L’immaginaria cittadina balneare di Balbec, che fa da sfondo al secondo libro della Recherche All’ombra delle fanciulle in fiore, trova il proprio modello ispiratore nella località normanna di Cabourg. In questo tratto costiero si erge tuttora il Grand Hotel di cui Marcel Proust fu ospite fedele tra il 1907 e il 1914…
CABOURG
© Olena Kachmar/123RF
DA : https://www.easyviaggio.com/attualita/cabourg-balbec-marcel-proust-89283
CABOURG — ( L’IMMAGINARIA BALBEC–. PROUST, secondo libro della Recherche All’ombra delle fanciulle in fiore)
Le Grand Hôtel a Cabourg/ Balbec in Normandia:: lo scrittore occupava sempre la camera 404 al quarto piano perché non voleva sentire i rumori dei passi nelle sue notti insonni…
René-François-Xavier Prinet (1861-1946), La plage de Cabourg, © RMN (Musée d’Orsay)/ Hervé Lewandowski.
IMMAGINE
DA :
https://fr.m.wikipedia.org/wiki/Fichier:Ren%C3%A9-Xavier_Prinet_Plage_de_Cabourg_1910.jpg
ESPRESSO. REPUBBLICA DEL 05-12-2018
OPINIONI
Bernardo Valli — Dentro e fuori
Così insegnava Bertolucci padre
Il piacere della letteratura e del cinema trasmesso a generazioni di studenti di Parma. E anche al figlio Bernardo
Attilio e Bernardo Bertolucci sul set di Novecento, 1975-
Fonte:italica.rai.it
DA : https://it.wikipedia.org/wiki/File:Bernardo_Attilio_Bertolucci_1975.jpg
Era un insegnante ideale. Indulgente nei toni, nell’atteggiamento, anche quando dava un cattivo voto; e quasi sempre con l’espressione velata da un’ironia complice, con la quale smorzava il ruolo autoritario del professore. Questa è l’immagine di Attilio Bertolucci (1911-2000) che ho ricordato quando è stata annunciata la morte di suo figlio Bernardo (1941-2018). Senza il poeta Attilio non ci sarebbe stato il regista Bernardo, ho sempre pensato. Agli studenti del liceo, al termine di una lezione di italiano o di latino o di storia dell’arte, elencava qualche libro da leggere. È da lui che i ragazzi del Convitto nazionale “Maria Luigia”, a Parma, negli anni Quaranta, hanno imparato a conoscere Stevenson, Conrad, Proust, Melville, Gide, Flaubert, Stendhal che spesso si faceva arrivare in lingua originale… e anche autori meno noti, come Ernst Emil Wiechert. I libri consigliati in classe da Attilio Bertolucci hanno arricchito tante biblioteche giovanili. Mi capita di trovarne alcuni, ingrigiti come vecchi reduci, negli scaffali di casa. “Vanina Vanini” e “L’abbesse de Castro” di Stendhal sono reliquie.
Quando appariva con il suo passo lento e un sorriso appena accennato nei lunghi corridoi del “Maria Luigia”, c’era sempre un drappello di liceali che gli faceva da scorta e cercava di leggere i titoli dei volumi che teneva sotto il braccio. Ne avrebbe poi parlato in classe. Nell’immediato dopoguerra aveva sempre qualche romanzo americano. È grazie a lui che molti ragazzi lessero allora “Il Grande Gatsby”. Non era un segreto che fosse un poeta. Ma erano pochi, a quei tempi, a essersi addentrati nei suoi versi.
Ricordo “Vento”:
«Come il lupo è il vento/che cala dai monti al piano,/corica nei campi il grano/ovunque passa è sgomento».
E ancora “Ottobre”:
«Sporge dal muro di un giardino/la chioma gialla di un albero./Ogni tanto lascia cadere una foglia/sul marciapiede grigio e bagnato./Estasi, un sole bianco tra le nubi/appare, caldo e lontano, come un santo./Muto è il giorno, muta sarà la notte/simile a un pesce nell’acqua».
Bernardo ha goduto dei suggerimenti del padre poeta. Lui stesso, ragazzo, ha composto versi. I suggerimenti erano estesi al cinema. Attilio non è stato soltanto un poeta: era un lettore che comunicava questa sua passione a congiunti e amici, era un grande esperto d’arte, un amante del teatro e un infaticabile frequentatore di cinematografi.
Quando Bernardo era un adolescente a Parma, e poi a Roma, Attilio scriveva sulla Gazzetta di Parma, a volte nella rubrica “Lanterna magica”, le critiche dei film che vedeva quasi quotidianamente, spesso in compagnia di Pietrino Bianchi, suo grande amico.
