LIMES ONLINE DELL’11-04-2018, PRESENTAZIONE DEL NUOVO LIMES ::: LA FRANCIA MONDIALE

 

LIMESONLINE, 11-04-2018

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La Francia mondiale

#NUOVOLIMES

Copertina a cura di Laura Canali

Copertina a cura di Laura Canali

Il sommario del numero 3/18 di Limes, dedicato alla proiezione geopolitica della Francia.

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Presentazioni a Roma, Firenze, Milano, di nuovo Roma

 

 

Carta di Laura Canali - 2018

NON C’È FRANCIA SENZA GRANDEUR

Macron sfrutta tutti i surrogati della grandezza che il paese si è creato dal 1815: Africa, Europa, universalismo morale. Ma il suo disprezzo e la sua inconcludenza lo rendono uno sbiadito emulo di de Gaulle. A forza di ‘stare sulla cresta’, si resta soli.

di Pascal Gauchon
Carta di Laura Canali - 2018

L’INDISPENSABILE UNIVERSALISMO FRANCESE

Offrirsi come paradigma al mondo, restando con i piedi in Occidente sulla scia di un ordinario colonialismo razzista, è condizione dell’irrinunciabile pulsione gallica alla potenza. L’antiamericanismo e i suoi limiti. Demografia e lingua come moltiplicatori.

Dettaglio di una carta di Laura Canali

LA STRATEGIA CHE NON C’È

L’ascesa di Macron non ha innescato una vera riflessione sugli obiettivi da assegnare alle Forze armate. Fornire fondi adeguati ai militari non basta a fare una strategia. E nemmeno la vecchia novità dell’Europa della difesa. Il servizio nazionale universale.

di Olivier Kempf
Carta di Francesca La Barbera - 2010

SE I FRANCESI DIMENTICANO IL FRANCESE

Non è mai stato così diffuso. E ha un’influenza superiore al numero di persone che lo parlano. Eppure, l’uso strategico dell’idioma di Francia è minacciato dall’assuefazione all’inglese dei madrelingua. Una strategia per invertire la tendenza.

di Roger Pilhion e Marie-Laure Poletti
Carta di Laura Canali - 2017

GIÙ LE MANI DALLA FORCE DE FRAPPE

Macron vuole ravvivare la discussione pubblica sul deterrente atomico. Le posizioni interne. Il dibattito in America e Regno Unito. L’improbabile condivisione della Bomba francese con Berlino. Ma l’ortodossia nucleare per ora non si tocca.

di Olivier Kempf
Sede del Direction générale de la Sécurité extérieure, i servizi segreti francesi (Foto: MARTIN BUREAU/AFP/Getty Images).

TUTTE LE SPIE DEL PRESIDENTE

Dietro i sipari della Quinta Repubblica si dipana la storia dei servizi segreti francesi spesso in concorrenza con gli ‘alleati’ americani e britannici. L’evoluzione delle strutture e il loro uso diretto dagli inquilini dell’Eliseo, da de Gaulle a Macron.

Merkel e Macron al summit europeo del 23 marzo 2018 (Foto: LUDOVIC MARIN/AFP/Getty Images).

L’EUROPA SOVRANA SECONDO MACRON

La ‘rifondazione’ dell’Unione Europea tratteggiata dal presidente francese alla Sorbona proietta su scala comunitaria l’idea di sé della République. Ma la Germania e i nordici rifiutano la messa in comune delle politiche economiche e dei debiti.

