È considerata una delle più grandi fotografe dell’inizio del XX secolo, nonché una figura importante e controversa del comunismo e della fotografia mondiale. Opere della produzione fotografica della Modotti sono conservate nei più importanti istituti e musei del mondo, fra i quali l’International Museum of Photography and Film at George Eastman House di Rochester (New York), il più antico museo del mondo dedicato alla fotografia e la Biblioteca del Congresso (Library of Congress), la biblioteca nazionale degli Stati Uniti a Washington
Nel 1926 asserì: «[…] Desidero fotografare ciò che vedo, sinceramente, direttamente, senza trucchi, e penso che possa essere questo il mio contributo a un mondo migliore»[13]. Definendo precisamente il suo punto di vista, la Modotti nel 1929 spiegò «Sempre, quando le parole “arte” o “artistico” vengono applicate al mio lavoro fotografico, io mi sento in disaccordo. Questo è dovuto sicuramente al cattivo uso e abuso che viene fatto di questi termini. Mi considero una fotografa, niente di più. Se le mie foto si differenziano da ciò che viene fatto di solito in questo campo, è precisamente che io cerco di produrre non arte, ma oneste fotografie, senza distorsioni o manipolazioni. La maggior parte dei fotografi vanno ancora alla ricerca dell’effetto “artistico”, imitando altri mezzi di espressione grafica. Il risultato è un prodotto ibrido che non riesce a dare al loro lavoro le caratteristiche più valide che dovrebbe avere: la qualità fotografica (WIKIPEDIA)
Tina Modotti in una foto di Edward Weston nel 1921
messico, miseria, 1928
eleganza e povertà, Messico 1928
le mani di Assunta Modotti, San Francisco 1923
le mani di un burattinaio, 1929
due donne di Tethuantepec
mani di donna, Messico 1926
donne a Tehuantepec
bambina che porta l’acqua
opera allo stadio del Messico, 1927
portatori di banane
ritratto di donna, 1919