Bartosz Wielinski, giornalista del quotidiano polacco ” Gazeta Wyborcza” ::: LETTERA DALL’EUROPA::: IL BASTONE POLACCO E I PRINCIPI DELLA UE, traduzione di Marco Valenti::: ” ci sono cittadini polacchi che vogliono difendere la loro Costituzione e i principi della UE “

 

REPUBBLICA DEL 13 AGOSTO, pag, 25

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Lech Aleksander Kaczyński (Varsavia1949 – Smolensk2010) è stato un politico polacco, morto mentre ricopriva la carica di presidente della Repubblica, nell’incidente aereo del 10 aprile 2010 a bordo di un Tupolev Tu-154 che tentava di atterrare alla base aerea di Smolensk in Russia, dove si stava recando per commemorare l’anniversario del Massacro di Katyń.

Militava nel partito conservatore Prawo i Sprawiedliwość (PiS). Era presidente della Repubblica di Polonia dal 2005 e aveva precedentemente ricoperto l’incarico di presidente (sindaco) di Varsavia dal 2002 fino al 22 dicembre 2005.

Era fratello gemello di Jarosław Kaczyński, politico ed ex primo ministro.

 

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Danzica

Cracovia

Varsavia

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centro storico di Varsavia

 

Breslavia sul fiume Oder

Centro storico di Breslavia

 

Stettino

Podzan

 

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piazza del vecchio mercato di Podzan

 

 

REPUBBLICA DEL 13 AGOSTO 2018

http://quotidiano.repubblica.it/edizionerepubblica/pw/flipperweb/flipperweb.html?testata=REP&issue=20180813&edizione=nazionale&startpage=1&displaypages=2

 

 

Lettera dall’Europa/Gazeta Wyborcza

IL BASTONE POLACCO E I PRINCIPI UE

Bartosz Wielinski

 

In Polonia abbiamo ancora una polizia indipendente e apolitica? L’operato dei poliziotti polacchi non ricorda quello dei colleghi degli altri Paesi dell’Ue. La polizia si è unita alla lotta contro l’opposizione. A Stettino due oppositori del partito al governo, Diritto e giustizia (Pis), hanno messo una maglietta con la scritta “Costituzione” alla statua del monumento dedicato al presidente Lech Kaczynski (fratello del capo del Pis, scomparso nell’incidente aereo del 2010).

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Presidente della Polonia, ANDRZEJ DUDA

 

 

È una reazione al Pis e al presidente Andrzej Duda, i quali, infrangendo la Costituzione, intendono rimuovere la prima presidente della Corte Suprema e sostituirne i membri. Quando avverrà, la Polonia non potrà più essere considerata uno Stato di diritto.

Lech Kaczynski è stato riconosciuto dal governo come un santo nazionale. Gli oppositori hanno utilizzato il monumento per ricordare il rispetto della Costituzione, ed è stato visto come un attacco allo Stato. La polizia ha avviato un’indagine per oltraggio al monumento, infrazione per cui il codice prevede una pena pecuniaria. Le magliette con la scritta “Costituzione” sono apparse su altri monumenti in tutto il Paese, anche su quelli non politici, come il drago di Cracovia o i protagonisti dei cartoni animati. La gente si è divertita. La polizia no. Sempre più persone sono finite in commissariato. Alla domanda su come la Costituzione possa rappresentare un oltraggio, il ministro dell’Interno non ha saputo rispondere.

Ma non è tutto. A Bydgoszcz un’attivista ha dipinto sulla finestra dell’ufficio di un deputato del Pis le lettere Pzpr, acronimo del partito comunista della Repubblica popolare polacca, di cui il deputato ha fatto parte. La donna si è dovuta spogliare ed è stata perquisita. È stata accusata di apologia del totalitarismo. Come se ricordare ai deputati del Pis il loro disonorevole passato fosse un reato.

Negli anni ’80, quando la Polonia e mezza Europa erano nella morsa comunista, l’opposizione decise di deridere il partito al potere e la brutale polizia con eventi simili. Si giunse a situazioni comiche, in cui i poliziotti con i manganelli inseguivano persone travestite da Babbo Natale. Nulla poteva mettere il regime in imbarazzo più degli agenti disorientati.

Oggi la storia si ripete. Ma non tutti hanno voglia di ridere. Agenti di polizia hanno minacciato i manifestanti, per poi arrestarli brutalmente. Oltre a subire violenza, vengono sorvegliati, e lo stesso vale per i politici in Parlamento (la polizia dice di farlo per il loro bene). I filmati delle proteste diventano un programma speciale in grado di identificare i volti dei partecipanti. Le informazioni vengono utilizzate a scopo intimidatorio.

Devastando la democrazia polacca, Kaczynski ha preso esempio dal premier ungherese Orbán. Tuttavia, non aveva previsto che in Polonia il suo cammino verso il potere assoluto sarebbe stato ostacolato dalla società civile, che avrebbe rallentato le sue mosse e attirato l’attenzione del mondo civilizzato.

Migliaia di persone scendono in piazza per difendere la nostra appartenenza all’Unione europea, la libertà dei media e l’indipendenza dei tribunali.

Dato che la carota non ha funzionato, il governo allunga le mani verso il bastone.

La violenza degenera. Le azioni della polizia saranno sempre più severe. La Polonia, il sesto Paese più grande d’Europa, per volontà del partito al governo si sta allontanando dai principi e dai valori europei. Ma ci sono sempre persone desiderose di difendere i principi europei in Polonia.

L’autore è giornalista del quotidiano polacco ” Gazeta Wyborcza”

© LENA, Leading European Newspaper Alliance ( Traduzione di Marco Valenti)

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1 risposta a Bartosz Wielinski, giornalista del quotidiano polacco ” Gazeta Wyborcza” ::: LETTERA DALL’EUROPA::: IL BASTONE POLACCO E I PRINCIPI DELLA UE, traduzione di Marco Valenti::: ” ci sono cittadini polacchi che vogliono difendere la loro Costituzione e i principi della UE “

  1. Domenico Mattia Testa scrive:

    La Polonia ha una storia tormentata, vittima sacrificale nei secoli di potenze europee.Dopo la seconda guerra mondiale è stata sottomessa dalla Russia di Stalin e non ha respirato minimamente un clima di libertà durante il periodo della guerra fredda.Prima del crollo del comunismo con il movimento di Solidarnosch ha raggiunto la sua totale indipendenza schierandosi con determinazione con l’Occidente.Il clima di repressione descritto dal giornalista Bartosz Wielinski preoccupa non poco i convinti europeisti.Il clima repressivo verso chi manifesta a sostegno dell’Ue esemplifica lo status di crisi politica acuta in cui versa.L’alleanza del gruppo dirigente con i Paesi di Visegrad evidenzia le forti divisioni interne e l’assenza di leader illuminati.Per la Polonia non c’è futuro fuori dall’Ue,nè si possono accampare diritti,quando non si assolvono i doveri fondamentali.Il rifiuto pregiudiziale ad accogliere i migranti non è degno di un popolo cattolico.C’è da sperare che le forze politiche e culturali di orientamento europeista abbiano ragione dei sovranisti e populisti dell’ultima ora.Come sesto Paese la Polonia è importante per l’Ue,unica entità politica ed economica che ,solo unita,può competere con la Russia,gli Stati Uniti e le altre potenze emergenti.

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