REPUBBLICA, ROBINSON DEL 9/9/ 2018
Martin Scorsese con un Robert De Niro bellissimo!
qui, un bellissimo ragazzo di 76 anni
https://it.wikipedia.org/wiki/Martin_Scorsese
Martin Charles Scorsese (New York, 1942)
Macché Scorsese: chiamatemi Paisà
Sarà stata una vera “Ossessione”, per citare un titolo di Visconti. Ma è tutto il neorealismo ad avere segnato la strada di questo grande del cinema che non ha mai dimenticato l’origine italiana. Come lui stesso racconta adesso che una supermostra ricorda, a New York, i suoi idoli: a cominciare da quel Rossellini che “incontrò” da bambino con i nonni a Little Italy. Ma per davvero?
di Martin Scorsese
mostra a new york
link della mostra:::
Ognuno di noi ha momenti nella vita a cui ritorna continuamente. Il mio è un ricordo d’infanzia della fine degli anni ‘40: seduti davanti alla televisione nel nostro appartamento di Little Italy, guardiamo Paisà di Roberto Rossellini o, per essere più precisi, guardo i miei nonni davanti al film. Erano arrivati in America dalla Sicilia all’inizio del secolo, e quelli erano i primi filmati della loro terra d’origine che non vedevano da allora. E vedevano anche cosa ne era stato dopo la devastazione della guerra mondiale. Sono stati tanti gli episodi e le esperienze, le emozioni e i lampi di consapevolezza che mi hanno portato a diventare un regista. Questo ne fu uno. E mentre vedevo sempre più film dall’Italia, il neorealismo divenne una pietra di paragone. E ancora lo è.
Alla fine degli anni ‘90 ho iniziato un documentario sulla storia del cinema italiano, Il mio viaggio in Italia, o My Voyage to Italy, dal nome di un altro film di Rossellini. E, durante quel periodo, ho pensato molto al ruolo del neorealismo italiano nella vita del Paese. Da un lato, si riconoscono i semi del neorealismo in alcuni film chiave realizzati molto prima di quelli che definirono il movimento: Roma città aperta
(1944), Paisà (1946), Sciuscià (1946), La terra trema (1947) ), Ladri di biciclette (1947) e Umberto D. (1952).
Nel cinema, non c’era nulla come quei film; erano una risposta collettiva alla devastazione e alla tragedia della guerra, una risposta che arrivava sotto forma di arte. Il neorealismo era noto per la sua mancanza di artifici – uscire nelle strade per girare storie della vita quotidiana, dalle situazioni, ai luoghi, all’utilizzo di attori non professionisti. In quelle scene, tuttavia, c’era sicuramente artificio e c’era anche la straordinaria arte di Rossellini, De Sica e Visconti. Ma era tutto al servizio dell’hic et nunc, e il coraggio richiesto per vivere la quotidianità con dignità, libertà e comprensione. Il neorealismo italiano ha davvero aiutato la nazione a riconquistare la sua anima.
Questo libro traccia la potente tensione della fotografia umanista italiana, basata sulla realtà, che attraversa il periodo fascista e converge, dopo la guerra, nella letteratura, nel teatro, nel cinema e negli scritti teorici del grande sceneggiatore Cesare Zavattini. Quelle famose immagini del dopoguerra erano poco di più di quello che ci si era abituati a vedere nei film e l’influenza reciproca tra i registi nominati sopra – quelli che erano venuti prima (Blasetti, Genina, Camerini e altri) e dopo ( tra cui Fellini, Antonioni, Rosi, Germi, Olmi e De Seta) – e fotografi come Crocenzi, i fratelli Borghesan, Giacomelli e Beltrame è inequivocabile.
È difficile definire il neorealismo. È un impulso. È un momento. È un atto di recupero e di ricostruzione. È una fonte di ispirazione, una fontana che non smette mai di scorrere. Questo libro ci offre un’opportunità rara e preziosa di considerare e contemplare il neorealismo da un nuovo punto di vista. ?
https://www.imdb.com/title/tt0173772/
Il film dura oltre quattro ore dove vengono mostrati e commentati dal regista spezzoni di film dei più grandi autori italiani: Luchino Visconti, Vittorio De Sica, Federico Fellini, Roberto Rossellini.
Il mio viaggio in Italia è un film documentario del 1999 diretto da Martin Scorsese sul cinema italiano.
L’opera è un omaggio a quel cinema che il cineasta ha amato sin da bambino e che lo influenzerà moltissimo nella sua carriera da regista.
È stato presentato fuori concorso al Festival di Cannes 2001
Elenco dei film commentati
Regia di Giovanni Pastrone
- Cabiria (1914)
Regia di Alessandro Blasetti
- La corona di ferro (1941)
- Fabiola (1948)
Regia di Roberto Rossellini
- Roma città aperta (1945)
- Paisà (1946)
- Germania anno zero (1948)
- L’amore (episodio: Il miracolo) (1948)
- Stromboli terra di Dio (1950)
- Francesco, giullare di Dio (1950)
- Europa ’51 (1952)
- Viaggio in Italia (1954)
Regia di Vittorio De Sica
- Sciuscià (1946)
- Ladri di biciclette (1948)
- Umberto D. (1952)
- L’oro di Napoli (1954)
Regia di Luchino Visconti
- Ossessione (1943)
- Giorni di gloria (1945)
- La terra trema (1948)
- Senso (1954)
Regia di Federico Fellini
- I vitelloni (1953)
- La dolce vita (1960)
- 8½ (1963)
Regia di Michelangelo Antonioni
- L’avventura (1960)
- L’eclisse (1962)