CARMELO LOPAPA, REPUBBLICA 03-01-2019, pag. 4 ::: ” La diplomazia del leader leghista La sfida Ue di Salvini da Kaczynski per lanciare il gruppo sovranista Il 9 in Polonia per siglare intese sulle europee, poi da Bolsonaro. A marzo raduno populista in Italia …”.

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Jarosław  Kaczyński (Varsavia,  1949)

 

 

REPUBBLICA DEL 3 GENNAIO 2019  –pag. 

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Il retroscena

La diplomazia del leader leghista

La sfida Ue di Salvini da Kaczynski per lanciare il gruppo sovranista

Il 9 in Polonia per siglare intese sulle europee, poi da Bolsonaro.  A marzo raduno populista in Italia al grido di ” chiudiamo le frontiere”

CARMELO LOPAPA,

 ROMA

 

Stefano Beltrame

STEFANO BELTRAME CONSIGLIERE DIPLOMATICO DI SALVINI

 

Mancava l’ultimo anello per chiudere la catena nera con cui i sovranisti si preparano a cingere l’Europa, al voto del 26 maggio. Lo costruiranno mercoledì 9, a Varsavia, i due leader degli unici partiti della destra populista che siedono al governo: Matteo Salvini con la Lega in Italia e Jaroslaw Kaczynski che con il Pis, Diritto e Giustizia, guida la Polonia ormai da quattro anni con la formazione più conservatrice e illiberale che quel paese abbia mai conosciuto.

«Adesso bisogna portare la rivoluzione in tutta Europa», diceva nel suo messaggio di fine anno il vicepremier. Per passare dalle parole ai fatti, come ama dire, non poteva stringere alleanza migliore per i suoi target.

Ma non è stato facile accreditarsi.

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GUGLIELMO PICCHI, DAL 2016 DA FORZA ITALIA ALLA LEGA

Ci sono voluti almeno due viaggi in Polonia dei silenti e operosi emissari della Lega per portare il capo a Varsavia, per incontrare quello che sulla carta è il leader del partito di governo ma che di fatto controlla il Paese. Quel Kaczynski restio alla diplomazia e agli incontri internazionali, ancor più scettico nei confronti di chi – è il caso di Salvini – si è mostrato fin troppo amico di Mosca. L’attuale sottosegretario agli Esteri della Lega, Guglielmo Picchi, ha incontrato nel lontano ottobre 2017 l’allora ministro della Giustizia ed è tornato nella capitale polacca nelle nuove vesti governative nel novembre scorso.

Il pretesto del viaggio in cui il vicepremier incontrerà esponenti del governo di Varsavia sarà anche economico. Raggiunta la piena occupazione, la Polona ha bisogno di 300 mila lavoratori e lì hanno sede 3500 aziende italiane. Ma l’obiettivo è soprattutto politico: il faccia a faccia che conterà sarà quello con Kaczynski, che ha l’esigenza di uscire dal recinto del gruppo dei conservatori europei (Ecr). Salvini quello di andare oltre l’Efn nel quale militano i suoi. I due parlano la stessa lingua in tema di chiusura delle frontiere ai flussi migratori. Da maggio potrebbero dar vita a un nuovo soggetto e dunque a un grande gruppo unico nell’Europarlamento, coinvolgendo tutte le altre forze della destra europea.

L’Internazionale sovranista punta a conquistare quei 130-140 seggi che le consentirebbero di sedere in una posizione di forza al tavolo delle trattative col Ppe di Manfred Weber. È la missione di Salvini, che ha già annunciato la sua candidatura alle Europee, probabilmente in tutte le circoscrizioni italiane (pur non potendo tornare a Bruxelles). Del nuovo partito europeo della destra nazionalista e populista non farebbe parte Viktor Orbàn, che ha già fatto sapere agli amici dell’Internazionale di voler resterà nel Ppe, dove potrà giocare di sponda. Stesso discorso per l’Fpoe austriaca di Sebastian Kurz. Pienamente coinvolti nella federazione sovranista invece Marine Le Pen col Fn. Come la destra dei Democratici svedesi del rampante Jimmie Akesson, gli olandesi di Geert Wilders. Ma lo staff del vicepremier italiano – in cui ha un ruolo preminente il consigliere diplomatico Stefano Beltrame – si muove a tutto campo. E guarda con attenzione anche ai movimenti di Alternative für Deutschland (Afd) in Germania: contatti riservati in corso anche con i suoi leader Jörg Meuthen e Alexander Gauland. Il colpo grosso studiato dalla squadra di Salvini è l’organizzazione di un evento internazionale a marzo in Italia (Bologna o Firenze) per lanciare l’operazione della grande destra europea che il ministro dell’Interno si vuole comunque intestare e per avviare ufficialmente la campagna elettorale. Poi ogni singolo partito della federazione la condurrà nel proprio paese col simbolo di riferimento, così la Lega in Italia.

«Buon lavoro presidente Bolsonaro», è stato il saluto rivolto via Twitter il primo gennaio dal vicepremier al nuovo presidente brasiliano nel giorno del suo insediamento. In agenda c’è un viaggio in Sudamerica (a febbraio) per abbracciare l’amico conservatore di Brasilia. Il sogno di Salvini è di poter tornare a Roma col terrorista Cesare Battisti, se non fosse che è tuttora latitante. Entro fine febbraio poi la tappa negli Stati Uniti tanto agognata. Lo brucerà sul tempo Luigi Di Maio, a Washington il 16-17 gennaio (ancora da confermare) per incontrare suoi colleghi del Lavoro e dello Sviluppo e accreditarsi ancor più con l’Amministrazione Trump come l’anima filo atlantica del governo gialloverde.

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