LIMES ONLINE, LE NOTIZIE GEOPOLITICHE DEL 4 APRILE 2019 ::: LIBIA — IL SENSO DELLA NATO—MIT E CINA —FILIPPINE — LONDRA NEL BALTICO

 

LIMES ONLINE –APPUNTAMENTI DEL 4 APRILE 2019

http://www.limesonline.com/notizie-mondo-oggi-4-aprile-70-anni-fondazione-nato-libia-mit-huawei/111892

 

 

LE NOTIZIE GEOPOLITICHE DEL 4 APRILE—

di Federico Petroni

 

IL FRONTE DELLA LIBIA

L’Esercito nazionale libico fedele al generale Haftar ha conquistato Gharyan, nella Libia occidentale a un centinaio di chilometri da Tripoli. In seguito, l’uomo forte della Cirenaica ha ordinato ai suoi di avanzare verso la capitale e di occuparla.

Perché conta: Potremmo essere di fronte alla resa dei conti fra le forze che si contendono il controllo della Libia. Le truppe di Haftar hanno di recente lanciato un’offensiva a sud e da lì stanno risalendo lunga la principale strada che collega Tripolitania e Fezzan. Inizialmente sembrava che le milizie non avrebbero proseguito, essendo piuttosto sovraestese. Tuttavia, il calcolo pare essere mutato. Il generale punta evidentemente non ad aggiustare la propria posizione negoziale nell’imminente conferenza nazionale indetta dall’Onu. Ma a ribaltare del tutto i rapporti di forza, potenzialmente rendendo inutile l’iniziativa stessa delle Nazioni Unite. Per l’Italia, la capitolazione del governo di Fayez al-Serraj a Tripoli sarebbe un grave colpo diplomatico. Haftar è sostenuto da Emirati, Egitto e (surrettiziamente) Francia.

Per approfondireQuale ex Libia ci conviene?

 

 

IL SENSO DELLA NATO

In occasione delle celebrazioni per i 70 anni dalla fondazione della Nato, il vicepresidente Usa Mike Pence ha sferzato Germania e Turchia, la prima per il gasdotto Nord Stream 2 con la Russia e per l’insufficiente spesa militare e la seconda per l’acquisto delle difese antimissile S-400 da Mosca.

Perché conta: Le dichiarazioni di Pence non vanno lette come rimprovero agli alleati per la loro apertura al nemico federatore russo. Sono piuttosto volte a ribadire quei due paesi in posizione subalterna. Quindi interpretabili come moniti a potenziali rivali. Perché è così che gli Stati Uniti considerano Berlino e Ankara, a dispetto delle apparenze: attori capaci nel lungo periodo di coltivare ambizioni egemoniche nei rispettivi intorni geografici e i cui interessi strategici stanno iniziando a divergere rispetto a quelli di Washington. La Nato va dunque considerata come funzionale a tenere sotto, oltre ai tedeschi come da tradizione, anche i turchi.

Per approfondireLa strategia segreta della Nato


MIT E CINA

Il Massachussets Institute of Technology, una delle più prestigiose università d’America, non rinnoverà i contratti né ne siglerà di nuovi con le aziende cinesi Huawei e Zte.

Perché conta: L’istituto si unisce ad altre università, quella del Minnesota, Stanford e Berkeley, che hanno bandito le due imprese tecnologiche della Repubblica Popolare, accusate dalle autorità Usa di costituire una minaccia per la sicurezza nazionale. Il provvedimento rileva non tanto perché alla pressione contro Huawei si aggiunge un côté accademico, ma perché rientra in un aspetto diverso, più strisciante, dello scontro Usa-Cina: quello sull’uso strategico della ricerca. Washington intende impedire a Pechino di far leva sui propri studenti all’estero, sugli scambi fra ricercatori, sulla partecipazione a progetti scientifici in aree sensibili per colmare il divario tecnologico con il Numero Uno e carpire segreti al complesso militare-industriale americano.  L’allargamento del concetto di sicurezza nazionale alla ricerca comporterà una nazionalizzazione di quest’ultima e rimpicciolirà la tradizionale apertura del mondo scientifico.

Per approfondireGeopolitica della protezione

 

 

FILIPPINE

Manila ha condannato come illegale la presenza di circa 200 pescherecci cinesi nei pressi delle acque di Pagasa, piccola isola del Mar Cinese Meridionale controllata dalle Filippine ma rivendicata da Pechino.

Perché conta: L’arcipelago accusa la Repubblica Popolare di impiegare queste imbarcazioni a scopo strategico per minare la sovranità filippina. Non senza ragione, perché in passato i mercantili sono stati coinvolti in scontri violenti. Enfatizzare la minaccia cinese serve anche a estrarre maggiore protezione dagli Stati Uniti, che di recente hanno esteso al mare l’obbligo di difendere l’arcipelago in caso di attacco. Washington ha tutto l’interesse ad aumentare la presenza militare nelle Filippine: i soli transiti navali nelle acque vicine alla Cina non bastano come deterrente contro l’assertività di Pechino. Pertanto, gli Usa stanno negoziando (per ora senza successo) lo schieramento di artiglieria nella nazione insulare per tenere sotto scacco le attività della Repubblica Popolare nelle Spratly.

Per approfondireGeopolitica dei mari cinesi


 

 

LONDRA NEL BALTICO

Il governo britannico ha annunciato l’invio di una missione militare di 2 mila unità nel Mar Baltico entro maggio per condurre esercitazioni con alcune delle nazioni rivierasche.

Perché conta: Si tratta della prima missione operativa della Joint Expeditionary Force, l’iniziativa militare esterna alla Nato, ma da essa benedetta, centrata sul Regno Unito e di cui fanno parte Paesi Bassi, Svezia, Norvegia, Finlandia, Danimarca, Estonia, Lettonia e Lituania. Molto più della sua consistenza bellica, rileva la sua dimensione strategica. Londra intende farne uno strumento per ribadire la propria centralità nella difesa del Vecchio Continente e pertanto si nutrirà abbondantemente della retorica sull’aggressività della Russia. In tempi di Brexit è essenziale per i britannici recuperare tradizionali sfere d’influenze, fra cui appunto l’Europa nordica, con la non insignificante aggiunta dell’Olanda. Da notare la quasi totale coincidenza fra i membri della Jef e quelli della Nuova lega anseatica, coalizione interna all’Ue, dedita a temi finanziario-monetari e nata esplicitamente come reazione al Brexit.

Per approfondireLa Lega del Nord

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