DAVIDE CERULLO, IL CORRIERE DEL MEZZOGIORNO, 11 GIUGNO 2018::: PINO GUERRA AL PAN DI NAPOLI, PRESENTAZIONE DEL LIBRO E MOSTRA DI IMMAGINI, VOLTI E LUOGHI DI SCAMPIA, TESTI DI DAVIDE CERULLO–LA MOSTRA E’ DAL 14 AL 25 GIUGNO 2018

 

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IL SINDACO DE MAGISTRIS ALL’APERTURA DI UNA MOSTRA AL PAN  A MARZO

 

CORRIERE DEL MEZZOGIORNO. CORRIERE / NAPOLI / ARTE E CULTURA

https://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/arte_e_cultura/18_giugno_11/voce-occhi-guerra-pan-3ebaf5fa-6d8c-11e8-8de7-ef98714c4bd4.shtml

 

«La voce degli occhi», Pino Guerra al Pan

Giovedì 14 la presentazione del libro del fotografo Pino Guerra accompagnata dalla mostra di immagini dei volti e luoghi di Scampia, testi di Davide Cerullo

Giovedì 14 giugno 2018, presso Il PAN PALAZZO ARTI NAPOLI – dalle ore 17.00/19.30, si terrà la presentazione del libro “La voce degli occhi” del fotografo Pino Guerra, accompagnata dalla mostra fotografica curata da Artestesa e Tribunali138, con immagini tratte dal volume, ritraenti volti e luoghi di Scampia.

Dalla voglia di raccontare il cambiamento e il riscatto dei territori, [erre] Edizioni lancia il suo nuovo progetto editoriale, “La Voce degli Occhi”, un libro che attraverso le foto di Pino Guerra e la penna di Davide Cerullo prova a raccontare con storie, volti, foto, come un Quartiere sia riuscito ad avviare un processo di riscatto dal basso partendo dalle Vele. I testimoni del libro da trentasei anni lottano per una casa dignitosa, lottano per un diritto da sempre negato e molti di loro son morti senza mai vedere realizzato il loro sogno.

Come è cambiato, come cambia e come cambierà Scampia e come sono cambiati i volti e le espressioni dei “sopravvissuti nelle vele”.

Il volume, la cui Prefazione è a cura del Sindaco Luigi de Magistris, raccoglie anche un tributo doveroso al grande condottiero del “Comitato Vele”, Vittorio Passeggio, il cui racconto è affidato alla penna dell’attivista Eleonora de Majo.

I proventi di “La Voce degli occhi”, per volontà degli autori e per mission della casa editrice, andranno a sostenere i laboratori del “Centro Insieme” per il prossimo anno scolastico.

 

L’evento si chiuderà con la performance Dov’è il mare? autore: Ulderico, in cui l’artista, dialogando con le immagini di Pino Guerra, interroga la problematicità dell’abitare e del convivere, richiamandone i tratti transnazionali, oltre i confini della località periferica napoletana.

La mostra è visitabile dal 14 giugno al 25 giugno 2018.

A Scampia

INAUGURA NEL LUGLIO 2015 L’OFFICINA  GELSOMINA VERDE A SCAMPIA CHE NASCE DALL’INSIEME DI TANTE ASSOCIAZIONI

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Con le sue fotografie Pino Guerra ci costringe ad entrare in un mondo che vive al riparo dei nostri sguardi. Siamo alle Vele di Napoli, nel quartiere Scampia. Le Vele di Napoli sono oggi l’emblema di uno dei quartieri più problematici della città. Un degrado urbano architettonico e sociale dal quale nessun abitante sembra essere escluso. Così vivere a Scampia, e tanto più alle Vele, è percepito come una condanna, una colpa, un problema, prima ancora che dagli stessi residenti, da chi ne parla standone fuori. La vita di bambini, donne, uomini si snoda negli spazi esistenti, non in quelli progettati negli anni sessanta. L’idea iniziale del progetto comprendeva grandi unità residenziali dove centinaia di famiglie avrebbero dovuto integrarsi e creare una comunità, ampie vie di scorrimento e aree verdi tra le varie Vele: una vera e propria città modello; oggi una sorta di ghetto in cui sembrano prevalere l’illegalità, l’abusivismo e la prevaricazione in varie forme. Se un giorno Scampia non ci fosse più, o meglio, non ci fosse più quella Scampia delle Vele, della camorra, dei senza speranza, il luogo maledetto del degrado sociale e, magari, avesse prevalso la Scampia onesta e dignitosa, che pure silenziosamente esiste, molti non saprebbero né più scrivere né più parlare di una Scampia diversa. Troppe volte in questi anni, soprattutto da Gomorra in poi, ci si è avvicinati a Scampia sperando di replicare con successo la denuncia-racconto di Saviano: non per cercare davvero di capire questo complicato e difficile territorio, ma per sfruttare questo nuovo immaginario collettivo su Scampia come unica sede della Camorra. C’è un’umanità forte e silenziosa laddove gli ipocriti hanno costruito pregiudizi che separano dalla vita reale, dal cuore delle cose. Le fotografie di Pino sono drammaticamente belle, intense, forti, eloquenti, eppure essenziali e vere, scarne, prive di sovrapposizioni retoriche e di sottolineature artificiose che cerchino l’effetto. Parlano e interrogano da sole, con il linguaggio della vita vera e del suo dolore, liberano la voce della nostra coscienza critica che ci obbliga a guardare con coraggio quegli occhi, in cui possiamo riscoprire la nostra identità e prendere in mano la nostra responsabilità, invitano ad entrare nel mondo delle persone con senso di rispetto e di uguaglianza, come se fosse una porta aperta, offrono l’occasione di incontrare una realtà ricca di un’umanità disarmante, pura, non comune, che non chiede la pietà di nessuno e non invidia il benessere di nessuno. E’ necessario concedersi la possibilità di entrare in questi occhi, in queste storie per capire e decidere da che parte stare, quale direzione prendere per scoprire il senso personale e comune di esistere in questo mondo. Negli sguardi dei bambini si fa fatica a guardare perché si legge una richiesta impegnativa, urgente di amore, e la promessa seria di un futuro non incerto. Negli occhi di tante persone si legge una gran voglia di riscatto perché amano la vita e desidererebbero viverla con dignità ma non trovano sostegno né rispetto dei loro diritti. Sono vittime di una società chiacchierona che si regge sul potere e sul successo, non importa con quali mezzi ottenuti, sempre i più infami. Vivono in un conflitto lacerante, profondo in cui si capisce fin troppo bene che non c’è nessuno che si prenda seriamente a cuore la loro sorte di uomini di buona volontà. L’occhio di Pino Guerra immortala ciò che in questi volti è ferito. La verità, tutta la verità è negli occhi, nelle mani nel silenzio di questi volti (Davide Cerullo)

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