«Oltre 100 mila alla PerugiaAssisi»: «Sindaco Riace premio Nobel Pace»
Cinquecento autobus. Mattarella: «Non retrocedere su diritti della persona
Le adesioni hanno sfiorato quota mille tra le circa 530 associazioni, 160 scuole e 286 istituzioni fra Comuni, Province e Regioni. Sono almeno 500 gli autobus nel capoluogo umbro.L La manifestazione si è conclusa con l’appello: ‘Nessuno deve essere lasciato solo
(DA ” UMBRIA 24 ” –LINK AL FONDO)
WWW. ANSA.IT— 7 OTTOBRE 2018
Marcia Pace, coordinatore: ‘Candidiamo modello Riace per Nobel pace’
Tanti giovani in marcia aperta da un grande striscione sorretto da studenti e con la scritta “Fraternità”
E’ una marcia della pace con tantissimi giovani e pochi politici quella partita da Perugia per raggiungere Assisi. Circa 10 mila sono gli studenti provenienti da ogni parte d’Italia. Portano striscioni inneggianti alla pace, al rispetto dei diritti umani e contro ogni forma di discriminazione. I giovani rappresentano le realtà più disparate: ci sono quelli dell’istituto comprensivo De Amicis Maresca di Locri e i ragazzi dell’Isis Brignoli, Einaudi, Marconi di Gradisca d’Isonzo-Staranzano, solo per citerne due.
“Candidiamo al Nobel per la pace il modello Riace”: la proposta è arrivata da Flavio Lotti, coordinatore e anima della Marcia della pace PerugiAssisi, in occasione del suo intervento per i saluti alla partenza del corteo. “Non ci riferiamo a persone in particolare e non vogliamo personalizzare la questione – ha poi ribadito all’ANSA Lotti – ma come comitato organizzatore della marcia proponiamo che il prossimo Nobel venga dato ad un modello di accoglienza, integrazione e solidarietà che serve a tutti e che risponde ai valori a cui la marcia si è sempre ispirata”.
“Osiamo la fraternità”, il messaggio lanciato da Lotti, uno degli organizzatori e anima della marcia alla partenza. “E’ insopportabile quanto accade intorno a noi – ha aggiunto – nessuno va lasciato indietro e da solo”. In marcia, come tradizione, tante bandiere della pace, i gonfaloni di numerosi enti locali, di associazioni e sindacati, espressioni di numerosissime realtà del paese. A causa del clima, molti quelli che stanno marciano con ombrelli e impermeabili. Alla Marcia della Pace sta prendendo parte tra gli altri la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini.
Marciano insieme ai gonfaloni di 286 fra Comuni, Province e Regioni. Alla Perugia-Assisi ci sono le associazioni cattoliche e degli immigrati, Amnesty international, Libera e i sindacati. Alcuni indossano magliette con scritto “La solidarietà non si arresta. Io sto con Riace”. Altri portano un cartello sul quale si legge “Noi siamo con Riace e con Mimmo Lucano”. Marciano nonostante il cielo coperto e la pioggia caduta fino a pochi attimi prima della partenza. Con indosso impermeabili e cerate, anche se di tanto in tanto spunta anche qualche ombrello.
“La presenza alla marcia della Pace è la conferma del nostro impegno contro la guerra e per il disarmo. Lontano dai riflettori dei media ci sono decine di conflitti in tutto il mondo, spesso alimentati da armi vendute dai Paesi occidentali, Italia compresa”. Lo dichiara Giuseppe Civati, fondatore di Possibile, partecipando alla Perugia-Assisi, insieme alla segretaria di Possibile, Beatrice Brignone. “È necessario – aggiunge Civati – ricordare che le guerre, anche in apparenza lontane, ci riguardano, toccano le nostre vite e non solo quelle di chi viene ucciso. Il messaggio di pace deve essere sempre centrale nella strategia politica di una sinistra moderna e innovativa. Chiedere la pace è un atto di grande coraggio”.
“La pace non è data per sempre ma va difesa ogni giorno dal clima d’odio e dagli spacciatori di paura”. Lo afferma in una nota Laura Boldrini (Leu) annunciando che “oggi partecipo alla Perugia-Assisi per difendere i valori di una sana democrazia”.