E tra i due c’era spesso il giovanissimo Bernardo, al quale veniva spiegato come i registi (René Clair, Jean Renoir, Chaplin, Henry King, Clouzot, Cayatte e tanti altri) ritmavano le trame e muovevano le macchine da presa.
Per lui Clouzot era il più originale dei registi francesi rivelatisi tra guerra e dopoguerra. La sua prima regia durante l’occupazione tedesca, “Il Corvo”, era un fosco ritratto della provincia francese che deve avere colpito il giovane Bernardo, il quale anni dopo avrebbe realizzato “La strategia del ragno”.
un pezzetto del film ” Il corvo ” (1943) di Clouzot
Le spiegazioni tecniche erano accompagnate da parentesi letterarie. Il nome di un grande regista come King Vidor veniva associato a quelli di Fitzgerald, di Hemingway, di Faulkner, di Dos Passos; scrittori non soltanto suoi contemporanei, ma anche espressione dello stesso puro, autentico stile americano. Il padre era come il professore del “Maria Luigia”, dolce e leggero con il figlio. A diciotto anni, quando preparava o aveva appena dato la maturità, tante espressioni, atteggiamenti, discorsi di Bernardo riconducevano a quelli del padre. Erano una naturale, libera versione. C’era in lui l’impronta Bertolucci.
“Siamo tutti costretti, per rendere sopportabile la realtà, a coltivare in noi qualche piccola pazzia.” — Marcel Proust—da ::: https://www.pinterest.it
MONET, LA SPIAGGIA DI TROUVILLE (1870)
MONET, HOTEL DES ROCHES A TROUVILLES (1870)
NINA CON BERNARDO IN BRACCIO, 1941
Aveva poco più di settant’anni quando Attilio passò alcuni giorni a Parigi con Ninetta, la moglie dolce e silenziosa. Veniva da Londra, dove era andato a trovare Bernardo, e stava tornando a Roma. Spese l’intero soggiorno parigino visitando i luoghi proustiani.
Ma Cabourg, la Balbec della “Ricerca”, era la meta più ambita. E una mattina i Bertolucci salirono felici su un autobus diretto nel Calvados, in Normandia, dove si trova appunto Cabourg-Balbec. Come non condividere la loro felicità?
ATTILIO E NINETTA BERTOLUCCI A CASAROLA
Nell’introduzione al volume da lei curato, Attilio e Ninetta Bertolucci, Il nostro desiderio di diventare rondini, Poesie e lettere (Garzanti), Gabriella Palli Baroni racconta la storia d’amore tra Attilio Bertolucci e Ninetta, sua fidanzata dai tempi del liceo, sua musa, sua moglie e madre dei suoi due figli. Il libro si sviluppa soprattutto sul Carteggio tra i due giovani, una all’Università di Bologna e l’altro a quella di Parma
NOTA 1– :
TRAMA DEL FILM ” IL CORVO “
Trama
Nella tranquilla località francese di Saint-Robin, la quiete viene turbata da un anonimo che si firma il “corvo” (le “corbeau”), il quale inizia a scrivere lettere minatorie a varie personalità note del posto. La prima vittima dell’anonimo delatore è il Dr. Rémy Germain, un ginecologo che viene accusato di avere una relazione nascosta con Laura Vorzet, la giovane moglie dell’anziano primario Dr. Vorzet, psichiatra della struttura ospedaliera della città. Oltre che della supposta relazione con Laura, il “Corvo” nelle successive lettere accusa Germain di praticare anche aborti illegali, che egli eseguirebbe a scopo di lucro.
Molti altri abitanti di Saint-Robin iniziano a ricevere lettere dal “Corvo” e la situazione diventa drammatica quando il giovane paziente François – in cura nell’ospedale di Vorzet – riceve una lettera in cui viene informato che le sue condizioni di salute sono gravi al punto da non avere speranza di sopravvivenza. Sconvolto per la rivelazione, François si uccide tagliandosi la gola con un rasoio. Per il suicidio, che la polizia locale considera invece un omicidio premeditato nascosto con abile tecnica, viene arrestata Marie Corbin, infermiera della clinica. Anche dopo l’arresto della donna, però, le lettere continueranno ad arrivare. Sarà il dottor Germain a scoprire infine chi si nasconde dietro la firma del “Corvo”.
nota 2.
Ernst Emil Wiechert
Ernst Wiechert (nato il 18 maggio 1887 a Kleinort, distretto di Sensburg ( Prussia orientale ), foreste della Masuria ; morto il 24 agosto 1950 a Uerikon nel cantone di Zurigo , Svizzera ) era un insegnante e scrittore tedesco. Dall’inizio degli anni ’30 fino agli anni ’50 inoltrati, è stato uno degli autori tedeschi più letti. È uno degli scrittori dell’emigrazione interna nel nazionalsocialismo .
