L’invito iterato e sofferto al ricordo del poeta Amichai non vale solo per il giorno della Memoria, vale per funzionalizzare il passato al presente, la Storia alla Politica, l’infanzia alla vecchiaia, le cose alla mente. Guai ai popoli senza memoria, guai agli uomini ed alle donne che perdono la memoria, guai a chi non sa, non vuole, non può ricordare. Ricordare la Shoah ha senso se sappiamo farne motivo di riflessione e di impegno a che la barbarie non torni mai più; ricordare etimologicamente vuol dire- riportare di nuovo al cuore- per cui il dato emozionale non deve ridursi ad un rituale per mettere a posto la coscienza, ma farsi tensione contro il male, la guerra, l’ingiustizia, a sopraffazione, il rifiuto degli immigrati che dimenticati dal cinismo di noi europei annegano…
” Mai più” era stato detto dopo la strage e la vergogna della seconda guerra mondiale. Quel ” mai più” è andato affievolendosi, ritorna il vento distruttivo e ammaliante del razzismo, che giustifica i peggiori delitti.