L’AMACA
IL GRUPPO DI RETROGRAD
Michele Serra
L’adunata “pro-famiglia” di Verona (dopo un tour mondiale nei Paesi più reazionari di Occidente: il famoso Gruppo di Retrograd) sarebbe un poco meno sgradevole se almeno non accampasse, come pretesto, un presunto «attacco alla famiglia tradizionale». Esistono forse, nel mondo, leggi contrarie al matrimonio tra maschio e femmina? Donne che vorrebbero partorire sono costrette da leggi scellerate ad abortire? Esiste l’eterofobia? Qualcosa di legale o di politico o di culturale è di ostacolo alla diffusissima pratica di sposare un maschio se si è femmina, una femmina se si è maschio, e fare figli a piacimento? Esistono discriminazioni o penalizzazioni o semplici pregiudizi contro la famiglia eterosessuale, o contro «le mamme» e «i papà» onnipresenti nei tweet di Salvini? La risposta, ovviamente, è no. Non esiste nulla, proprio nulla che impedisca alla vastissima maggioranza eterosessuale di vivere e accoppiarsi e figliare come preferisce. Dunque, «la difesa della famiglia tradizionale» è solo un espediente ipocrita per non manifestare apertamente il proprio odio – è la parola giusta – per ogni comportamento di minoranza. Banalmente: è accaduto che la persecuzione aperta degli omosessuali e delle donne costrette a interrompere la gravidanza non possa più avere luogo, nei Paesi civilizzati. È questo che manda in bestia i sedicenti “tradizionalisti”: non avere più facoltà di distruggere la vita e la libertà di chi non è come loro. Il prepotente esce di matto se non può più esercitare la propria prepotenza. Superior stabat lupus. Tutto è già stato scritto.
Condividi