La domanda di fondo della teologia della liberazione è: come dire al povero che Dio lo ama? Nel frattempo qualcosa è stato fatto, però è molto di più ciò che resta ancora da fare»
(PADRE GUTIERREZ, novembre 2014, IV Convegno missionario nazionale)
IL FATTO QUOTIDIANO — 11 GIUGNO 2018
Il doppio compleanno della Teologia della Liberazione e gli auguri del papa
Mezzo secolo fa la conferenza rivoluzionaria di Medellín e il fondatore padre Gutiérrez compie 90 anni
Un altro Sessantotto da festeggiare: quello della Teologia della Liberazione. Mezzo secolo fa. Fu nel luglio di quell’anno che a Chimbote, un paesino peruviano, padre Gustavo Gutiérrez (nella foto, ndr) parlò per la prima volta di questa dottrina rivoluzionaria che ha segnato il Novecento latinoamericano. Il religioso era davanti a un gruppo di catechisti.
Nel mese successivo, a Medellín, in Colombia, la conferenza dei vescovi di quel continente battezzò ufficialmente la Teologia della Liberazione. Lo stesso titolo del libro di padre Gutiérrez di tre anni dopo, nel 1971. Teologo peruviano e domenicano, il fondatore della TdL, classe 1928, ha compiuto 90 anni l’8 giugno scorso. Per l’occasione, papa Francesco gli ha scritto una lettera di auguri: “Mi associo alla tua azione di grazie a Dio, e ti ringrazio anche per il tuo contributo alla Chiesa e all’umanità tramite il tuo servizio teologico e il tuo amore preferenziale per i poveri e gli scartati della società”.
Da sempre scettico sulla Teologia della Liberazione, fu proprio il gesuita Bergoglio, all’epoca arcivescovo di Buenos Aires, a sciogliere definitivamente il nodo principale e più controverso della dottrina cara a chi vedeva in Gesù il primo marxista della storia. Lo fece nel 2007 ad Aparecida, in Brasile, quando ribadì il primato della fede rispetto al povero “ideologizzato” e contro “l’uso di una ermeneutica marxista”.
A differenza di Leonardo Boff, altro grande interprete della TdL e “processato” negli anni della “repressione” conservatrice di papa Giovanni Paolo II, padre Gutiérrez è invece sempre rimasto nella Chiesa. Anzi. Suo discepolo è stato il cardinale tedesco Gerhard Ludwig Müller, prefetto dell’ex Sant’Uffizio (la Congregazione per la Dottrina della Fede) fino al 2017 e punto di riferimento della destra clericale e anti-bergogliana.
Ma l’erede di padre Gutiérrez è il suo connazionale e neocardinale Pedro Barreto Jimeno, arcivescovo di Huancayo. Gesuita, Barreto Jimeno è stato soprannominato “il guardiano dell’Amazzonia” ché oggi la liberazione dei poveri passa per la nuova frontiera ecologista.
FABRIZIO D’ESPOSITO, GIORNALISTA E INVIATO DE IL FATTO