Carta di Laura Canali - 2017

LA COPPIA FRANCO-TEDESCA È UNA COMODA ILLUSIONE

La fine della guerra fredda ha normalizzato la Germania, restituendole centralità in Europa. La finzione dell’equilibrio serve ai tedeschi per conservare lo status quo e ai francesi per cercare di cambiarlo. Macron punta al compromesso.

di Pierre-Emmanuel Thomann
Dettaglio di una carta di Laura Canali

LA FRANCIA AMERIKANA

In nome del pragmatismo, Parigi ha accantonato l’antiamericanismo ideologico in favore di un’intensa cooperazione militare con Washington. Il ruolo nella Nato. La presenza in Medio Oriente e nel Pacifico. Macron e Trump, almeno per ora, sembrano capirsi.

di Eric Terzuolo
Carta di Laura Canali , 2017

PARIGI-MOSCA, PROVE DI DIALOGO

Le pressioni statunitensi e la diffidenza reciproca ostacolano i tentativi di riannodare una relazione difficile ma economicamente vantaggiosa. I piani di Putin e Macron. La diplomazia degli idrocarburi. Al vertice di San Pietroburgo la prova del nove.

Carta di Laura Canali

NAZIONALE E FILOATLANTICA, L’EUROPA DI MACRON VISTA DA VARSAVIA

La Polonia intende rafforzare i legami politici, economici e sociali con la Francia, sul modello polacco-tedesco. Tuttavia, il progetto di super-Stato europeo è respinto al mittente. La Nato non si tocca, lo złoty nemmeno. La memoria dell’Institut Littéraire.

di Miłosz J. Zieliński
Carta di Laura Canali

L’AFRICA FRANCESE È SEMPRE PIÙ STRETTA

Dai frutti avvelenati della decolonizzazione all’aumento delle potenze che competono per l’influenza, il margine di manovra di Parigi nel continente si è assai ridotto. La priorità è il Maghreb. Da rilanciare con Spagna e Italia.

di Jean Dufourcq
Carta di Francesca La Barbera

COME PARIGI HA PERSO IL MEDIO ORIENTE

L’ostinazione a contare nel Levante espone i limiti della politica estera francese, da tempo priva di mezzi commisurati alle ambizioni. Dai fasti di Sykes-Picot alle odierne miserie siro-irachene, la parabola discendente del terzomondismo. Resta il Libano.

di Olivier Hanne
Carta di Laura Canali, 2018

L’INUTILITÀ DELLO SFORZO FRANCESE DI DOMINARE L’ITALIA

Parigi tenta di controllare alcuni snodi dell’economia italiana, senza riuscirci. L’approccio verticale non trova ganci nel nostro arcipelago informale. Le astuzie nostrane. Il Trattato del Quirinale non ci conviene. Elogio della simmetria.

di Carlo Pelanda
Carta di Laura Canali, 2018

ITALIA-FRANCIA, IL MATCH INFINITO

Dall’unità a oggi, le rivalità tra Roma e Parigi non si sono mai spente. Le partite del Mediterraneo. Lo shopping di asset nazionali. Il vantaggio transalpino della stabilità. Washington punta su Parigi in chiave antitedesca, ma noi restiamo utili.

Carta di Laura Canali, 2018

IL SENSO TRANSALPINO PER LE IMPRESE NOSTRANE

I massicci investimenti nello Stivale sono molto più strategici per l’economia che non per lo Stato francese. E non si traducono in fattore di controllo. A eccezione delle banche. La mappatura dell’Italia utile agli occhi di Parigi.

Carta di Laura Canali - 2018

LA SESTA REPUBBLICA PUÒ ATTENDERE

L’immarcescibile modello ‘gollista’, copia distorta di quello americano, incarna il misto di impotenza e residua ambizione che caratterizza la Francia post-bellica. Lo scontro progressisti-lepenisti. Il problema demografico. La guerra come ultima spiaggia.

Parigi, 2017 (Foto: CHRISTOPHE SIMON/AFP/Getty Images).

