D’alpestre rio, sotto l’antica pianta Giace Conallo: una muscosa pietra Sostiengli il capo. Della notte udia Stridula acuta cigolar la voce Per la piaggia del Lena; ei dai guerrieri Giace lontan, che non temea nemici Il figlio della spada. Entro la calma Del suo riposo, egli spiccar dal monte Vide di foco un rosseggiante rivo.» |
(Poesie di Ossian, James Macpherson) – incipit Canto II, trad. Melchiorre Cesarotti |
https://it.wikipedia.org/wiki/Canti_di_Ossian
Dall’incipit del libro:
Arto, supremo re d’Irlanda, essendo venuto a morte, ebbe per successore Cormac suo figliuolo rimasto in minorità. Cucullino, figliuolo di Semo, signore dell’isola della nebbia, una delle Ebridi, ritrovandosi a quel tempo in Ulster, ed essendo rinomatissimo per le sue grandi imprese, fu in un’assemblea di regoli, e capi delle tribù radunate per quest’oggetto a Temora, palagio del re d’Irlanda, eletto unanimemente custode del giovine re. Non avea governato a lungo gli affari di Colmac, quando fu recata la novella che Svarano, figlio di Starno, re di Loclin, o sia della Scandinavia, avea disegnato d’invader l’Irlanda. Cucullino, a tal nuova spedì tosto Munan figliuolo di Stirmal, guerriero irlandese, a Fingal, re o capo di quej Caledonj, che abitavano la costa occidentale della Scozia, per implorarne soccorso. Fingal mosso non meno da un principio di generosità, che dall’affinità che passava tra lui e la famiglia regale d’Irlanda, risolse di far una spedizione in quel paese: ma prima ch’egli arrivasse, il nemico era già approdato ad Ulster. Cucullino, in questo frattempo aveva raccolto il fiore delle tribù a Tura, castello di Ulster,e mandati scorridori lungo la costa, perchè gli dessero pronte notizie dell’arrivo del nemico. Tal è lo stato degli affari, quando il poema comincia. L’azione del poema non comprende che cinque giorni, e cinque notti. La scena è nella pianura di Lena, presso una montagna chiamata Cromla, sulla costa di Ulster.
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Sull’opera: “Il sogno di Ossian” è un dipinto di Ingres realizzato con tecnica a olio su tela nel 1813 (rimaneggiato nel 1841 da R. Balze, sotto indicazioni dello stesso artista, ma non portato a termine), misura 348 x 275 cm. ed è custodito nel Musée Ingres a Montauban.
L’opera fu commissionata nel 1811 per la decorazione del soffitto della camera da letto di Napoleone nel palazzo del Quirinale a Roma, dove venne ubicata, allora in forma ovale (ancora adesso visibile nella zona in basso a sinistra), tra quattro rilievi di Alvarez, un condiscepolo di Ingres nella bottega di David (Jaques-Louis David, Parigi 1748 – Bruxelles, 1825).
Il pittore, riottenendolo nel 1835 tramite acquisto, lo inviò a Parigi, e nel 1867 – anno della sua morte – lo lego al museo che oggi porta il suo nome.
Con il consenso e sotto la supervisione dello stesso Ingres la tela fu rielaborata da R. Balze, che non riuscì a portare a compimento l’importante compito, peraltro protrattosi – probabilmente – oltre il 1841.
— descrizione del quadro
Nel dipinto è rappresentato il bardo Ossian, addormentato sulla sua lira e sognante, contro lo sfondo di una frastagliata e scoscesa scogliera, appena illuminata dalla luce della luna, oltre cui si estende il mare, di un blu intenso e profondo.
Dalla sua mente, e sopra il suo capo riverso sulla lira, prende forma il sogno, la cui irrealtà è resa dalla pallida luce lunare e dalla monocromia propria del vagheggiamento, che assume una dimensione altamente onirica, ove si materializzano gli eroi dei suoi poemi, poggiati su un’eterea costruzione di nuvole: il figlio Oscar e l’amante di lui Malvina, che guida il cantore celtico nel regno della morte ed in quello dei sogni, e ancora si distinguono i guerrieri ed il re delle Nevi, con le proprie figlie che suonano l’arpa, in una vista che sfuma tenuamente e si perde all’infinito.