PALAZZO LOREDAN, VENEZIA
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PALAZZO LOREDAN
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DAL 15 SETTEMBRE “IDOLI. IL POTERE DELL’IMMAGINE” A VENEZIA
È stata presentata ieri a Milano la mostra “Idoli. Il potere dell’immagine” che si terrà al Palazzo Loredan di Venezia (sede dell’Istituto Veneto di Scienze Lettere ed Arti) dal 15 settembre 2018 al 20 gennaio 2019.
- Figura femminile stante a braccia conserte
Egitto, Hierakonpolis, “Deposito principale”, recinto del tempio
periodo predinastico Naqada III
(3300-3000 a.C.)
Lapislazzuli e legno, alt. 8,9 cm
Ashmolean Museum, Oxford
Ne hanno parlato Alessandro Marzo Magno, neo direttore responsabile di Ligabue Magazine, Inti Ligabue, figlio di Giancarlo Ligabue e presidente della Fondazione Ligabue che ha promosso la mostra, Annie Caubet – conservatrice onoraria del Museo del Louvre – che ne è la curatrice e Stefano De Martino, anatolista dell’Università di Torino.
Il percorso espositivo presenterà ai visitatori 100 reperti che abbracciano un arco temporale vastissimo, dal 4000 al 2000 avanti Cristo. Parimenti ampio è lo spazio geografico preso in considerazione che si estende dalla Penisola Iberica alla Valle dell’Indo.
Nella prima parte prevarranno le figure femminili che poi lasceranno il posto da protagonista a quelle maschili che s’impongono nelle società urbane, più strutturate e complesse delle forme di convivenza precedenti.
Si potranno ammirare statuette di idoli diverse tra loro per forme e dimensioni, materiale, iconografia e simbologia. Dalla figurina cilindrica con occhi del calcolitico (IV millennio a.C.) proveniente forse dall’Estremadura (la presterà il Museo Archeologico Nazionale di Madrid) alla figurina femminile stante del Belucistan appartenente alla Collezione Ligabue.
- Suonatore di arpa cicladico
Thera (Santorini)
Antico Cicladico II (2600-2400 a.C.)
Marmo, alt. 16,5 cm, largh. 5,5 cm
Badisches Landesmuseum, Karlsruhe
- Suonatore di arpa cicladico
Thera (Santorini)
Antico Cicladico II (2600-2400 a.C.)
Marmo, alt. 16,5 cm, largh. 5,5 cm
Badisches Landesmuseum, Karlsruhe
Da questa ricca collezione sono stati selezionati una quindicina di pezzi: tutti gli altri arriveranno da prestatori nazionali e internazionali, non soltanto musei come il Polo Museale della Sardegna – Museo Archeologico Nazionale di Cagliari (che farà viaggiare tre figure femminili), il Museo di Cipro e l’Ashmolean Museum of Art and Archaeology – University of Oxford, ma anche fondazioni e collezioni private di Francia, Gran Bretagna, Svizzera e Germania.
Tra i due estremi geografici sopra menzionati si collocheranno le inconfondibili figurine cicladiche come il Suonatore di arpa, le figure cruciformi cipriote, le figure schematiche astratte dell’Anatolia e gli idoli egizi, quelle steatopigie stanti dell’Arabia (assai floride rappresentazioni della Grande Madre) e gli idoli con occhi dell’Asia occidentale, le statuette regali della Mesopotamia e le cosiddette Dame dell’Oxus, tra cui l’enigmatica “Venere Ligabue” in clorite e calcare, datata tra il 2200 e il 1800 a.C.
- “Venere Ligabue”
Iran orientale, Asia centrale
Civiltà dell’Oxus (2200-1800 a.C. circa)
Clorite, calcare, alt. 11 cm, largh. 13,2 cm
Collezione Ligabue, Venezia
Durante la presentazione la curatrice Caubet ha insistito sul tema degli scambi, materiali e immateriali, intercorsi nella lunghissima epoca di transizione durante la quale i villaggi del Neolitico si trasformarono nelle società urbane dell’Età del Bronzo. Scrive nel saggio in catalogo pubblicato da Skira:
Quando, tra il 3300 e il 3000 a.C., gran parte del mondo antico fu teatro della rivoluzione urbana che portò alla nascita delle prime città, la profonda trasformazione sociale ed economica si tradusse in cambiamenti radicali nel campo delle rappresentazioni visive. I concetti metafisici continuarono a essere incarnati in immagini tridimensionali, ma l’ideale steatopigio fu abbandonato a favore di visioni del tutto nuove.
