” SIRIALIBANO” :: L’OFFENSIVA CONTRO L’IRAN RAFFORZA LA RETORICA DELLO SCONTRO E DEL ” NEMICO ESTERNO ” PER CONTINUARE LA REPRESSIONE

 

LIMESONLINE, 2 MAGGIO 2018

http://www.limesonline.com/loffensiva-contro-liran-rafforza-la-retorica-dello-scontro-in-medio-oriente/106482

 

L’offensiva contro l’Iran rafforza la retorica dello scontro in Medio Oriente

Carta di Laura Canali, 2018

Carta di Laura Canali, 2018

Le notizie di oggi dal e sul Medio Oriente.

L’inasprimento dei toni contro Teheran da parte di Stati Uniti e Israele favorisce un’escalation utile alle forze reazionarie regionali.

di SiriaLibano

BeirutDall’Oceano Atlantico fino all’estremo oriente del Mediterraneo si alza l’onda anti-iraniana, che coincide con la presenza in Medio Oriente del neosegretario di Stato Usa Mike Pompeo.


Il Marocco ha deciso di interrompere le relazioni con l’Iran. L’accusa contro la Repubblica Islamica è di sostenere militarmente il Fronte Polisario, il movimento che nel Sahara occidentale è da decenni contro l’autorità di Rabat (NOTIZIE IN FONDO DOPO L’ULTIMA CARTINA).


L’Iran e il suo alleato libanese nella regione, Hezbollahsmentiscono ogni relazione armata con chi rivendica i diritti del Sahara occidentale sulle sponde dell’Atlantico.


Eppure, è significativo che la campagna israelo-statunitense contro Teheran si muove ora su tutti i filoni possibili fino ad arrivare al Marocco, tradizionale alleato di Washington e da più di vent’anni legato – economicamente, politicamente e, in parte, anche culturalmente – allo Stato ebraico.


Dal Marocco a Israele, i titoli dei media in queste ore riguardano le accuse rivolte dal premier Benjamin Netanyahu all’Iran relativamente al programma nucleare di quest’ultimo.


Lo stesso Pompeo, da giorni impegnato nella sua prima uscita in Medio Oriente, ha pubblicamente appoggiato la linea di Netanyahu, dando credibilità alle “prove” israeliane.


Ma come sottolinea il quotidiano panarabo-saudita al-Hayat, la presa di posizione israeliana e Usa non convince gli alleati europei di Washington: Germania e Francia sono in prima linea nel cercare di mantenere in piedi l’accordo sul nucleare negoziato con Teheran nel 2015 dalla precedente amministrazione statunitense.


 

Questa sterzata anti-iraniana ha già degli effetti nella regione. Da settimane, il movimento radicale palestinese Hamas ha lanciato una campagna a Gaza per rivendicare il diritto dei palestinesi di uscire dalla prigione a cielo aperto che è la Striscia e fare “ritorno alle loro terre”.


Hamas è uno stretto alleato dell’Iran e non agisce – quantomeno, non del tutto – per moto proprio. La campagna di Gaza, nota come la “Grande marcia del ritorno”, ha suscitato le scontate reazioni militari israeliane, con l’uccisione da parte dei militari dello Stato ebraico di 41 palestinesi dal 30 marzo a oggi.


Questi “martiri” sono serviti dall’Iran e dai suoi alleati – Hamas, Hezbollah, Damasco – sul piatto della retorica contro Israele.


Sugli altri teatri della guerra regionale in cui sono coinvolte le potenze dell’area, lo Yemen ha visto l’inasprimento dell’azione missilistica degli Huthi, appoggiati dall’Iran, contro postazioni militari e civili saudite. La prima visita di Pompeo nella regione è stata in Arabia Saudita, che è tornata a essere l’alleato di ferro di Washington.


In Siria, Iran e Israele si scontrano ormai (quasi) ogni mese a viso (quasi) aperto. Nei giorni scorsi sono emerse notizie di nuovi raid missilistici, attribuiti a Israele, contro basi militari ad Aleppo e Hama. Secondo alcuni media, si tratta di basi iraniane e negli attacchi sono morti una ventina di militari iraniani.


L’inasprimento dell’azione e della retorica israelo-statunitense contro l’Iran ha già irrigidito nuovamente la Repubblica Islamica e i suoi alleati. Teheran dimostra di avere tutti gli strumenti per rispondere, politicamente ma anche militarmente, ai suoi rivali.


Lo scenario che emerge è un’escalation tra forze reazionarie, divise su tutto ma d’accordo nel continuare a usare la retorica dello scontro e del “nemico esterno” per giustificare le rispettive pratiche repressive.


[Dettaglio di una carta di Laura Canali. Localizzazione a cura di SiriaLibano]

[Dettaglio di una carta di Laura Canali. Localizzazione a cura di SiriaLiban

 

NOTA DEL BLOG DA WIKIPEDIA

Fronte Polisario

(ESFrente Popular de Liberación de Saguía el Hamra y Río de Oro
Fronte Popolare di Liberazione di Saguia el Hamra e del Río de Oro
Coat of arms of the Sahrawi Arab Democratic Republic.svg
Segretario Brahim Ghali
Stato Sahara Occidentale Sahara Occidentale
Sede Tindouf (Algeria)
Fondazione 10 maggio 1973
Ideologia Indipendentismo sahrawi
Socialismo democratico
Collocazione Sinistra
Affiliazione internazionale Internazionale Socialista (osservatore)
Sito web

Il Fronte Polisario, dall’abbreviazione spagnola di Frente Popular de Liberación de Saguía el Hamra y Río de Oro (in italianoFronte di Liberazione Popolare di Saguia el Hamra e del Río de Oro), è una organizzazione militante e un movimento politico attivo nel Sahara Occidentale, al fine di ottenere la realizzazione del diritto all’autodeterminazione. Dal 9 luglio 2016 il segretario generale è Brahim Ghali.

 

+ NOTIZIE SUL LINK:

https://it.wikipedia.org/wiki/Fronte_Polisario

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