VIALE DELLE PROVINCE 196- EX PALAZZO INPDAI
REPUBBLICA DEL 2 OTTOBRE 2018
S T O R I E
Roma
Il bibliotecario degli italiani di domani
ELENA KANIADAKIS
Foto di Giuseppe Marsoner
Sulla scrivania spunta un modellino di un blindato della polizia. Rafael ci gioca distrattamente mentre racconta: «Questo è l’unico blindato che vorremmo vedere in questo posto».
Del Venezuela, dove lavorava come professore prima di arrivare in Italia, Rafael ha conservato l’accento sudamericano e la passione per l’insegnamento: ora in una palazzina occupata dell’ex Inpdap, nel cuore di Roma, ha aperto una biblioteca per quelli che chiama «gli italiani di domani». Più di trenta bambini che con le loro famiglie, centoquaranta in tutto, da sei anni vivono nel grande palazzo a vetri che li ha sottratti alla strada, e che, con l’inasprimento del piano sgomberi annunciato a inizio mese dal ministero degli Interni, rischiano di dormire di nuovo all’addiaccio. Famiglie soprattutto sudamericane, ma anche africane e arabe, con genitori che vivono in Italia da vent’anni e che lavorano con il permesso di soggiorno, ma che faticano a pagarsi l’affitto. Oltre a Rafael ci sono altri insegnanti che vivono nel palazzo, una ragazza eritrea che prima di emigrare insegnava italiano, un arabo professore di francese: «Ci stiamo organizzando per gestire corsi di lingue nel pomeriggio, quando i bambini tornano da scuola. La biblioteca deve essere come una farmacia: un luogo in cui entri, stai male e trovi quello di cui hai bisogno.
Non basta allestire un luogo con dei libri per farne una biblioteca, quando entri devi trovare chi ti ascolta e ti assiste», chiarisce Rafael.
La biblioteca si trova in quello che un tempo era un corridoio dell’ufficio Inpdap, sulle pareti sono ancora appese le insegne che indicano le fila di attesa e gli sportelli con i servizi. Sotto, i libri raccolti un po’ ovunque: vocabolari della lingua italiana, libri di scienze e di arte, fumetti e poi romanzi per i più grandi.
«Ho iniziato a riempirla con libri che trovavo abbandonati, poi mi sono fatto il giro delle biblioteche, delle università di Roma» spiega il bibliotecario,«e ho raccolto dove ho potuto.
Siamo a pochi passi dall’università La Sapienza, nel cuore di Roma, eppure centri di aggregazione come questo non esistono. Volevo un luogo che fosse un punto di riferimento per i bambini, ma anche di incontro con il quartiere. Le nostre porte sono aperte a tutti».
La realtà di Rafael è quella di altre quasi diecimila persone in attesa di un alloggio popolare, in una città che conta settemila sfratti l’anno, con oltre cento palazzi occupati: «Se domani arriva la polizia, cosa ne sarà della mia biblioteca e dei ragazzi?» si chiede Rafael.
«Prima che accada — confessa — mi piacerebbe sedermi a un tavolo con Matteo Salvini e Papa Bergoglio, e parlare di dignità umana e di diritto alla casa».
LE FOTO SONO PRESE DA QUESTO LINK, DOVE C’E’ UN ARTICOLO DI MAGGIO 2018 CHE PARLA DELLA BIBLIOTECA E DI RAFAEL
Viale delle Province 196: Rafael e il progetto della biblioteca nel palazzo occupato
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E’ mai possibile che non esistano vie d’uscita per persone come queste? Sarebbero dei nuovi preziosi cittadini italiani, non dei reietti costretti magari a vivere in strada. Vogliamo un futuro per l’Italia con tanti piccoli e grandi Salvini?