Marianne
Amantine Aurore Lucile Dupin, baronessa Dudevant, nota con lo pseudonimo di George Sand (1804-1876), è la più famosa scrittrice francese dell’Ottocento. Amante di Alfred de Musset e di Frédéric Chopin, per il suo carattere libero, coraggioso e indipendente suscitò scandalo nella società borghese del Secondo Impero. Giornalista, autrice di novelle, drammi, testi politici, autobiografici e saggi di critica letteraria, nonché di un imponente epistolario, ha scritto più di settanta romanzi. Fra i più noti, ‘Indiana’, ‘La Mare au diable’, ‘François le Champi’, ‘La Petite Fadette’, ‘Consuelo’ continuano ancora a essere tradotti e stampati in tutto il mondo. Penultimo romanzo di George Sand, ‘Marianne’ è tradotto in italiano da Elisabetta Parri. Con il saggio introduttivo “Marianne a Nohant (1875-1876)” di Marco Catucci.
La casa di George Sand a Nohant—Manfred Heyde, opera propria
Une maison en héritage.
Construite à la fin du XVIIIe siècle, cette maison de maître et ses dépendances sont acquises par Madame Dupin de Francueil, grand-mère paternelle de George Sand.
IL FATTO QUOTIDIANO DEL 24 MARZO 2019
George Sand, la più amata dai francesi (e da Flaubert)
Esce in Italia “Marianne”, penultimo libro dell’autrice
“Marianne mi ha commosso profondamente e due o tre volte ho pianto”.Era la sera del 18 febbraio 1876, un venerdì, quando Gustave Flaubert confidò a George Sand il suo apprezzamento per il libro che la scrittrice francese gli aveva inviato. L’autore di Madame Bovary lo aveva letto tutto d’un fiato, poco dopo avere concluso la stesura della sua Légende de saint Julien l’Hospitalier.
Penultimo romanzo di Amantine Aurore Lucile Dupin, universalmente nota come George Sand (1804-1876), e orchestrato sullo sfondo campestre della Nohant cara alla scrittrice, che vi aveva trascorso giorni sereni accanto a Fryderyk Chopin, Marianne, un piccolo capolavoro, non era mai stato tradotto in italiano. Esce adesso nella versione di Elisabetta Parri, nella collana Biblioteca del Vascello dell’editore Robin. C’è anche un prezioso saggio introduttivo di Marco Catucci, che ricostruisce gli ultimi due anni di vita della Sand a Nohant, nel cuore del Berry, dove aveva ambientato peraltro uno dei suoi successi, La mare au diable (La palude del diavolo).
ALFRED DE MUSSET
Il romanzo amato dal grande Flaubert, che ha al centro una figura di giovane donna libera e profondamente legata alla natura, Marianne Chevreuse per l’appunto, inizialmente era stato pubblicato nel 1875 sulla Revue des Deux Mondes. Ottenne subito il consenso della critica, in ogni caso, quella delicata vicenda d’amore fra la protagonista, che vive in solitudine in una fattoria in cui ha creato un giardino straordinario, e il suo padrino Pierre, un uomo disilluso; un amore, il loro, che sboccia soltanto grazie alla forza e alla volontà di Marianne. La rivista The Athenaeum, come rammenta Catucci nell’introduzione, affermò che era “piena di carattere, e soltanto il più grande degli scrittori può sviluppare un carattere in storie che non raggiungono le cento pagine”. E Flaubert, nella lettera citata alla Sand, aggiunse: “Certe pagine mi sembrano frammenti delle mie memorie, supponendo che avessi il talento di scriverle in tal modo! Come tutto ciò è incantevole, poetico e pieno di vita!… Marianne mi ha letteralmente incantato”.
COLETTE
Quasi alla vigilia della morte, nella “chambre bleue” della sua villa di Nohant, la Sand aveva affidato a Marianne una sorta di testamento spirituale, facendo dire al personaggio: “Sai, Pierre, la natura è come l’amore. È lì, dentro al cuore, e non bisogna parlarne troppo, altrimenti si sminuisce sempre ciò che si vuole descrivere”. Dopo tanti amori e tante passioni travolgenti, da Chopin ad Alfred de Musset, affidava come musicalmente a un “pianissimo” quell’ultimo frammento amoroso, quella storia della sua Marianne.
Donna e intellettuale coraggiosa e anticonformista, socialista, che suscitò grandi scandali nella Francia borghese del Secondo Impero bonapartista, negli ultimi tempi della sua esistenza George Sand si era votata soprattutto alla natura e alle scienze naturali. Al poeta Charles Poncy, al quale dedicò il romanzo, scrisse: “Sono contenta che Marianne vi piaccia. Si piantano impunemente dei chiodi nei vecchi alberi. Al tempo in cui occorrono le avventure di Marianne, i ceppi di tal genere erano così abbondanti nei cespugli che non si faceva caso ve ne fosse uno di più o di meno. Ma ho visto resistere così a lungo questi alberi con chiodi o cardini che credo non soffrissero affatto”.
George Sand morì a Nohant alle nove e mezzo del mattino: era l’8 giugno del 1876. Due giorni dopo si celebrarono i funerali. “C’è anche Flaubert”, racconta Catucci, che, due settimane dopo, da Croisset, scrive a un vecchio amico: “Mi è sembrato che seppellissi mia madre una seconda volta”. La pubblicazione della traduzione italiana di Marianne, ora, colma un vuoto che esisteva. E, nello stesso tempo, conferma che la fortuna editoriale della scrittrice francese non è per niente tramontata. I suoi libri, da Indiana a La piccola Fadette e Consuelo, continuano a essere tradotti e a essere stampati, e letti, in tutto il mondo.
MASSIMO NOVELLI
Scrittore e giornalista. Scrive per Il Fatto Quotidiano, Il Mattino di Napoli, Il Reportage. Prima per Repubblica ( notizie dal suo Facebook)
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