LIMONOV DA GIOVANE
Poète délinquant à Kharkov, clochard à New York, écrivain sans le sou à Paris, putschiste à Moscou, soldat pro-serbe en Bosnie, fondateur du rouge-brun Parti national-bolchevique puis militant démocrate anti-Poutine (http://www.lepoint.fr)
CON MOGLIE E FIGLIO
FONDATORE DEL PARTITO NAZIONALE BOSCEVICO NEL 1992
Limonov, Eduard. – Pseudonimo dello scrittore e dissidente russo Eduard Veniaminovich Savenko (n. Dzerzhinsk, Nizhny Novgorod, 1943). Trasferitosi in giovanissima età a Kharkov (Ucraina), cominciò a frequentare bande di strada e a commettere reati minori, entrando parallelamente nei circoli poetici radicali e iniziando a scrivere versi di avanguardia; a queste prime esperienze letterarie seguì nel periodo trascorso a Mosca (1967-74) l’adesione ai canoni espressivi del movimento Konkret, esplicitata nei cinque volumi di poesie pubblicati a proprie spese mentre svolgeva lavori saltuari. Lasciata Mosca con una certa fama di poeta, L. si trasferì nel 1974 a New York, dove frequentò circoli d’avanguardia e iniziò a redigere il suo primo romanzo, Eto ja, Edicka, che avrebbe dato alle stampe nel 1976 (trad. it. Eddy-baby, ti amo, 2005). A Parigi dal 1982, lavorò nel quotidiano comunista L’Humanité e nel nazionalista Le Choc du mois, simpatizzando con gli estremisti di destra e ottenendo nel 1987 la cittadinanza francese. Rientrato in Russia nel 1991 con la caduta dell’URSS, iniziò a dedicarsi all’attività politica: fondò il quotidiano Limonka, ma soprattutto il Partito nazionale bolscevico (1992). Nato su ispirazione delle teorie di A. Dugin, che propugnavano il recupero dell’eredità bolscevica nazionalista ma con forti suggestioni provenienti dall’ideologia della Nuova Destra, nel corso degli anni il partito ha assunto una forte vena personalistica ed è stato particolarmente attivo nelle azioni di protesta e nella lotta contro il regime di V. Putin, ciò che ne ha comportato la messa al bando nel 2007. Nel 2001 L. è stato arrestato con l’accusa di terrorismo, cospirazione contro l’ordine costituzionale e traffico di armi; condannato a quattro anni di carcere per l’acquisto di armi, è stato assolto dalle altre accuse e rilasciato due anni prima del termine della pena per buona condotta. Personalità sovversiva e policentrica, resa nota al pubblico occidentale dalla biografia Limonov (2011; trad. it. 2012) di E. Carrère, che ha contribuito alla costruzione del suo mito restituendolo alla storia nelle sfaccettate e contraddittorie immagini di poeta spiritato e teppista di strada, oppositore del capitalismo e singolare teorico delle ibridazioni ideologiche, tra gli altri libri di L. pubblicati in italiano occorre citare: Il libro dell’acqua (2004); Diario di un fallito (2004); Il trionfo della metafisica. Memorie di uno scrittore in prigione (2013), diario dell’esperienza di reclusione all’interno della colonia penale n. 13 nella regione di Saratova, e il testo autobiografico Zona industriale (2018; tit. or. V Syrakh, 2012). (TRECCANI)
IL FATTO QUOTIDANO DEL 2 SETTEMBRE 2018
https://www.ilfattoquotidiano.it/premium/articoli/basta-artigli-usa-leuropa-appartiene-alla-russia/
“Basta artigli Usa, l’Europa appartiene alla Russia”
Lo scrittore: “L’Occidente ci minaccia, le mega esercitazioni come Vostok 2018 sono necessarie: è quel che ci rimane”
A metà settembre ci saranno le esercitazioni militari più vaste dalla Guerra Fredda: le Vostok 2018 (Oriente 2018). È un dispiegamento di muscoli militari necessario, un allenamento utile o entrambi?
Ci hanno circondato di basi militari Nato! Perché ora? Per la retorica ostile di Trump! L’incomprensione dell’Europa rende la Russia spaventata verso l’Occidente. Vediamo che il Regno Unito è nemico, gli Usa sono ostili, la Francia ci guarda male, la Germania dipende dal nostro gas, ma comunque ci guarda storto. Facciamo queste esercitazioni perché è la cosa giusta: abbiamo perso troppi milioni di persone nell’ultima guerra. Negli anni 90, con Eltsin e company, ci hanno praticamente disarmato. Dopo quello che è successo in Ucraina, dove sono arrivati ufficiali americani, francesi, europei a fomentare una guerra con la Russia, ci siamo svegliati. Tutta la popolazione ha la sensazione che vogliono farci obbedire ai dettami americani e a quelli della banda dei paesi europei. In Russia aspettiamo una napadenia, un attacco da parte dell’Occidente, magari non diretto, ma che arriverà dal confine ucraino.