La lettera di Mattarella «Viviamo un tempo di cambiamenti epocali e più che mai le nostre società continuano ad avere un gran bisogno di donne e uomini di pace. La marcia PerugiAssisi, anche quest’anno, come nella sua lunga storia, è una testimonianza corale di speranza e fraternità. In questa giornata desidero esprimere il mio incoraggiamento ai partecipanti, in particolare ai giovani che hanno animato il meeting su Diritti e responsabilità e a tutti coloro che decidono di camminare insieme sulle strade dell’impegno e della solidarietà. E’ una stagione di ricorrenze importanti. La Costituzione Repubblicana entrò in vigore 70 anni or sono, e sempre nel 1948, l’Assemblea generale delle Nazioni unite proclamò la Dichiarazione universale dei diritti umani. Sono due pilastri su cui è costituita la nostra civiltà, e che ancora sostengono un’idea di progresso nella libertà, nell’uguale dignità di ogni essere umano, nella cooperazione tra i popoli. Entrambi i testi nascono all’indomani degli orrori della guerra, dell’olocausto, delle dittature. Mai più dobbiamo ricadere negli abissi della violenza. La nostra forza poggia sulla capacità di mobilitare le coscienze e di non retrocedere per nessuna ragione sui diritti della persona. La pace coinvolge e sfida la cultura, l’economia, la politica, l’educazione, interpella ciascuno. L’apporto creativo dei giovani è indispensabile per dare sostanza alla pace. Ricorre quest’anno anche il cinquantesimo della morte di Aldo Capitini, apostolo della non-violenza, che fu l’ideatore della marcia Perugia-Assisi. Attualizzare il suo messaggio è un’impresa appassionante che richiede intelligenza e dedizione e che ci sollecita a una coerenza di vita».
Fico Il presidente della Camera Fico ha scritto: «In un tempo come quello che stiamo vivendo nel nostro presente, in cui tanta parte del mondo e’ lacerata dagli orrori della guerra, del terrorismo, della poverta’ e delle minacce ambientali, la strada della pace e della nonviolenza e’ una vera necessita’, etica e al tempo stesso geopolitica»: l’ha scritto il presidente della Camera, Roberto Fico, in un messaggio inviato alla Marcia. «Un’esigenza – ha scritto – la cui attuazione e’ peraltro legata indissolubilmente alla piena salvaguardia dei diritti umani e al rispetto della dignità di ciascuno. Non vi può essere una pace stabile e duratura senza una marcata e progressiva riduzione delle inaccettabili disuguaglianze economiche e sociali tra i Paesi e tra le fasce di popolazione al loro interno, senza una più equa distribuzione dei redditi, senza la garanzia di accesso universale a beni essenziali come l’acqua, senza che la dignità di tutti sia rispettata e nessuno sia lasciato indietro. Al riguardo, il settantesimo anniversario della firma della Dichiarazione universale dei diritti umani deve valere come forte richiamo per la comunità internazionale, le istituzioni, la politica, ma anche i singoli cittadini al dovere di mettere in campo tutti gli strumenti necessari per difendere i diritti fondamentali di ciascun individuo. Strumenti che, per avere efficacia, devono essere veicolati nel cuore dei popoli e fatti vivere educando le coscienze a non rassegnarsi alle ingiustizie e alle violenze; a scegliere di abbattere le barriere tra i popoli, impegnandosi per una società che non precluda a nessuno le risorse vitali del pianeta: tutto senza lasciarsi contagiare dai portatori di odio e dai divulgatori della paura e della violenza. E’ proprio questo – ha sottolineato – lo spirito, cui idealmente mi associo, dei partecipanti della Marcia della pace e della fraternità che congiunge Perugia e Assisi: voler manifestare, soprattutto da parte dei tanti giovani presenti, la volontà di invertire la rotta dell’egoismo e dell’indifferenza di un’umanità spesso cinica e sbandata, promuovendo – ha concluso Fico – dei valori di giustizia, solidarietà e democrazia che sono alla base dell’idea della nonviolenza»
L’appello della Marcia della Pace 2018 Grandi incertezze, molta solitudine, molta insicurezza, molte paure, aumento delle povertà e delle disuguaglianze, perdita del lavoro e mancanza di prospettive stanno togliendo la pace a molte persone. I problemi sono tanti e complessi. Diciamo basta allindividualismo e alla competizione che ci impediscono di rispondere ai bisogni fondamentali delle persone. Nessuno potrà farcela da solo! Cerchiamo assieme le soluzioni dei problemi che non sono ancora state trovate e intraprendiamo nuove iniziative per attuarle. Nessuno deve essere lasciato solo! Prendiamoci cura di tutti, senza distinzioni, a cominciare dai più vulnerabili. Non lasciamo nessuno indietro! Rimettiamo al centro della nostra comunità, della nostra società le persone, tutte le persone, la loro dignità e i loro diritti umani fondamentali. Costruiamo un argine alla violenza diffusa, al razzismo, alle discriminazioni, al bullismo, alle parole dell’odio… Riaffermiamo il dovere umano di assicurare ad ogni persona dignità e rispetto. Riaffermiamo il principio universale di uguaglianza e di giustizia. Riaffermiamo il dovere di proteggere ovunque tutte le persone minacciate da violenze, guerre, persecuzioni, sfruttamento e sistematiche violazioni dei diritti umani! Costruiamo sicurezza sociale per tutti. Diamo a tutti un lavoro dignitoso. Prendiamoci cura di chi non ce lha. Rifiutiamo leconomia che uccide, sfrutta e distrugge. Facciamo crescere leconomia della fraternità! Smettiamo di fare e alimentare le guerre! Miglioriamo i nostri pensieri!
