ROBERTO RODODENDRO E GIANCARLO CONTI, POETA PARMENSE DEGLI ANNI CINQUANTA E SESSANTA…per ospitalità, viene prima Giancarlo e poi Roberto con due poesie…

 

listz, consolazione n. 3

 

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ROBERTO CON LA FIGLIA ROBERTA…

 

 

Conti Gian Carlo

Gian Carlo Conti nasce nel 1928 a Piacenza, ma vive fin da ragazzo a Parma. Frequenta il liceo Romagnosi, dove è allievo di Attilio Bertolucci, e si laurea all’Università di Bologna. Collabora a riviste e pagine letterarie locali e nazionali, tra cui il “Raccoglitore”, “Botteghe Oscure” e “Palatina”. Critico cinematografico e traduttore, in vita pubblica una sola raccolta di poesie, intitolata Il profumo dei tigli (Sciascia, 1956). Postume usciranno due raccolte di poesie, Chiudere gli occhi (Comune di Parma, 1984) e Non si ricordano più (Guanda, 1991), entrambe a cura di Giorgio Cusatelli e Paolo Lagazzi, e un romanzo I briganti neri (Guanda, 1996), rimasto inedito tra le carte del poeta. Gian Carlo Conti muore a Parma nel gennaio del 1983.

 

 

Quando usciamo dal cinema
non piove più, non fa freddo,
ci bastano i nostri impermeabili
leggeri con il bavero rialzato
e le mani intrecciate per tenerci uniti
se dobbiamo attraversare
di notte tutta la città
fino a casa tua,
camminando a scarti
come fanno i ragazzi per evitare
le pozzanghere rimaste sotto gli alberi
e arrivati al parapetto stendere le braccia
verso l’acqua turbinosa degli Appennini
che si coprono di neve in questi giorni
per me di un incredibile amore.

 

 

p.s. appena trovo Conti ti mando qualcosa, et voila!
Non è la mia preferita ma l’ho trovata su google ed un copia incolla va pure bene:

 

 

UN BIGLIETTO

Ti mando i fiori che più amo,
i meno illustri, che ad ogni passo incontro
quando vado per la carraia grande
e voglio stare solo.
Sono fiori di campo, nostri e contadini,
papaveri, viole, margherite.
Crescono sulla scarpata dietro casa,
assediati dalle vespe, tra i rovi e le fascine.
Sono fiori poveri, che i ragazzi del cortile
calpestano senza pietà
quando di sera inseguono le rondini
e il cielo si apre su di loro
presi dalla vertigine del fieno.
Hanno colori umili e discreti,
che il sole sbianca nelle lunghe
domeniche d’ozio e di calura,
quando dai carri fermi sulle aie
i galli si rispondono con roche lamentele.
Non metterli tra gli ori del salone,
come i fiori di serra delle dame,
ma lasciali al sole sul balcone
che guardino ancora il giorno
morire dietro gli alberi e dopo
l’usignolo ascoltino cantare nel sereno.

Voli pindarici oggi: da Stecchetti / Olindo Guerrini a Giancarlo Conti, entrambi, per motivi diversi, ricordi di giovinezza.
ciao Bru :-) e ciao Donatella

 

 

Questo volume edito da Guanda e curato da Paolo Lagazzi riprende le
edizioni originali di due libri “Profumo dei tigli” e “Chiudere gli occhi”.

 

 

 

 

ROBERTO RODODENDRO, DUE BELLE POESIE SENZA TITOLO…

 

 

 

Una canzone nella mia gola
lascia asprezza di risa bruciate

Se mi sentissi dire
parole che ho sognato
e all’aria son gelate
sui fiati dei passanti

morrei schiantato
senza più scopo in corpo
e fiato.

Tu m’hai detto :
l’amore è pazzia
ma, perdio, tu non sei pazzo.
E te ne sei andata.

 

 

Da una terrazza
due suore bianche
guardano il mare

Da una terrazza
raccolte a pregare
due suore bianche

Da una terrazza
sul mare
due suore bianche

 

 

 

MA COS’E’ QUESTA PAGINA DEDICATA A TE, MA CHE SEMBRA VUOTA?

https://www.larecherche.it/autore.asp?Utente=pifferaio43

 

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1 risposta a ROBERTO RODODENDRO E GIANCARLO CONTI, POETA PARMENSE DEGLI ANNI CINQUANTA E SESSANTA…per ospitalità, viene prima Giancarlo e poi Roberto con due poesie…

  1. ROBERTO RODODENDRO scrive:

    già, la recherche.it : non ci ho mai scritto. Non ricordo bene il perchè 🙂

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