Era figlio di un guardaboschi.
casa forestale KLEINORT
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Nel 1938 fu internato per quattro mesi a Buchenwald, da dove uscì vivo ma minato e fortemente provato nel corpo e nell’animo e rimase sotto sorveglianza stretta fino alla fine della guerra.
Enzo Biagi raccontò la sua storia nel libro “Crepuscolo degli dei” del 1961, dopo aver intervistato sua moglie.
RIZZOLI, 1961 – Un viaggio nella coscienza della Germania, nel vuoto d’ideali di un popolo in preda al miracolo economico. Dai protagonisti del dramma di ieri – Rommel, Paulus, Dönitz – ai personaggi dell’incertezza di oggi – Adenauer, Strauss, Brandt, Collana Diapason, Milano, Rizzoli, 1961.
Crepuscolo degli dei è un saggio storico di Enzo Biagi in forma di inchiesta giornalistica. Raccoglie la descrizione di una serie di incontri ed interviste fatte in Germania, quindici anni dopo la fine della seconda guerra mondiale. Edito in una prima versione nel 1961, successivamente ripubblicato in una terza edizione accresciuta nel 1975
- Crepuscolo degli dei. Parlano i sopravvissuti del Terzo Reich, Collana BUR, Milano, Rizzoli, 20 marzo 1975.
DA :
altro + opere in italiano :
https://it.wikipedia.org/wiki/Ernst_Wiechert
Ho letto, all’età di vent’anni, le poesie di Attilio Bertlucci ( anzi qualche anno prima, intorno ai 16) a 25/26 anni ho conosciuto Bernardo in quanto ci siamo scambiati l’appartamento in Trastevere. lui voleva abitare con un salone grande ( gli appartamenti erano uguali, il suo col salone diviso in due pranzo e salotto, il mio con un salone unico) così scambiammo, lui si trasferì al primo piano ed il al quarto. E, poichè la sua rete del letto non passava dalla porta la tenemmo noi ( ero io ma Alessandra c’era spesso 🙂 ) in compenso gli prendevo le telefonate ( ahimè, dagli USA e non tenevano molto conto dei fusi orari, fortuna che anche noi eravamo nottambuli).
Poi nel 1990 andammo “anche ” in Normandia in Calvados dopo aver visitato con calma e amore la Bretagna di Prevert. In zona di calvados non mi lasciai perdere dodici bottiglie di calvados spettacolare, presi in una fattoria,
p.s. in Bretagna ci andammo per tre anni: innamorati. Vorrei poterci tornare, ce l’ho nel cuore. anzi ce l’abbiamo sia Alessandra che io. ma ormai ottantenni, rimarrà un sogno. Solo mia madre a 90 anni andò coi nipoti a Parigi! Ma altra tempra.
DAVVERO CARINO IL TUO RACCONTO CHE SPAZIA DALLE STELLE AL MARE DI BRETAGNA… e il calvados della fattoria, lo raccontassi a Donatella ! Eri molto colto a quell’età, io Bertolucci padre l’ho scoperto attraverso un caro amico di Bordighera pochi anni fa. Anche Alessandra era un tipo notturno.. ? Anche lei un po’ ” boemia “. Come noti, mi scopro molto curiosa della tua/ vostra vita. Non vuoi provvedere ? magari con ALE ?
All’epoca ( di Bertolucci figlio, detto Bernardo, che poi ho rivisto altre volte ad esempio quando stava girando “Il conformista” in una bellissima villa sulla Nomentana ( poi comprato da un costruttore idiota che per risparmiare sull’assicurazione della Jaguar da 80/100 milioni assicurandosi coi Lloyds di Londra , quando glie la rubarono non vide una lira. Ricordo che il mio socio ed io ci facemmo delle benne risate ), eravamo al Conformista regia Bernardo e attore principale Trintignat cui era appena morto un figlio n fasce soffocato dal rigurgito e all’agenzia stampa per cui lavoravo allora chiedevano insistentemente che gli domandassi come si sentiva dopo la morte del figlio. li mandai letteralmente a fare in culo. Intervistai Trintignat salutai bernardo, senza intervistarlo, visto che tra l’altro , allora lo incontravo spesso e me ne andai.
Ma il punto era: Alessandra era una nottambula? Direi di si, anche se all’epoca era ancora Hostess e spesso ed anche volentieri, nelle scorrazzate notturne di allora ero “quasi” solo, nel senso che non si scorrazzava ma ci si incontrava in casa di amici che allora erano tanti. Ahimè come scoprii molto più tardi, tutti almeno con 10 anni più di me e .. sono tutti da un’altra parte 🙁
Ho perso il filo ed è tardi, notte Chiara o una Chiara notte!