UNA PAROLA AL GIORNO— 1 LUGLIO 2018
Oasi
ò-a-si
SIGNIFICATO ::: Zona di territorio desertico in cui è presente acqua, dove cresce vegetazione ed è possibile l’insediamento umano; luogo, momento circoscritto più gradevole del contesto
voce dotta, recuperata dal greco óasis, di origine egiziana, e giunta a noi attraverso il francese.
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Il suo uso figurato è parimenti fertile ma si presta a un fraintendimento superficiale: l’oasi rimane un luogo, un momento, diciamo in genere una situazione più gradevole rispetto ai suoi dintorni spaziali o temporali; ma l’oasi, per quanto abbia un nucleo naturale e spontaneo, è in massima parte frutto di un lavoro meticoloso e indefesso per strappare artificialmente una bolla di vivibilità al deserto – corpose opere protettive, magistrale captazione delle acque, coltivazioni disposte in modo da sfruttare ogni fazzoletto d’ombra. La gradevole, migliore parentesi dell’oasi è conservata da uno sforzo diuturno, e costantemente minacciata d’essere inghiottita dal resto circostante. Abbiamo cura dell’oasi di pace in cui passiamo la pausa pranzo raccattando anche la spazzatura non nostra, l’ingresso all’oasi faunistica è regolato da norme severe, l’oasi di verde immersa nel cemento è difesa a spada tratta, e coltiviamo con attenzione affettuosa l’oasi di una compagnia che ci dà sollievo come ombra dal solleone.