LORENZO CIPOLLA, ” Jerry, 25enne nigeriano si getta sotto un treno: il suicidio dopo il rifiuto della richiesta di asilo “. IL FATTO QUOTIDIANO, 1° FEBBRAIO 2019 ++ ANSA, IN CENTINAIA AL FUNERALE A GENOVA ALLA CHIESA DELL’ANNUNZIATA

 

IL FATTO QUOTIDIANO DEL 1° FEBBRAIO 2019

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2019/02/01/jerry-25enne-nigeriano-si-getta-sotto-un-treno-il-suicidio-dopo-il-rifiuto-della-richiesta-di-asilo/4939576/

 

Jerry, 25enne nigeriano si getta sotto un treno: il suicidio dopo il rifiuto della richiesta di asilo

Jerry, 25enne nigeriano si getta sotto un treno: il suicidio dopo il rifiuto della richiesta di asilo

Laureato, attivo nel volontariato e tornato sui libri per costruire la sua vita in Italia. È questo il ritratto di Prince Jerry, 25enne di origine nigeriana arrivato in Italia il 16 giugno 2016 dopo aver attraversato il Mediterraneo, che lunedì si è suicidato gettandosi sotto un treno che passava nella stazione di Tortona, in provincia di Alessandria. Così sarà ricordato oggi alla cerimonia funebre nella chiesa dell’Annunziata a Genova. Il giovane era ospite della comunità di accoglienza Multedo del capoluogo ligure, collaborava con diverse associazioni di solidarietà e aveva ripreso a studiare perché non si sentiva sufficientemente valorizzato per la sua laurea in chimica presa in Nigeria. A metà dicembre aveva presentato domanda per il permesso di soggiorno umanitario. La richiesta gli era stata respinta ma Prince a metà gennaio aveva impugnato il respingimento e aspettava venisse fissata l’udienza di presentazione al tribunale di Genova. “Come ricorrente ante decreto Sicurezza era tra quanti avrebbero potuto ricevere il permesso di soggiorno per motivi umanitari”, racconta Maurizio Aletti della cooperativa genovese “Un’altra storia”. Sembra non esserci un nesso diretto tra la morte del giovane e la domanda di permesso respinta, le forze dell’ordine stanno indagando per verificare se sia veramente stato un suicidio. Intanto razzismo e la cattiveria social non si fermano neanche stavolta di fronte alla tragedia. Se ne rammarica don Giacomo Martino responsabile di Migrantes Genova, che aveva scritto nella chat dei parrocchiani un messaggio su quanto era successo al giovane che poi era finito in rete. “Erano parole di dolore e di sofferenza personale confidate a degli amici. Vi sono indagini giudiziarie che stanno stabilendo esattamente i fatti ed eventuali responsabilità. Non desidero in nessun modo che questo ragazzo e la sua triste storia vengano strumentalizzate” ha scritto il monsignore sulla sua pagina Facebook.

 

ANSA.it 1° febbraio 2019

http://www.ansa.it/liguria/notizie/2019/02/01/in-centinaia-al-funerale-di-prince-jerry_6cb8ce5a-c3f4-41a5-a277-1e98d473b3d0.html

 

In centinaia al funerale del migrante suicida

Don Martino, abbiamo cuore malato, siamo tutti stranieri

 

 

Sono iniziati in una chiesa dell’Annunziata gremita da centinaia di genovesi i funerali del 25enne nigeriano, Prince Jerry, che si è suicidato lunedì 28 gennaio a Tortona gettandosi sotto un treno e che si era visto negare la domanda di asilo. In prima fila in lacrime la sorella arrivata dalla Spagna. Costretti a rimanere in Africa i genitori. L’unico rappresentante delle istituzioni presente il consigliere Mario Baroni in rappresentanza del Comune di Genova.
“Abbiamo molto da farci perdonare per il nostro cuore malato e chiuso – dichiara monsignor Giacomo Martino, responsabile della comunità Migrantes di Genova -. Abbiamo voluto bene a Prince, ma forse non abbastanza. Lo straniero nella parola di Dio deve essere trattato come il prossimo, deve essere amato, tutti siamo stranieri”.

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