ANCONA, LA CATTEDRALE E IL PORTO— DOPO LE FOTO, UN ARTICOLO DI WANDA MARRA, IL FATTO QUOTIDANO DEL 2 GIUGNO, SUL VOTO AD ANCONA DEL 10 GIUGNO 2018—guardate per favore il duomo nei dipinti del Pinturicchio e di Vittore Carpaccio, una meraviglia!

 

 

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il porto di ANCONA

 

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 San Ciriaco

 

Il centro storico e monumentale di Ancona è sul Colle Guasco, dove si trovava l’Acropoli Greca e, oggi, la Cattedrale di S. Ciriaco.

Questa chiesa, sorta sui resti di un tempio greco -italico del IV secolo e sulla successiva basilica paleocristiana del V-VI secolo d.C., presenta armoniche influenze bizantine, romaniche e greche.

Tra l’XI e il XIII secolo, la pianta a tre navate, venne trasformata a croce greca, aggiungendo due bracci laterali, finita con una cupola, spostando l’ingresso sul lato sud ornato da un portale in stile gotico, con ai lati i due leoni in marmo rosso di Verona.
L’arcata esterna tutto sesto e le cinque interne a sesto acuto, offrono un fantastico colpo d’occhio.

 

 

 

 

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DUOMO DI ANCONA, SAN CIRIACO

 

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secondo la luce del giorno, la pietra è rosa…

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l’interno

Parsifall – Opera propria

 

Il Duomo di Ancona nel dipinto del PinturicchioLibreria PiccolominiDuomo di Siena

 

Il Duomo di Ancona nel dipinto di Vittore Carpaccio “Predica di santo Stefano

 

Il Duomo di Ancona nel 1860

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Il porto, Traini e pure Letta. La destra candida un ex Pd

Il porto, Traini e pure Letta. La destra candida un ex Pd

Stefano Tombolini è un ingegnere edile, che viene dalla Dc, ha militato nel Pd, dal quale ha avuto una “specie di espulsione” (come la racconta lui), quando 5 anni fa alle elezioni di Ancona presentò una lista autonoma. Adesso è il candidato del centrodestra unito, a trazione Lega. Nel capoluogo marchigiano si vota il 10 giugno. Il quadro politico è in movimento visibile. Tra i simboli di questa campagna elettorale, il porto. Esisteva un progetto per collegare meglio il porto di Ancona con la autostrada A14, la Bologna-Bari-Taranto. L’Anas inserisce l’opera nei suoi piani dal 2003. Nel 2007 chiede ai costruttori di farsi avanti con proposte di project financing. Nel 2008 viene individuato il concessionario, la società Passante Dorico, guidata da Salini-Impregilo con il 47%. Poi, il progetto è stato bloccato dal governo: si basava sui dati fantasiosi, che sottostimavano di molto la spesa per lo Stato. Ma per chi corre alle elezioni diventa l’immagine visibile di quello che non funziona in città. Valeria Mancinelli, sindaca uscente del Pd, è “una che ha solo asfaltato le strade”, per dirla con la battuta che gira tra i suoi competitor. Si fronteggiano quattro candidati: il Movimento 5 Stelle con la candidata Daniela Diomedi, la coalizione di centrosinistra (Pd, Psi, Verdi, Lista Popolari per Ancona, Udc, Ancona 2020) con la Mancinelli, la coalizione di centrodestra (Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia e Progetto Civico) con Tombolini (che ha la sua lista 60100), Altra Idea di Città (che rappresenta la sinistra “tradizionale”), con Francesco Rubini. L’ultimo voto qui è stato il 4 marzo: il Movimento ha guadagnato il 33,6% dei voti. Il Pd ha preso il 25,45%, (e +Europa 3,19%), la Lega (14,63%), FI (8,57%), Fratelli d’Italia (il 4,69%).

Ma secondo le voci che girano in città (si parla di sondaggi riservati), la Mancinelli parte favorita, seguita da Tombolini. La candidata Pd non è praticamente stata sostenuta da nessuno dei leader dem. Lei preferisce non parlare con la stampa nazionale. Ma da quel che filtra, non ha alcuna convenienza a ostentare troppo la sua provenienza politica: il simbolo del Pd va più nascosto che mostrato. Meglio puntare sulla buona amministrazione, per come la racconta lei, sui pacchetti di voti, per come la raccontano gli altri. Non ha aiutato, in casa dem, l’ultima decisione presa qualche settimana fa in un’altra città delle Marche, a Pesaro. Lì il sindaco, Matteo Ricci, renziano di ferro e responsabile Enti locali in segreteria, su suggerimento del vicesindaco Daniele Vimini ha nominato Gianni Letta a capo della Fondazione Rossini, per il 150esimo anniversario dalla morte. Un ruolo importante per un fedelissimo di Berlusconi e soprattutto per l’uomo che in questi anni ha gestito tutte le trattative politiche per FI insieme a Luca Lotti, braccio destro di Renzi. “Letta è un appassionato di Rossini, era effettivamente la persona più adatta, la politica non c’entra”, ha spiegato Ricci. Sarà. Va detto anche che l’altro presente nel board della Fondazione, era Giorgio Napolitano. Un peso massimo, non esattamente innovativo, ma fuori anche per motivi di salute. Il Nazareno in questa fase non porta bene: è decisamente perdente. Il biglietto da visita nelle Marche per Matteo Salvini e per la Lega, invece, è stato il sindaco di Visso, Giuliano Pazzaglini, che già a settembre portava il leader del Carroccio in visita ai terremotati nella stessa Visso, e poi a Fiastra, dove si è fatto fotografare con Giuseppa Fattori, la sfollata 95enne alla quale era stata sequestrata la casetta. Un simbolo. La Lega il 4 marzo nelle Marche, per la verità, ha sfondato più che altro per la conseguenza di un altro fatto, un altro genere di simbolo: la sparatoria di Luca Traini (ex candidato del Carroccio) contro 11 immigrati, con il ferimento di 6. Ma ad Ancona il centrodestra unito ha scelto un cattolico, piuttosto moderato. Con un investimento da parte dei vertici nazionali di Fratelli d’Italia e del Carroccio consistente: sono arrivati, tra gli altri, Giorgia Meloni e l’economista Alberto Bagnai. Salvini non si è ancora visto, ma ha promesso che farà un blitz. Esperimenti. “Noi puntiamo ad andare al ballottaggio. E poi, a cercare i voti anche dei Cinque Stelle”, spiega il capolista Lega, Marco Bevilacqua. Per capire come va nel centrodestra, basta vedere la scelta di Antonella Andreoli, coordinatrice comunale di FI, che ha lasciato il partito per candidarsi con la Lega.

Daniela Diomedi, invece, ha avuto il via dai vertici del Movimento solo all’ultimo momento: problemi interni, locali, strascichi di mancate candidature alle politiche. “La città è affogata da clientele e consorterie”, racconta adesso lei. “Manca il direttore della Pinacoteca, un nostro tesoro”. Si rimbocca le maniche e se la gioca così. Il 19 maggio in città a sostenerla è arrivato Luigi Di Maio, che si è beccato qualche contestazione dei centri sociali. La Mancinelli, in tutto questo, ha rigorosamente evitato i dibattiti con gli avversari. La politica tradizionale si arrocca, quella nuova sperimenta.

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