23/8/2018
CRONACA
L ’ i n t e r v i s t a
L’ex ministro
” Limitare la libertà significa violare la Costituzione”
LIANA MILELLA,
Giovanni Maria Flick (Cirié, Torino, 1940) è un giurista, politico e accademico italiano, Ministro di grazia e giustizia del governo Prodi I e presidente della Corte costituzionale dal 14 novembre 2008 al 18 febbraio 2009.
ROMA
Da costituzionalista lei, Giovanni Maria Flick, come valuta il diniego del ministro dell’Interno Salvini allo sbarco dei migranti dalla Diciotti?
«Qui c’è soprattutto un profilo costituzionale. L’articolo 13 della nostra Carta dice che la libertà personale può essere limitata solo nei casi previsti dalla legge e con atto motivato dell’autorità giudiziaria. La nave militare è territorio italiano a tutti gli effetti. A me sembra che queste persone siano entrate in Italia quando sono salite a bordo della nave.
A questo punto è logico che si debba applicare quest’articolo della Costituzione».
Il niet di Matteo Salvini lo viola?
«Occorre accertare se e quali deroghe vi possano essere a una norma fondamentale come questa. Ma per poter derogare è necessaria non solo la legge, ma anche il provvedimento del giudice che limiti la libertà personale».
Dunque la violazione esiste?
«Il divieto di lasciare la nave, che è territorio italiano, è un ostacolo all’esercizio della libertà personale di queste persone. Qui non si tratta di limitare l’ingresso in Italia perché quei migranti sono già nel nostro Paese dal momento in cui sono saliti a bordo.
L’unico provvedimento potrebbe essere un’espulsione immediata, se ve ne sono gli estremi e se ciò non è in contrasto con le norme internazionali sul diritto di asilo».
Trattenere i migranti a bordo come fa Salvini configura un reato?
«Lo ripeto, è una limitazione della libertà personale che può essere disposta solo qualora ci sia una legge che la autorizza e ci sia un magistrato che la applica. Perché la libertà personale è diversa da quella di circolazione, per la quale possono essere previste limitazioni senza che intervenga l’autorità giudiziaria».
Tra la linea di Fico e quella di Salvini lei cosa sceglie?
«La domanda è mal posta. Sul piano delle motivazioni non credo che si possa usare una persona come strumento per costringere l’Europa o altri stati a intervenire nella questione perché la persona è sempre un fine e non uno strumento. Sul piano del diritto io applico l’articolo 13 della Costituzione. Mi pare quindi opportuno che l’autorità giudiziaria stia verificando la situazione per qualificarla nei termini esatti».
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