Osiamo la fraternità!
Il manifesto della cura
1. La cura è la dimensione essenziale della vita umana perché senza cura lesistenza non può fiorire. 2. Avere cura significa prendersi a cuore. Il prendersi a cuore la vita in ogni sua forma nutre e illumina di senso il cammino. 3. Venire nel mondo significa fare esperienza della fragilità e della vulnerabilità, del trovarsi a dare forma al tempo lasciandosi guidare dal desiderio del bene che gemma nellanima. Rispondere alla necessità del reale significa aver cura di sé, aver cura degli altri, aver cura del mondo e della natura. 4. Prendersi a cuore sé significa assumere la responsabilità di dare forma alla propria esperienza coltivando la vita dell’anima, per trovare la clorofilla spirituale che tiene alla ricerca delle cose buone con un pensare sensibile e un sentire limpido. 5. Prendersi a cuore laltro significa offrire e condividere esperienze che lo aiutino a procurare quanto necessario a conservare la vita, a riparare le ferite dell’esserci e a coltivare i modi per attuare con pienezza le possibilità dell’esistere. 6. Prendersi a cuore il mondo e la natura significa assumersi la responsabilità di dare una buona forma a ogni luogo dell’abitare secondo il principio del rispetto e della semplicità essenziale, della condivisione solidale e conviviale. 7. Una buona cura è orientata dal desiderio di bene, che è il desiderio primario della vita. Il desiderio di bene costituisce la misura misurante dell’agire con cura. 8. Il desiderio di bene che è proprio della giusta cura si esprime in modi di essere: avere attenzione per laltro, ascoltare, dare tempo, agire con delicatezza, mostrare comprensione, procurare allaltro ciò di cui ha necessità, dare conforto, condividere buone esperienze, avere il coraggio per le scelte difficili. 9. I modi di essere propri di una buona cura trovano nutrimento in un nucleo etico costituito dalle virtù della cura: responsabilità, rispetto e gratuità. Sentirsi responsabili per rispondere allappello dell’altro con premura e sollecitudine. Avere rispetto concentrando lattenzione sull’altro per trovare il modo di agire che sia in sintonia con le direzioni del suo essere. Essere generosi per condividere con laltro ciò che è essenziale a fare della vita un tempo buono. 12. Esserci con cura è cercare lirrinunciabile, pensando con il cuore e agendo con misura nel momento giusto e con semplicità essenziale.
Messaggio Cgil «L’appello lanciato da Perugia da Susanna Camusso, segretaria Cgil, sulla necessità di avviare un percorso di riconversione delle fabbriche che producono armi nel nostro paese è pienamente condivisibile e sarà uno dei messaggi che porteremo domani alla marcia della Pace». Lo afferma in una nota Filippo Ciavaglia, segretario generale della Cgil di Perugia. «L’appello peraltro – continua Ciavaglia – parla anche al nostro territorio, vista la presenza a Baiano di Spoleto di uno stabilimento militare nel quale si producono bombe a mano e altri tipi di armamenti. Ragionare di riconversione significa ovviamente proteggere il lavoro trasformandolo – prosegue Ciavaglia – e significa farlo nella direzione del disarmo, che è un obiettivo fondamentale da perseguire per bloccare gli ingranaggi della guerra con tutte le sue drammatiche conseguenze. Siamo in marcia per dire basta alle guerre e a ogni forma di violenza e intolleranza – conclude Ciavaglia – La Cgil c’è come sempre sul solco tracciato da Aldo Capitini».
