LUIGI DI MAIO, IL BLOG DELLE STELLE::: RIFLESSIONI SUL FUTURO DEL MOVIMENTO 5 STELLE

 

 

Riflessioni sul futuro del MoVimento 5 Stelle

Poi a giugno 2018 abbiamo preso in media il 12% alle comunali. Quindi si mettano l’anima in pace perché non è così. In questi due giorni dopo le elezioni però ho riflettuto. Mi sono chiesto se fosse il caso di dire una verità che tutti nel MoVimento conosciamo, ma nessuno ha ancora avuto il coraggio di dire.

Dopo la Sicilia, dopo il Molise, dopo l’Abruzzo. Se non siamo riusciti a conquistare una regione con Giancarlo Cancelleri nonostante il 35%, con Andrea Greco nonostante il 38% e con Sara Marcozzi, persone che hanno dato l’anima nel territorio per anni e che hanno fatto l’impossibile, è chiaro che ci sono alcuni problemi di fondo. Che come MoVimento dobbiamo affrontare. Che io come capo politico del MoVimento 5 Stelle intendo affrontare.

È necessario arrivare sempre alle amministrative con un percorso che preveda un lavoro sul territorio fatto di incontri con categorie, mondo del sociale, con gli amministratori. Non improvvisando come a volte accade. Questo vuol dire pure che dove non siamo pronti dobbiamo smetterla di presentarci. Mi ha colpito il fatto che in alcune regioni in questi anni siamo rimasti nella nostra zona di comfort, evitando di incontrare categorie importanti come ad esempio quelle dell’imprenditoria e del volontariato. È ora di farlo.

Pensate a come abbiamo affrontato le politiche. Apertura a nuovi mondi con gli uninominali e la squadra di governo portandoci dentro tante competenze, coinvolgendo persone del mondo accademico, scientifico, delle forze dell’ordine, dell’imprenditoria e incontrando quotidianamente un’impresa per ascoltare i problemi veri delle persone. Anche le elezioni amministrative vanno affrontate con strategia e rigore.

Ed è per questo che nelle prossime settimane presenterò agli iscritti del MoVimento delle proposte da sottoporre a consultazioni online. Dobbiamo affrontare il tema dell’organizzazione nazionale e locale, dobbiamo aprire ai mondi con cui sui territori non abbiamo mai parlato a partire dalle imprese, dobbiamo decidere se guardare alle liste civiche radicate sul territorio. Questo processo non si concluderà dall’oggi al domani. Richiederà mesi e richiederà impegno da parte di tutto il MoVimento per poi arrivare alla formulazione di proposte da votare su Rousseau. Abbiamo anche da migliorare la presenza del Governo e dei parlamentari sul territorio, di questo parleremo alla prossima assemblea dei parlamentari che si terrà lunedì sera.

Continueremo sempre a restituire gli stipendi, a costruire le trazzere, a regalare le ambulanze – atti di testimonianza importantissimi per spiegare che una politica diversa è possibile – ma possiamo iniziare a guardare alle amministrative come l’occasione di governare il territorio italiano dal basso e tagliare gli stipendi ai consiglieri regionali, a migliorare le infrastrutture e la sanità. Lo decideremo insieme. Il MoVimento 5 Stelle c’è e ci sarà. Ancorato ai suoi valori, ma in continua evoluzione. E soprattutto unito e coerente.

C’è poi chi pensa che per vincere in Abruzzo dovevamo far cadere il Governo. Questo finché ci sarò io non avverrà. I nostri iscritti hanno votato il contratto di Governo e io ho dato la mia parola agli italiani che si va fino in fondo. Questo Governo durerà 5 anni e ispirerà tanti altri governi europei. Il MoVimento 5 Stelle oggi è l’unico argine a Berlusconi Ministro della giustizia o dell’economia.

Dove governiamo come governo e dove siamo minoranza come opposizione. Siamo il MoVimento 5 Stelle e siamo al servizio dei cittadini. Sempre e comunque.