Il contrasto tra le due fasi può essere osservato con particolare chiarezza negli esemplari realizzati in periodi successivi nella stessa area, come la Sardegna o le Cicladi. Si affermarono due tendenze opposte e complementari: una portata all’astrazione e alla schematizzazione estrema; l’altra realistica, ma stemperata da una tendenza all’idealizzazione.
Entrambe erano spesso adottate contemporaneamente.
Ammaliati dal fascino che emana dagli idoli come li ha fotografati Hughes Dubois(sue sono le immagini pubblicate nel catalogo), non ci resta che attendere il prossimo settembre per un tête-à-tête che si annuncia davvero intenso.
Saul Stucchi
Didascalie:
© Fondazione Giancarlo Ligabue
Photo by:Hughes Dubois
- Figura femminile stante a braccia conserte
Egitto, Hierakonpolis, “Deposito principale”, recinto del tempio
periodo predinastico Naqada III
(3300-3000 a.C.)
Lapislazzuli e legno, alt. 8,9 cm
Ashmolean Museum, Oxford - Suonatore di arpa cicladico
Thera (Santorini)
Antico Cicladico II (2600-2400 a.C.)
Marmo, alt. 16,5 cm, largh. 5,5 cm
Badisches Landesmuseum, Karlsruhe - “Venere Ligabue”
Iran orientale, Asia centrale
Civiltà dell’Oxus (2200-1800 a.C. circa)
Clorite, calcare, alt. 11 cm, largh. 13,2 cm
Collezione Ligabue, Venezia
Idoli. Il potere dell’immagine
Dal 15 settembre 2018 al 20 gennaio 2019
Palazzo Loredan
Campo Santo Stefano 2945
Venezia
Informazioni:
Figura steatopigia (GRASSA) in basalto del IV millennio a.C. proveniente dall’Arabia Saudita e conservata in una collezione privata di Londra
LO SFREGIATO.
Idoli. Il potere dell’immagine
Annie Caubet
Skira
Venezia, Fondazione Ligabue, Palazzo Loredan, 15 settembre 2018 – 20 gennaio 2019.
A cura di Annie Caubet.
Milano, 2018; cartonato, pp. 256, ill. col., cm 24×28.
(Archeologia, Arte Primitiva e Orientale).
collana: Archeologia, Arte Primitiva e Orientale
ISBN: 88-572-3884-9 – EAN: 9788857238845
Soggetto: Collezioni,Saggi (Arte o Architettura),Saggi e Studi sull’antichità,Scultura
Periodo: 0-1000 (0-XI) Antico
Testo in:
Peso: 1.51 kg
Idoli (dal greco eidolon, immagine) costituisce il primo tentativo di confronto dall’oriente all’occidente, di opere raffiguranti il corpo umano dal 4000 al 2000 a.C.; l’area presa in considerazione è un’immensa parte del mondo antico e dimostra come regioni distanti presentino molteplici fattori comuni, seppur con le varianti locali.
Il periodo in questione, 4000-2000 a.C., è un’epoca di grande transizione. I villaggi agricoli del tardo neolitico si stanno evolvendo in società urbane dell’età del bronzo. Le autorità dei clan familiari e tribali cedono il passo a un potere centralizzato e a società complesse. Le concezioni metafisiche trovano la loro traduzione visiva nelle statuette antropomorfiche, gli “idoli”, che partono dalle figure femminili del Neolitico, nude e sontuosamente prosperose, e dalla cosiddetta “Dea madre”, per arrivare attorno al 3300-3000 a.C. circa all’età delle prime città e alla comparsa di nuove raffigurazioni astratte, dai volumi netti e schematici, nelle quali il corpo umano è ridotto a un volume geometrico animato da un paio di occhi (idoli oculari).
Con l’avvento del terzo millennio, entrano in scena esseri umani non ambigui, mortali: uomini e donne reali, non più la personificazione di principi divini. Gli indumenti e i monili che indossano sono il simbolo del loro status, della loro posizione nella società. La loro identità viene talvolta esaltata da un’iscrizione dedicatoria che preserva il loro nome per l’eternità. Compaiono scene narrative che raccontano episodi bellici e trionfi, scene di caccia, e cerimonie religiose, banchetti e feste accompagnate da musica, statuette di donne o uomini in adorazione, divinità, eroi e geni.
€ 60.00 -15%
€ 51.00
Statuetta femminile seduta con gambe piegate Cicladi, forse Amorgos Tardo Neolitico (V-IV
Figura Femminile geometrica
La cultura cicladica si sviluppò nelle isole Cicladi tra il IV ed il II secolo a.C. Essa è stata divisa cronolgicamente in Cicladico antico, medio e tardo.
ARTE PRECOLOMBIANA
E’ straordinario il fatto che civiltà distantissime tra di loro si esprimano in forme quasi simili.