Nadia Murad (Mark Wilson/Getty Images)–che sorride e sembra contenta –da IL POST https://www.ilpost.it/2018/10/05/nobel-pace-2018/
Nelle foto il dottor Denis Mukwege, il chirurgo congolese nell’ospedale Panzi di Bukavu, nella regione del Sud Kivu in R.D.Congo, assieme alle sue pazienti …
IL FATTO QUOTIDIANO DEL 06-10-2018
Pace per le donne: un Nobel a chi difende le altre #MeToo
Riconoscimento per l’attivista Yazida e il ginecologo
NADIA MURADDENIS MUKWEGE
” È difficile immaginare altri due vincitori del Nobel per la Pace più degni di Nadia Murad e Denis Mukwege. Il riconoscimento non poteva andare che a questi due attivisti straordinariamente coraggiosi, resilienti ed efficaci contro il flagello della violenza sessuale e l’uso dello stupro come arma di guerra”. Tra le tante reazioni alla scelta della giovane yazida, a lungo schiava sessuale dei tagliagole dell’Isis, e del medico congolese che cura le donne violentate dai guerriglieri, c’è anche questa di Michelle Bachelet, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, che prosegue così: “Abbiamo bisogno di molte più persone come voi per difendere nel modo giusto i diritti delle donne, delle minoranze, di tutti e lavorare per la giustizia”.
Nella Repubblica Democratica del Congo, paese ricchissimo di risorse naturali e di continui violenti conflitti tra bande di guerriglieri, Mukwege è chiamato “l’uomo che ripara le donne” perché dal 1998 ha curato 40 mila vittime di stupri nella Repubblica democratica del Congo. In questi vent’anni il ginecologo s’è dedicato a curare e sostenere le donne vittime della guerra, terminata ufficialmente nel 2002, ma riesplosa a intervalli regolari tra l’esercito e i gruppi armati che vogliono controllare le miniere di coltan, usato per costruire il cervello degli smartphone “Lo stupro è una strategia per distruggere le comunità, per terrorizzare la popolazione che si vede costretta a fuggire dai propri villaggi”, ha spiegato Mukwege, L’ex segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, aveva definito ciò che è accaduto in Congo “un genocidio sessuale”.
Denis Mukwege davanti all’Ospedale Panzi di Bukavu, Congo, nel 2015 (MARC JOURDIER/AFP/Getty Images)–immagine da IL POST
Laureato in Medicina in Burundi, specializzato in Francia, Mukwege ha fondato nel 1998 l’ospedale Panzi a Bukawo, nell’est del Paese (la zona dove si concentra la maggior parte degli scontri) dove ha messo a punto nuove tecniche per risolvere le orribili lacerazioni, fisiche e psicologiche, che rimangono per anni nelle menti e nei corpi delle vittime. Torture che purtroppo anche Nadia Murad, assieme a migliaia di donne d’etnia yazida, ha dovuto subire nel 2014 per lunghi mesi in seguito alla conquista della città di Sinjar, dove viveva, da parte dell’Isis.
Gli uomini che non riuscirono a fuggire vennero trucidati. Murad ha 25 anni ma la maturità saggia di chi ha dovuto far appello a tutta la forza d’animo per resistere a una catastrofe prolungata e brutale. Dopo aver visto la propria famiglia assassinata dai membri dello Stato Islamico, è stata imprigionata e schiavizzata sessualmente fino a quando non è riuscita a scappare.
Nel 2016 Murad è diventata la prima ambasciatrice Onu per la dignità dei sopravvissuti alla tratta di esseri umani e ha vinto il Premio Sakharov. Tra le donne che l’hanno aiutata a diventare una testimonial globale c’è l’avvocata Amal Clooney. La sua esperienza è stata raccontata nell’autobiografia L’ultima ragazza (Mondadori). Nei discorsi che tenne all’Onu e al Parlamento europeo non ha mai usato parole di vendetta, ma il suo sguardo è così triste da far capire che nulla potrà consolarla. Per questo il suo attivismo, la sua forza e determinazione meritano almeno il Nobel per la Pace.
E’ quasi incredibile la realtà che ci si presenta in molte zone del mondo. Eppure i Paesi ricchi continuano a mandare armi, facendo dei bei guadagni, tra l’indifferenza dei governi e sovente dell’ONU stesso.