–3 maggio 2018
http://www.lavoce.info/archives/52784/quante-sono-davvero-le-pensioni-da-fame/–
Greta Ardito e Mario Lorenzo Janiri
Il fact-checking de lavoce.info passa al setaccio le dichiarazioni di politici, imprenditori e sindacalisti per stabilire, con numeri e fatti, se hanno detto il vero o il falso. Questa volta tocca alle affermazioni della giornalista Luisella Costamagna sull’importo delle pensioni. Vuoi inviarci una segnalazione? Clicca qui.
La dichiarazione
Il tema delle pensioni continua a infiammare gli animi di politici e commentatori, anche adesso che la campagna elettorale è – almeno ufficialmente – terminata. Da qualche settimana, vitalizi e pensioni sono infatti al centro del dibattito televisivo serale a Non è l’arena (La7). Nel corso dell’ultima puntata, l’editorialista del Fatto Quotidiano Luisella Costamagna ha dichiarato nel bel mezzo del fuoco incrociato:
“Due pensionati su tre stanno sotto 750 euro al mese”
Un’affermazione significativa che merita senza dubbio un approfondimento, anche alla luce dell’ultimo osservatorio sulle pensioni recentemente pubblicato dall’Inps. Essenziale nella nostra analisi è sicuramente la distinzione semantica tra pensioni e pensionati: prendere in considerazione l’una o l’altra unità di riferimento genera, come vedremo, esiti molti diversi.
L’importo delle pensioni
Come evidenziato anche in un articolo di Repubblica, le pensioni vigenti all’inizio del 2018 sono circa 18 milioni, di cui 14 di natura previdenziale, cioè prestazioni che hanno avuto origine dal versamento di contributi previdenziali (vecchiaia, invalidità e superstiti) durante l’attività lavorativa del pensionato. Le prestazioni rimanenti sono invece di natura assistenziale (gestione degli invalidi civili, pensioni e assegni sociali), erogate per sostenere condizioni di invalidità congiunta o meno a reddito basso. L’importo complessivo annuo delle prestazioni previdenziali e assistenziali risulta pari a circa 200 miliardi di euro. È bene precisare che questi dati non comprendono le prestazioni della gestione dipendenti pubblici e quelle della gestione sport e spettacolo.
Esaminando la ripartizione delle pensioni per classi di importo mensile, risulta evidente la concentrazione nelle classi basse. Ed ecco i numeri riproposti da Costamagna: più del 60 per cento delle pensioni erogate ha un importo inferiore a 750 euro, quindi circa due pensioni su tre. Attenzione: pensioni, non pensionati. L’alta percentuale di pensioni basse deve essere letta con cautela: molti pensionati, infatti, sono titolari di più prestazioni pensionistiche o comunque di altri redditi, e il dato non può pertanto essere considerato come un criterio di valutazione della povertà. Secondo l’Inps, delle pensioni con importo inferiore a 750 euro, “soltanto” il 44 per cento comprende prestazioni legate a requisiti reddituali bassi, quali per esempio integrazione al minimo, maggiorazioni sociali, pensioni e assegni sociali e pensioni di invalidità civile. Per quanto riguarda invece i dipendenti pubblici, dei 2,8 milioni di pensioni erogate nel 2015, soltanto l’8 per cento del totale risultava sotto i 750 euro. Escludere il settore pubblico dalla valutazione sovrastima quindi la percentuale di pensioni al di sotto della soglia indicata.
Ma quanto percepiscono i pensionati?
Parlare di due pensioni su tre sotto i 750 euro mensili sarebbe quindi quasi corretto, seppure sia doveroso specificare quale tipo di pensione stiamo considerando. Utilizzando, invece, il termine ”pensionati” si commette l’errore di invertire le due unità di riferimento. L’importo delle pensioni e le prestazioni percepite dai pensionati non sono infatti da confondere, in quanto molti pensionati sono titolari di più prestazioni. Nel 2013, ad esempio, solo il 67 per cento dei pensionati totali era titolare di una sola pensione, il 25 per cento di due, mentre il restante di tre o più. Per non parlare degli altri redditi che questi ultimi percepiscono (436 mila pensionati nel 2016 ricevevano la pensione, pur lavorando). Cosa che distorce ancor di più tale affermazione.
È difficile stimare precisamente quanti pensionati “stiano sotto 750 euro al mese”, ma alcune statistiche possono aiutarci a cogliere la dimensione del problema. Secondo i dati Istat, nel 2016 si contavano 16,1 milioni di pensionati e percepivano in media un reddito pensionistico lordo di 17.580 euro. Il dato medio lordo potrebbe non essere ancora sufficiente, ma, prendendo il 2015, al reddito pensionistico lordo (18.180) corrisponde un reddito pensionistico netto di 14.311 euro. L’aliquota di imposta media stimata per quell’anno era del 18,9 per cento e, dato che dal 2016 il calcolo del reddito pensionistico tiene conto di due nuove componenti (arretrati e pensioni estere), si può affermare che il reddito netto al 2016 si aggiri attorno ai 14.000 euro annui. Cioè 1166 euro al mese, ben superiori a 750 euro.
Analizzare il reddito pensionistico medio, benché netto, potrebbe essere ancora fuorviante in questo caso, giacché sarebbe necessario poter osservare la distribuzione dei redditi pensionistici. Tuttavia, soltanto per il 2015, confrontando il reddito medio (14.311) con il reddito mediano (13.078), si può dedurre come la distribuzione sia abbastanza simmetrica. Questo permette di poter escludere con un buon grado di certezza che due pensionati su tre stiano sotto i 750 euro.
Infine, supponendo che l’affermazione si riferisca più in generale alla condizione economica di difficoltà dei pensionati, è utile far notare che l’incidenza della povertà assoluta è in (seppur leggera) diminuzione fra gli anziani, rispetto alle altre classi d’età. È infatti passata dal 4,5 per cento nel 2005 al 3,9 nel 2016. Su un totale di quasi 5 milioni di poveri, sarebbero circa 185.000 persone. Sempre troppe, ma in ogni caso lontano dalla dimensione del fenomeno proposta dalla giornalista del Fatto Quotidiano.
Il verdetto
Luisella Costamagna, oltre a non distinguere fra le varie tipologie di pensioni e a escludere quelle pubbliche, confonde il numero delle pensioni con quello dei pensionati. Molti di loro, infatti, percepiscono prestazioni pensionistiche cumulate. Se il numero citato è vicino alla realtà in tema di pensioni, affermare che due pensionati su tre stiano sotto i 750 euro mensili è invece molto lontano dal vero. Pertanto la dichiarazione è FALSA.
Ecco come facciamo il fact-checking. Vuoi inviarci una segnalazione? Clicca qui.
GRETA ARDITOLaureata con lode in Economia e Scienze Sociali all’Università Bocconi, frequenta attualmente il MSc in Economic and Social Sciences. Ha studiato anche all’ISPI e alla London School of Economics. Fa parte dell’associazione internazionale European Youth Parliament. Fact-checker presso lavoce.info.
Altri articoli di Greta Ardito
MARIO LORENZO JANIRINato a Roma, frequenta attualmente il Master in Economics and Management of Government and International Organizations presso l’Università Commerciale Luigi Bocconi. Fact-checker e research assistant presso lavoce.info.
Altri articoli di Mario Lorenzo Janiri
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