fino al 14 aprile 2019
bansky
L’opera di Bansky a Dover dedicata alla Brexit
Le foto del suo ultimo lavoro sono rimbalzate in rete in ogni angolo del pianeta. Eppure la ricetta è semplice: messaggi chiari, comprensibili a tutti che appaiono all’improvviso nei posti più disparati; immagini provocatorie al limite del distaccante, ed un anonimato rigoroso che non fa che accrescerne la notorietà.
Il murales di Dover è solo l’ultimo in ordine cronologico di una lunga serie di opere dal forte richiamo politico. Proprio sul versante opposto rispetto a Dover, a Calais in Francia, Banksy aveva disegnato, qualche mese fa, un murales raffigurante Steve Jobs “figlio di un migrante siriano” all’interno della Giungla, il gigantesco campo profughi di Calais in cui vivono migliaia di migranti, per sottolineare come l’immigrazione non rappresenti un danno, ma ricchezza e prosperità per un paese.
Show me the Monet–” Mostrami il Monet “
MIGRAZIONI E QUESTIONE EUROPEA
Il problema delle politiche di accoglienza in Europa sembra essere uno degli argomenti preferiti di Banksy che ha pubblicamente denunciato le difficili condizioni dei rifugiati ammassati alla frontiera francese, con un graffito che rappresentava Cosette, protagonista de I miserabili di Victor Hugo, sulla parete dell’ambasciata francese di Londra nel 2016. Opere provocatorie, certo, ma con una volontà di denuncia sempre molto precisa. Solo pochi mesi prima, per contestare il Great Wall, il muro costruito dal governo inglese a Calais per impedire ai migranti di attraversare il tunnel della Manica ed introdursi illegalmente in Inghilterra, il writer inglese aveva realizzato un murales molto discusso raffigurante un bambino con una valigia e un cannocchiale che puntava esattamente verso il Regno Unito.
Banksy è diventato un vero fenomeno mediatico nel 2005 quando sono apparsi nove sue graffiti sul lato palestinese del muro che divide Israele e Cisgiordania, eretto ufficialmente per impedire l’ingresso dei terroristi in Israele, ma di fatto barriera invalicabile che isola la popolazione di un’intera regione.
Pezzo di Banksy sulla barriera di separazione israeliana— photographed by Markus Ortner— Vi sono un totale di nove opere di Banksy lungo il perimetro della struttura. I soggetti effigiati sono per la maggiore bambini che non vogliono soggiacere alla barriera, e che tentano di aggirarla in volo aggrappati a dei palloncini, o di forarla con paletta e secchiello; se ciò non è possibile, si limitano a guardare i paradisi terrestri presenti al di là del muro attraverso degli squarci resi magistralmente con la tecnica del trompe l’oeil.
(EN)«A wall is a very big weapon. It’s one of the nastiest things you can hit someone with» | (IT)«Un muro è una grande arma. È una delle cose peggiori con cui colpire qualcuno» |
(Banksy) |
I MURALES CONTRO LA GUERRA
I graffiti raffigurano in maniera provocatoria bambini che perquisiscono poliziotti o intenti a scavare buche per oltrepassare il muro, ma anche ragazzi che lanciano fiori al posto delle bombe. Sulla parete è anche disegnata la colomba della pace che ha nel becco il classico rametto di ulivo, ma indossa un giubbotto antiproiettile e ha il mirino puntato sul cuore, chiaro riferimento al fallimento di tutte le trattative di pace. Territorio particolarmente caro al writer inglese che, oltre 10 anni dopo, è tornato in Cisgiordania per realizzare una nuova opera dal forte impatto mediatico: Il Walled Off Hotel, albergo che vanta, si fa per dire, la peggiore vista del mondo perché affacciato direttamente sul muro di Gaza.
Per denunciare, infine, l’indifferenza dell’Occidente nei confronti della condizione del popolo palestinese, Banksy ha disegnato un gattino siberiano sulle macerie di Gaza, ironico riferimento alle banalità che si postano sui social network. Social che il writer inglese contesta spesso nelle sue opere nonostante essi siano di fatto la fonte che ne alimenta la fama (e i guadagni!). Che sia anche questa una forma di marketing?
–Mariacristina Ferraioli
artribune 2017
Banksy: I 10 murales politici che hanno alimentato il suo mito. Fino al wall sulla Brexit a Dover
” no giochi di palla ”
” non devo copiare quello che vedo sui Simpson ”
“date speranza” “state con la Siria”
il bambino sale sulle spalle dell’altro per afferrare la bomboletta proibita
“tu mi completi ”
Lì c’e’ sempre speranza ”
” Mi ricordo di quando tutto questo erano alberi ”
” Non dimenticare di mangiare il tuo pranzo e di fare un po’ di casino ”
” Segui i tuoi sogni “-cancellato
“Sorridi”
Si vede alla mostra in corso al Mudec a Milano
” Spiacenti. Lo stile di vita che hai ordinato non è momentaneamente disponibile ”