300 mila soldati, mille aerei, 36 mila corazzati verranno dispiegati contemporaneamente.
Fosse stato per me, sarei stato ancora più duro di Putin. Avrei ricostruito con l’intelligence una guerra segreta. Le esercitazioni vanno fatte più spesso, è necessario: l’occidente ci minaccia, questo è quello che ci rimane.
Ci saranno unità militari mongole e cinesi. Vecchi alleati, nuove strategie.
Lo sento per la prima volta. Se è così, sono felice.
È nuova Guerra Fredda tra Europa e Russia?
Geograficamente l’Europa appartiene alla Russia, più di quanto la Russia appartenga all’Europa. Nella parte europea della Russia ci sono 118 milioni di persone. Scusateci: allora la popolazione europea più popolosa siamo noi. Non è necessario che diventiamo paesi fratelli, nemmeno amici: basta il rispetto reciproco e gli europei, per cominciare, potrebbero liberarsi degli artigli degli Stati Uniti.
Per la Nato è una sfida aperta. E per i russi in patria?
Il nostro popolo è vicino al Cremlino, le esercitazioni le osserva con grande entusiasmo. Tutto ciò che dimostra la nostra forza piace. I russi si sono svegliati dal letargo dei valori occidentali, sono tornati alla strategia sovietica della forza. Hanno capito che ci hanno ingannato, e ora inganniamo noi. Poi perché la Nato non ha partecipato alle operazioni contro l’Isis? Ma in generale, perché ammassa truppe ai nostri confini?
La Russia conduce una guerra parallela con gli hacker, dicono a Washington. La Russia è intervenuta nelle elezioni americane del 2016?
Senti da che pulpito arriva la predica. L’America è intervenuta in tutto il mondo, compra ministri, agenti della Cia diventano capi di stato. Dopo la guerra è intervenuta in Italia, in Francia, corrompendo sindacati, forze politiche. Tutto questo lamento per l’intervento russo nelle elezioni Usa è una lotta interna dell’establishment americano. La Russia ha monitorato le elezioni, ma quello che dicono negli Stati Uniti è demagogia.
Il Cremlino è accusato di fare propaganda con i suoi canali di stato all’Ovest. Ma che influenza ha la propaganda sui russi?
Abbiamo la stessa vostra propaganda. L’unica cosa che si può sottolineare del nostro regime è un fatto: abbiamo lo stesso capo di stato dal marzo 2000. Un capo a cui imputo numerosi difetti, come l’indecisione psicologica verso l’Ovest. Ma se si cambia leader ogni 4 anni lo Stato viene gestito meglio? Per il momento Putin funziona abbastanza bene, ma la Russia è piccola per lui. I russi vogliono le città del Kazakistan del nord, le città russe in Ucraina: Charkov e Odessa. L’Italia, se avesse potuto, non avrebbe rifiutato Nizza.
Politica interna: la riforma delle pensioni ha generato malcontento, Putin non ha mai perso tanti punti nei sondaggi e sono in programma proteste per le strade.
Si sta esagerando con ‘l’insoddisfazione generale’ in Russia. Nel 2004 c’è stata la monetizzazione del debito ed è stato occupato il ministero dello sviluppo economico. Ora non ci sono questi gesti eclatanti di malcontento. Sì, i pigri comunisti si sono un pochino risvegliati, l’opportunista Navalny tenta di guadagnare punti alle manifestazioni contro la riforma. Ma i gruppi che lo sostengono come l’Alfa Group, Fridman, il banchiere Lebedev, non hanno abbastanza forze per esaltarlo politicamente. Se qualcuno prenderà davvero il posto di Putin sarà un suo fedele:, Medvedev o la donna di ferro, Valentina Ivanova Matvienko. Ma, attenzione, Putin è solo il frontman di un gruppo che gestisce il Paese. Si tratta di 30 clan, composti da servizi segreti, potenze economiche, personalità emblematiche influenti, banche. Putin è solo il più convincente, quello che parla meglio. Ma è stupido pensare, come ritiene l’Ovest, che sia onnipotente. È solo “uno dei”.
Torniamo alla riforma e ai cortei.
La riforma: noi di Altra Russia vorremmo ridurre il periodo dei giovani nelle scuole e non aumentare quello degli anziani a lavoro. Vogliamo dare il diritto al lavoro, al matrimonio, la possibilità di voto ai ragazzi di 14 anni, questo ringiovanirà il Paese.
In Europa tornano i nazisti?
Sul tema migranti in Europa i cittadini chiedono ai governi di essere più rigidi. È una richiesta che si palesa sempre più chiaramente in Germania, Italia, Ungheria, nei Baltici e negli altri ex Paesi alleati di Hitler. I nazisti mascherati ci sono sempre stati in Europa, ma credo che prenderà piede più il razzismo del nazismo.
Delirio o verità difficile da capire con il nostro cervello distorto dalla propaganda liberale-atlantista?
Conosci questo sito molto completo (e indipendente) su Eduard Limonov? :
http://www.tout-sur-limonov.fr/414521107