REPUBBLICA DEL 26-01-2019
Venezuela, l’Ue: “Elezioni libere o nuove azioni, anche su Guaidò presidente”. La Russia: “Colpo di stato degli Usa”
Conferenza stampa di Juan Guaidò (reuters)
Duro scontro al consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite: Mosca accusa l’America di tentato golpe. Bruxelles chiede “nuove elezioni presidenziali libere, trasparenti e credibili” altrimenti potrebbe anche riconoscere il presidente del Parlamento. Il silenzio dell’Italia.
NEW YORK – In Venezuela è in corso “un tentativo di golpe da parte degli Stati Uniti”. Alla riunione del consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, convocata per discutere della crisi venezuelana, la Russia si schiera con durezza a fianco di Nicolas Maduro, alzando i toni dello scontro con Washington che ha riconosciuto il presidente pro tempore Juan Guaìdo e chiede nuove elezioni con il sostegno anche dell’Unione europea.
L’alto rappresentante per la politica estera, Federica Mogherini, ha ribadito la posizione espressa già due giorni fa, sollecitando “con forza la tenuta urgente di elezioni presidenziali libere, trasparenti e credibili”. In mancanza di “un annuncio sull’organizzazione di nuove elezioni con le necessarie garanzie nei prossimi giorni”, avverte Bruxelles, “l’Ue intraprenderà ulteriori azioni, anche sulla questione del riconoscimento della leadership del Paese”.
La spaccatura è totale. L’ambasciatore russo all’Onu, Vassily Nebenzia, aveva tentato di bloccare la convocazione del consiglio sostenendo che il Venezuela non è una minaccia alla pace internazionale. Nebenzia ha poi attaccato frontalmente gli Stati Uniti, ma anche gli europei intervenuti, tra cui la Francia: “E’ come se la Russia chiedesse
di discutere in Consiglio di sicurezza la situazione dei gilet gialli in Francia. Non si può interferire nelle questioni interne di un Paese e non si possono imporre soluzioni“. E a scongiurare ogni tentazione trumpiana di intervento militare, il rappresentante di Putin all’Onu avverte che “Qualsiasi ipotesi di intervento militare in Venezuela va evitata ad ogni costo”.
Dura la reazione del Segretario di Stato americano, Mike Pompeo, che ha definito quello di Maduro “un regime che ha represso il suo popolo” per anni costringendo migliaia di venezuelani alla fuga e destabilizzando la regione. “Gli Stati Uniti sono con il popolo venezuelano e chiedono che in Venezuela si svolgano libere elezioni il prima possibile”, ha detto Pompeo. “Ora è il momento per ogni altra nazione di scegliere da che parte stare, non si può più rimandare, niente più giochi, o si sta con le forze della libertà, o si è in combutta con Maduro e il suo caos”.
Il Consiglio di sicurezza dell’Onu riunito per discutere della crisi venezuelana, 26 gennaio 2019
Lo scontro tra Mosca e Washington arriva dopo la decisione di Spagna, Francia e Germania di dare un “ultimatum” a Maduro per la convocazione di nuove elezione: o il presidente indice, “entro 8 giorni”, le elezioni politiche in Venezuela o i tre Paesi europei, cui presumibilmente seguiranno altri, riconosceranno come legittimo il presidente autoproclamato Juan Guaidò.
Sul fronte opposto, al fianco di Maduro e della Russia, i tradizionali alleati latinoamericani: Cuba, Nicaragua e Bolivia hanno
espresso all’Onu solidarietà a Maduro e hanno condannato con forza l’interventismo Usa, accusando l’amministrazione Trump di non rispettare la sovranità del Venezuela
Le posizioni dei leader europei
Il premier spagnolo Pedro Sanchez lo ha detto in una conferenza stampa, il presidente francese Emmanuel Macron su Twitter mentre la Germania ha affidato, sempre via Twitter, l’incarico ai portavoce del governo. E lo stesso messaggio è arrivato nel primo pomeriggo dal Regno Unito.
Identico il messaggio: “Il popolo venezuelano deve poter decidere liberamente del suo futuro. Senza un annuncio di elezioni entro otto giorni, potremo riconoscere Juan Guaidò come ‘presidente ad interim’ del Venezuela per sviluppare questo processo politico. Lavoriamo intensamente con i nostri alleati europei”. Nessuna presa di posizione per ora dal governo italiano.
Il presidente venezuelano ha risposto via Twitter: “non riposeremo fino a quando non avremo sconfitto il colpo di Stato con cui si pretende di interferire nella vita politica del Venezuela, mettere da parte la nostra sovranità e instaurare un governo fantoccio dell’Impero statunitense”.
Ieri Maduro aveva dichiarato che non avrebbe rinunciato mai, per poi dare dei “pagliacci” agli oppositori del governo e minacciare “i diplomatici americani che devono lasciare il Venezuela entro domenica”.
Guaidò, il presidente del Parlamento venezuelano, che ha assunto mercoledì i poteri di presidente ad interim, aveva risposto dicendosi disponibile a concedere un’amnistia a Maduro e a tutti coloro che sono “disposti a mettersi dalla parte della Costituzione”.
Ma ha rifiutato la proposta di un incontro offerta da Maduro, definendola un tentativo di finto diaologo.
Intanto è caos nel paese dopo che per 48 ore la piazza è stata interessata da scontri che hanno causato negli ultimi giorni la morte di almeno 26 persone ed il ferimento di quasi 300.
la Spagna, indipendentemente dal colore del suo governo, è sempre stata contro il governo bolivariano socialista venezuelano, prima di Chavez e oggi di Maduro, da quando il Venezuela nazionalizò la compagnia petrolifera spagnola REPSOL
La Repsol, che se non sbaglio, è una ditta multinazionale, ma di origine spagnola… grazie di essere venuta a darci una mano…ciao, cara
n.b. vedo solo adesso che l’avevi già detto tu! grazie
L’Ue,divisa sui problemi interni,ed in particolare sugli immigrati,si trova unita per intromettersi nella delicata situazione del Venezuela:una intrusione indebita,motivata apparentemente dalla”difesa della democrazia parlamentare”,più concretamente da interessi economici.L’UE sostiene il presidente del Parlamento venezuelano Guidò ed osteggia Maduro,perchè la messa fuori causa di questi,aprirà più ampi spazi per le compagnie petrolifere del vecchio Continente.Non serve ricordare l’interventismo di Trump che rientra nella tradizionale politica imperialistica statunitense nell’area dell’America centro- meridionale,considerata storicamente il cortile di casa.Il Venezuela nell’intricata fase politica che sta attraversando non ha bisogno di lezioni esterne: può e deve decidere le sorti del suo futuro,in piena autonomia.Gli Stati Uniti e l’Ue con l’invadenza-si spera- solo diplomatico- propagandistica a sostegno di Guidò non rendono un buon servizio alla causa della democrazia,al rispetto dell’autodeterminazione dei popoli.