 

NOTA del blog:

trazzere

Definizioni web
  1. (trazzera) (sentiero, strada sterrata, che attraversa i campi)

    http://www.linguasiciliana.it/lessico_apporti.htm

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2 risposte a LUIGI DI MAIO, IL BLOG DELLE STELLE::: RIFLESSIONI SUL FUTURO DEL MOVIMENTO 5 STELLE

  1. Donatella D'imporzano scrive:

    Peccato che non siano un argine al razzismo, all’annientamento del potere del Parlamento, alla distruzione dello Stato italiano ( vedi richiesta delle regioni Lombardia, Veneto e Emilia Romagna di pressoché totale autonomia, oggi al vaglio del Consiglio dei Ministri).

  2. donatella d'imporzano scrive:

    Opinioni sul reddito di cittadinanza di Nunzia De Capite, sociologa.
    “Siamo in un Paese in cui nel 2007 le persone in povertà assoluta erano 1,7 milioni e nel 2017 sono diventate 5 milioni: non possiamo fare a meno di misure di supporto sociale. Però, sia con il Rei, sia con il Reddito di cittadinanza, siamo sempre in una logica redistributiva, mentre dovremmo iniziare a pensare a politiche predistributive. I provvedimenti redistributivi, almeno in teoria, consentono alle persone che stanno sotto un certo livello di cercare di vivere più dignitosamente. Ma il problema non è solo intervenire nelle situazioni più estreme: è anche decidere quali prospettive ci diamo. Dobbiamo fare un salto verso politiche predistributive, intervenendo cioè dove la ricchezza si forma e prende direzioni troppo squilibrate. E’ un modo di affrontare il problema molto più radicale. E previene anche alcuni possibili aspetti paradossali di questo reddito di cittadinanza.
    Alla base di questo reddito di cittadinanza c’è una mancata osservazione della realtà: si immaginano persone che in buona parte non esistono. Vi immaginate chi vive in povertà assoluta, che spesso non ha gli strumenti per orientarsi, andare alle Poste e inoltrarsi nella burocrazia richiesta dalla legge? Ce lo vedete un cinquanta-sessantenne, di quelli che vengono alle nostre mense, costretto a compilare moduli on line e richiedere card? Davvero non ha insegnato niente “Io, Daniel Blake”, il film di Ken Loach? Oppure prendiamo una madre in povertà assoluta: che senso ha chiederle di accettare un lavoro se dove vive non c’è alcun supporto o servizio per l’infanzia? Il reddito di cittadinanza, così come è stato fatto, è solo una misura attiva per il lavoro. Che però rischia di non aiutare nessuno, tamto meno le persone per le quali in teoria è pensato”.
    da un colloquio con Nunzia De Capite su “L”Espresso” del 10 gennaio 2019, pag.53.
    Nunzia De Capite, sociologa, lavora da tredici anni alla Caritas italiana, per la quale si occupa anche della redazione del rapporto annuale sul monitoraggio delle politiche di contrasto alla povertà. Studiosa delle varie forme di sussidio e reddito, fa parte del Forum delle disuguaglianze e delle diversità. ( il Forum è un cartello di associazioni, economisti e studiosi il cui volto più noto è Fabrizio Barca. Da quasi due anni lavora su questi temi e il 25 marzo presenterà a Roma il frutto delle sue analisi e le sue prime proposte per una maggiore giustizia sociale. Del Forum fanno parte la Fondazione Basso, la Caritas, Lega Ambiente, ActionAid, Cittadinanzattiva, la fondazione Comunità di Messina, Dedalus Cooperativa Sociale, l’Uisp. Ci sono poi, a titolo personale, economisti, sociologi, accademici e ricercatori di diversa estrazione. Da questa alleanza sta nascendo una bozza di quello che è stato chiamato ” Programma Atkinson per l’Italia”, dal nome del grande economista inglese morto due anni fa dopo aver dedicato una vita a questi temi con decine di libri di cui l’ultimo, il monumentale ” Disuguaglianza” Che cosa si può fare?” è stato pubblicato da Cortina nel 2015.
    Tutte queste notizie sono tratte dal “L’Espresso” dek 10 febbraio 2019, pag.50

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