Alik Aldo Cavaliere (Roma, 1926 – Milano, 1998) è stato uno scultore italiano, professore di scultura e direttore dell’Accademia di Belle Arti di Brera.
“Nessun artista, nella scultura del Novecento, ha scolpito il mondo della vegetazione e, per essere più precisi, l’universo verde delle foglie, dei frutti, dei cespugli, degli arbusti, degli alberi, come Alik Cavaliere.” Così afferma Elena Pontiggia, curatrice della mostra, a proposito dello scultore e del suo forte interesse per la natura, tema centrale di Alik Cavaliere. L’universo verde.
La mostra si sofferma su un’altra tematica ricorrente nella poetica dell’artista: la gabbia, simbolo dei limiti e delle costrizioni che incombono sull’uomo. Questa condizione è ben rappresentata in E gli uomini vollero piuttosto le tenebre che la luce (1967) e approfondita nei numerosi lavori successivi dal titolo W la libertà in cui gli elementi naturali, imprigionati all’interno di rigide forme geometriche, tentano invano di evadere.
Come affermava lo scultore: “La gabbia era un senso di oppressione di qualche cosa a cui non riusciamo a sfuggire. Ho anche imprigionato ricordi, memorie, cose che si erano perdute. La natura fioriva all’esterno di questa gabbia”.
COMMENTA ELENA PONTIGGIA , durata 3′-25”
https://www.youtube.com/watch?v=0tmUuYNSV1c
Maria Mulas, Alik Cavaliere, 1983 © Maria Mulas
G.B. si innamora della signorina bene, 1962
Alik Cavaliere, G.B. La fine di un amore, 1962
L’abete, 1967
Viva la libertà, 1967-67
Doveroso risarcimento per un autore troppo poco considerato e commemorazione a vent’anni dalla scomparsa, la retrospettiva che Milano dedica ad Alik Cavaliere (Roma, 1926 – Romagnano Sesia, 1998) si distribuisce su sei sedi. Il fulcro è nella Sala delle Cariatidi del Palazzo Reale (con un’appendice nel giardino), invasa senza soluzione di continuità da una gran quantità di sculture “vegetali”. Il colpo d’occhio è d’impatto, anche se le singole opere soffrono un po’ a causa dell’accumulo.
Ma addentrarsi tra gli arbusti post-apocalittici di Cavaliere (calchi in bronzo basati su modellato in cera) è un’esperienza da non perdere: un doppio della realtà che denuncia il suo artificio ma nondimeno dà vita a un universo autonomo, che ingloba il corrispettivo reale e immerge in sensazioni allo stesso tempo tragiche e idilliache.
SMARRIMENTO E VITALITÀ
Come si vede, risulta un po’ riduttivo aver intitolato la mostra L’universo verde: l’infinito ribadire del motivo vegetale non è per l’artista una scelta di stile, ma radicalmente simbolica. Vero è che il riferimento al De rerum natura lucreziano è per l’artista uno spunto fondamentale, ma non teso a creare una semplice trasposizione letterario-artistica. L’estetica congelata di Cavaliere, desolata pur nella vitalità delle diramazioni arboree, post-apocalittica appunto, ha attinenza diretta con le tensioni del secondo dopoguerra e trova corrispondenza anche nella situazione odierna.
Altri filoni sono comunque contemplati nella mostra: come Le avventure di Gustavo B., ciclo di sculture dal sapore teatrale del 1960-63 approfondito al Museo del Novecento. Lo smarrimento esistenziale del personaggio trova qui posto in scenari urbani maestosi per quanto lugubri, ricchi di poesia e persino di ironia.
Nel cortile di Palazzo Litta è collocata invece …E sarà sempre di tutti quelli che credono con la loro arte di defraudare la natura (1967), monumentale variazione di forme tra il vegetale e l’astratto-geometrico, non priva di forza espressiva.
OASI NASCOSTA
Alle Gallerie d’Italia, W la libertà (1976) esemplifica alla perfezione il tema delle “piante in gabbia”, in cui al motivo vegetale “calcificato” si affiancano detriti, oggetti quotidiani consunti e tragici nella loro innocenza calpestata. Vi si accompagna Racconto del 1966, che si muove nelle stesse atmosfere. Le incisioni a quattro mani con Vincenzo Ferrari trovano posto all’Università Bocconi. Ed è da non perdere infine l’altra sede, il Centro Cavaliere, oasi nascosta in pieno centro di Milano, dove si viene accolti dai custodi e introdotti a storia e retroscena della carriera dell’artista.
Ora inserito nel percorso della mostra, ma aperto in permanenza, il Centro ha sede in quello che fu lo studio di Cavaliere e raccoglie esempi di diverse sue fasi, dalla figurazione di inizio carriera alle installazioni, fino all’opera pittorica. Nel cortile, diverse variazioni sul tema vegetale trovano una collocazione perfetta: silenziosa, desolata ma vitale.
– Stefano Castelli
Nome evento | Alik Cavaliere – L’universo verde |
Vernissage | 26/06/2018 ore 18 |
Durata | dal 26/06/2018 al 09/09/2018 |
Autore | Alik Cavaliere |
Curatore | Elena Pontiggia |
Generi | arte contemporanea, personale |
Spazio espositivo | PALAZZO REALE |
Indirizzo | Piazza Del Duomo 12 – Milano – Lombardia |
Editore | SILVANA EDITORIALE |