LORENZO DI MURO, LIMES DEL 29 GENNAIO 2019 +LIMES del 30 GENNAIO ::: VENEZUELA::: AUMENTANO LE PRESSIONI DEGLI USA SIA ECONOMICHE CHE MILITARI E ANCHE DEGLI ALLEATI RUSSI : TUTTO SI GIOCA SULL’ESERCITO E SULLA ALTA BORGHESIA CHE PIU’ HA GUADAGNATO DAL MADURISMO ++ UNA NOTA DALL’ANSA

 

JOHN BOLTON, ANNOTAZIONE SUI  5.000 SOLDATI IN COLOMBIA (foto Ansa)

 

 

nel link trovate altre notizie sul medioriente:

http://www.limesonline.com/category/limesplus/strillone-beirut-rassegna-mediorientale

 

Le notizie geopolitiche del 29 gennaio.

a cura diFederico Petroni


VENEZUELA SANZIONATO[di Lorenzo Di Muro]

 

Gli Usa hanno imposto sanzioni contro la compagnia petrolifera statale del Venezuela Pdvsa: nel corso del 2019 verranno congelati 7 miliardi di dollari di asset finanziari e causeranno perdite nell’export di Caracas per altri 17. Poco prima, l’autoproclamato presidente Juan Guaidó aveva dato incarico al parlamento (controllato dalle opposizioni) di nominare i nuovi vertici di Pdvsa e della sua sussidiaria statunitense Citgo. Frattanto il consigliere alla Sicurezza nazionale John Bolton (USA) ha affermato che “ogni opzione resta sul tavolo”, dopo essere apparso in conferenza stampa con un taccuino nel quale era visibile una nota relativa a “5 mila soldati in Colombia”.
Perché conta: Le sanzioni sono volte a tagliare i fondi di Caracas attribuendone il controllo a Guaidó. Aumenta pertanto la pressione sul regime di Maduro, persino da parte dei presunti alleati – il ministro delle Finanze russo ha detto che il Venezuela deve comunque pagare in tempo i debiti con Mosca.

In ogni caso, il vero obiettivo restano i militari, arbitri ultimi della contesa e tra i ceti della boliborghesia che più hanno beneficiato del madurismo. Ecco perché Bolton ha dichiarato che le Forze armate venezuelane sono consapevoli del quadro economico disastrato e stanno “cercando” di appoggiare il parlamento. La nota sul possibile dispiegamento di truppe in Colombia (principale alleato sudamericano di Washington) rientra nella strategia trumpiana della “massima pressione”.

Il ministro degli Esteri di Bogotà, al pari del Pentagono, ha annunciato di non esserne al corrente, mentre gli Stati sudamericani hanno rimarcato più volte l’opposizione a un intervento militare a stelle e strisce.

Per approfondireA ciascuno il suo presidente del Venezuela


nota aggiunta del blog::

 

” Tuttavia, senza collegare esplicitamente la notizia con l’appunto di Bolton, Radio Caracol ha rivelato ieri sera che “nelle prossime ore giungerà a Bogotà il generale Mark Stammer, comandante dell’Esercito meridionale degli Stati Uniti, incaricato di rafforzare la cooperazione con i Paesi alleati e sviluppare strategie nella regione per affrontare minacce e migliorare la sicurezza”.

Ufficialmente la visita dell’alto ufficiale americano è stata motivata con il proposito di rafforzare i legami di amicizia con la Colombia, incontrare i nuovi vertici dell’esercito e della polizia colombiani ed esaminare la questione frontaliera. ”

http://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2019/01/29/venezuela-gaffe-bolton-appunti-su-5.000-truppe-usa-in-colombia-_3d89033a-18fd-47cb-b245-4aec57fc2772.html

 

 

limesonline del 30 gennaio 2019

http://www.limesonline.com/notizie-mondo-oggi-30-gennaio-venezuela-maduro-congela-beni-guaido-opposizioni-brexit-parlamento-trump-tweet-intelligence-iran/110883

 

 

Il riassunto geopolitico del 30 gennaio.

a cura di Federico Petroni


VENEZUELA [di Lorenzo Di Muro]

Il Tribunale supremo del Venezuela (sinora fedele a Nicolás Maduro) ha decretato il congelamento dei beni e il divieto di lasciare il paese a Guaidó, leader delle opposizioni. L’autoproclamato presidente ha indetto una manifestazione generale per oggi per chiedere il sostegno delle Forze armate. Frattanto Maduro ha aperto al dialogo con l’opposizione per una riconciliazione nazionale e alla celebrazione di elezioni parlamentari – non presidenziali, come richiede l’Occidente. Invitando Guaidó e accoliti a ignorare i “richiami imperiali” da Washington e auspicando la mediazione internazionale di attori quali Messico e Uruguay, Vaticano, Russia.

Mosca reiterando l’appoggio all’esecutivo guidato da Maduro, ha rimarcato che non sta trattando l’estensione degli aiuti finanziari o militari a Caracas, dalla quale pretenderà la corresponsione dei prestiti elargiti per tempo (la prossima tranche entro fine marzo).
Perché conta: Le mosse del regime, solo apparentemente contraddittorie, sono funzione di tre necessità: prendere tempo,  sgonfiare la pressione sul governo, anche tramite l’internazionalizzazione della disputa, e limitare la libertà di manovra del parlamento presieduto da Guaidó. Ecco perché Maduro ha dichiarato da una parte che Caracas onora “sempre” i propri debiti (a fronte di un certo scetticismo proveniente dal Cremlino) e dall’altra che il Venezuela sovrano non accetta ultimatum e continua a ricevere i “più moderni armamenti russi”. Il Cremlino, dal canto suo, non pare intenzionato a spalleggiare incondizionatamente il successore di Hugo Chávez, soprattutto a fronte delle sanzioni petrolifere imposte in settimana dagli Usa.

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