Particolarmente marcata, quest’anno, la presenza della Cgil che, oltre a partecipare alla marcia con centinaia di militanti e dirigenti da tutta Italia, avrà anche tre stand fissi lungo il tragitto. Il primo a Ponte San Giovanni, dove la Flai Cgil dell’Umbria insieme alla Camera del Lavoro di Perugia pianteranno una tenda rossa, simbolo di lotta all’illegalità e allo sfruttamento sul lavoro. Il secondo a Bastia Umbra, a cura dell’Auser e della Camera del Lavoro di Bastia. Il terzo a Santa Maria degli Angeli, caratterizzato da varie associazioni che fanno parte della Rete della Pace, a partire da Arci, Legambiente, Acli e Udu, con una forte presenza di migranti, richiedenti asilo e di volontarie e volontari del servizio civile. Sempre a Santa Maria degli Angeli sarà presente lo stand di Radioarticolo1 che seguirà in diretta tutta la Marcia.
Per la Cgil nazionale parteciperanno alla marcia i segretari confederali Gianna Fracassi e Nino Baseotto.
PER QUEST’ULTIMA NOTIZIA:
http://www.rassegna.it/articoli/perugia-assisi-24-chilometri-per-la-pace
«Oltre 100 mila alla PerugiaAssisi»: «Sindaco Riace premio Nobel Pace»
Bellissima questa Marcia della Pace. La richiesta di pace, lavoro, diritti sociale, eguaglianza è come un fiume carsico che a tratti si inabissa e poi torna alla luce del sole. Se la sinistra “politica” non dà molti segni di se’, le esigenze che esprimeva sono rimaste intatte.
Mi viene in mente, a proposito di ” fiumi carsici”, il film che ho visto ieri: “La casa dei libri”, di Isabel Coixet, prodotto in Gran Bretagna nel 2017, tratto dall’omonimo romanzo di Penelope Fitzgerald. Ambientato nel 1959, racconta la storia di Florence Green, una vedova dallo spirito libero, che decide di lasciarsi alle spalle il dolore della perdita del marito e rischia tutto per aprire una libreria- la prima nella sonnolenta cittadina costiera di Hardborough in Inghilterra. Gli abitanti, soprattutto la miope élite del paese, passerà dalla passività verso questa iniziativa, alla vera e propria ostilità. La donna continuerà imperterrita nel suo progetto, diffondendo in quel luogo cultura e novità librarie, come “Lolita” e ” Fahrenheit 451″. Tuttavia la potente élite sociale avrà la meglio, facendo addirittura approvare una legge che, considerando il locale della libreria edificio storico, affermerà il diritto di prelazione da parte dello Stato. Quindi la “libraia meravigliosa” dovrà andarsene. Però il suo coraggioso lavoro ha lasciato dei semi importanti, che lentamente ma tenacemente fioriranno quando i tempi saranno più maturi. Insomma, un invito al coraggio, alla speranza, alla convinzione che ciò che facciamo di buono, anche se momentaneamente perdente, non andrà sprecato. Dovrà solo trovare, come i semi che si disperdono, un terreno e una società più adatta. Complessivamente un film molto gradevole anche se molto realistico: se si perde una battaglia, magari si potrà vincere la guerra.
Il 19 ottobre ricorre il cinquantenario della morte di Aldo Capitini teorico dell pensiero non violento per cui viene detto il Gandhi italiano.Fu lui ad organizzare la Marcia della Pace e la fratellanza dei popoli da Perugia a d Assisi il 24 settembre 1961.Uno dei personaggi che per statura intellettuale,per coerenza tra principi e comportamenti concreti,per tensione etico-civile meglio rappresenta la storia del nostro Novecento. La sua lezione di apostolo laico,di combattente per i valori permanenti della storia: la pace,l’uguaglianza,l’onestà praticata e non gridata,la solidarietà verso i deboli e gli ultimi,è sempre attuale.Il successo della marcia di quest’anno conferma che l’esempio ed il messaggio di Capitini è interiorizzato da strati sempre più vasti di cittadini.La manifestazione di Riace a sostegno del “visionario”sindaco Mimmo Lucano,quella contro il razzismo a Milano, e la marcia per la pace da Perugia ad Assisi,sono momenti ed iniziative da cui la sinistra radicale potrebbe trovare lo stimolo per la ripartenza,dopo le tante sconfitte….