ANSA.IT — LIBIA — 7 APRILE 2019 –ORE 21,04
Raid incrociati in Libia, a vuoto l’appello dell’Onu per due ore di tregua
Gli Usa si ritirano. Conte: bisogna evitare la guerra civile
Non è stata rispettata la tregua umanitaria di due ore chiesta per questo pomeriggio dall’Unsmil, la missione di supporto dell’Onu in Libia, per evacuare feriti e civili da quattro zone dove ci sono combattimenti a sud di Tripoli. Lo riferisce la Mezzaluna rossa come scrive un tweet di Al Hadath, tv della rete Al Arabiya. “Le parti che si stanno scontrando non hanno rispettato la tregua chiesta dalle Nazioni Unite”, scrive il tweet.
Conte ha dato la disponibilità a svolgere un’informativa urgente sui recenti accadimenti in Libia nella seduta dì giovedì 11 aprile, alle ore 15. Lo si apprende da fonti parlamentari
Le milizie filo-Sarraj sostengono di aver ripreso il controllo dell’aeroporto internazionale di Tripoli, quello chiuso dal 2014 e situato a sud della capitale, che era stato preso o almeno ‘infiltrato’ per due volte da uomini dell’Esercito nazionale libico del generale Khalifa Haftar. L’affermazione è contenuta in un resoconto di dichiarazioni del nuovo portavoce delle Forze del Governo di accordo nazionale, colonnello Mohamad Gnounou, postate sulla pagina Facebook dell’ufficio stampa dell’esecutivo.
Raid incrociati a Tripoli. Aerei delle forze del governo di accordo nazionale avrebbero lanciato missili contro le postazioni dell’esercito del generale Khalifa Haftar (Lna) nella zona dell’aeroporto internazionale di Tripoli (chiuso nel 2014) e a Wadi Rabea. Ne dà notizia il Libya Observer sulla sua pagina Twitter. Sempre secondo il giornale, le forze di Haftar a loro volta hanno condotto un bombardamento aereo a Naqliya camp sulla strada dell’aeroporto, senza causare vittime. Fonti locali hanno parlato anche di raid aerei in mattinata nell’area di Ain Zhara.
“Missili”, o quanto meno razzi “Grad” sono stati piazzati dalle forze del generale Khalifa Haftar a Garian, un’ottantina di chilometri in linea d’aria a sud del centro di Tripoli e hanno già colpito. Lo riferiscono due fonti e un sito libico. “Haftar ha piazzato una batteria di missili a Garian e ieri sera è già morta una donna a Wadi el Rabie”, ha detto all’ANSA una fonte da Tripoli. Un video con il lancio di “missili Grad” è stato diffuso con un tweet dall’emittente Libya Alahrar Tv.
Il premier libico riconosciuto Fayez al Sarraj ha accusato il generale Khalifa Haftar di “tradimento” in un discorso televisivo sabato. Lo riferisce Al Jazeera.
“Abbiamo steso le nostre mani verso la pace – ha detto al-Sarraj – ma dopo l’aggressione da parte delle forze di Haftar e la sua dichiarazione di guerra contro le nostre città e la nostra capitale non troverà nient’altro che forza e fermezza”.
Il paese è intanto nel caos: le forze di Haftar hanno annunciato di aver decretato una no-fly zone ad ovest. Scontri a 12 km da Tripoli. Le forze del governo provvisorio di Sarraj rivendicano la riconquista dell’aeroporto, ma la notizia viene smentita dall’esercito di Haftar. Preoccupazione Onu.
“Il bilancio degli scontri alla periferia di Tripoli è arrivato finora a 21 morti e 27 feriti”: scrive il sito Alwasat citando il portavoce del ministero della Sanità, Amin Mohamed Al Hashmi, il quale ha precisato che fra le vittime ci sono “un medico, un assistente medico” e due altri civili. Sabato sera l’Esercito nazionale libico del generale Khalifa Haftar aveva annunciato che, dall’inizio degli scontri, quindi in due giorni, aveva perso 14 militari.
Libia, scontri a un passo da Tripoli:: VIDEO NEL LINK DELL’ ANSA ALL’INIZIO DELL’ARTICOLO
Oltre 70 combattenti provenienti dalla Libia orientale (definiti invasori) appartenenti alle forze del generale Haftar sono stati arrestati sabato durante gli scontri armati tra forze del governo di Tripoli e quelle di Haftar nel distretto di Sawani e nei pressi dell’aeroporto internazionale di Tripoli. Lo rende noto il Lybia Observer sulla propria pagina Twitter. Haftar aveva ribadito che, nonostante proclami contrari di un ministro di Sarraj, controlla l’aeroporto internazionale, quello chiuso dal 2014 e situato a circa 25 km in linea d’aria a sud del centro.
Il premier libico Fayez al-Sarraj ha presentato all’ambasciatrice francese in Libia, Béatrice du Hellen, una “forte protesta”, accusando Parigi di sostenere la brigata del generale Khalifa Haftar. E’ quanto riferisce Al Jazeera, che cita una fonte ufficiale del governo libico. La stessa fonte ha sottolineato che Serraj ha chiesto formalmente all’ambasciatrice di riferire la sua protesta al suo governo e al presidente francese, Emmanuel Macron.