PARIGI, LO STATO CITTÀ

La capitale della Francia, una delle metropoli più influenti al mondo, è il cuore della Repubblica. Con Macron si conferma l’intenzione di farne un magnete geopolitico al servizio della nazione. Il progetto di Grand Paris e le sue complicazioni.

di Francesco Maselli
Carta di Laura Canali - 2018

DEVOLUZIONE ADDIO! LO STATO FRANCESE RIACCENTRA

Nell’Esagono è in corso un conflitto per la distribuzione del potere territoriale. Da una parte gli enti locali, protagonisti a fine millennio di una breve parentesi di decentramento. Dall’altra Parigi o, meglio, la burocrazia statale.

di Gérard-François Dumont
Il presidente francese Macron durante una visita a gendarmerie e polizia di Calais, gennaio 2018 (Foto: DENIS CHARLET/AFP/Getty Images).

AUX ARMES, CITOYENS!

La crescente insicurezza, legata alla criminalità di strada e alla violenza nelle aree ad alto tasso d’immigrazione, alimenta la formazione di milizie spontanee. Le autorità vigilano sul fenomeno, ma non lo scoraggiano. La privatizzazione della forza.

di Jean-Baptiste Noé
Carta di Laura Canali - 2018

LA CORSICA NAZIONALISTA CONTRO LO STATO DI PARIGI

Il successo della lista guidata da Simeoni alle elezioni territoriali del 2017 ha accentuato la frizione fra l’autonomismo insulare, alleato agli indipendentisti, e il governo francese. Macron sceglie la linea dura per spaccare il fronte dei nazionalisti. Tornerà la violenza?

di André Fazi
Dettaglio di una carta di Laura Canali

LA CATALOGNA NORD SOGNA UNA SUA AUTONOMIA

Nel dipartimento dei Pirenei Orientali (Occitania) sopravvive un’impronta linguistica e culturale catalana. Il rapporto con Barcellona non produce finora forti tensioni separatiste. Lo stesso Puigdemont esclude la riunificazione. Il modello è la Corsica.

di Patrizio Rigobon
Dettaglio della copertina a cura di Laura Canali

Autori

Gli autori del numero di Limes 3/18, La Francia mondiale.

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1 risposta a LIMES ONLINE DELL’11-04-2018, PRESENTAZIONE DEL NUOVO LIMES ::: LA FRANCIA MONDIALE

  1. Donatella scrive:

    Dalle stelle della Francia ( almeno per il luccichio della sua presunta grandeur) al lumicino di un film italiano, che ho visto in questi giorni: si tratta di ” A casa tutti bene” di Gabriele Muccino”, l’ultimo lavoro del regista. Campione di incassi, mi ha fatto l’impressione del ” déjà vu”, una ripetizione stanca di una situazione che abbiamo visto in molti film, sia italiani che stranieri. Una famiglia allargata si ritrova in occasione delle nozze d’oro , per festeggiare la coppia che è arrivata a quel traguardo. Il posto è l’isola dove hanno scelto di vivere i due maturi coniugi, ben interpretati da Ivano Marescotti e da Stefania Sandrelli. Forse la cosa più bella del film è la località, un’isola non precisata dell’arcipelago campano, con viste mozzafiato che fanno da sfondo alle vicende degli interpreti: come da copione ormai consolidato, una causa imprevista costringe i vari personaggi ad una convivenza forzata, che farà scoppiare le vecchie rivalità, gli odi covati da sempre, la liberazione infine da una convivenza impossibile, se pure molto breve. I motivi sono quelli che abbiamo già visti, meglio espressi, con più ironia e profondità, in film come ” Ferie d’agosto” e ” Parenti serpenti”. Le liti, i rancori si susseguono, ma non riusciamo a partecipare sinceramente con nessuno: né con le mogli tradite, né con i giovani che devono fare le proprie esperienze, e neppure con il parente povero, che chiede un aiuto che gli viene negato. L’unico personaggio significativo , a mio parere, è il cugino colpito precocemente da Alzhaimer, dolente e consapevole della sua smemoratezza, interpretato da un Massimo Ghini al massimo della sua espressività. A nostro parere si tratta di un film modesto, che ripete situazioni e umori già visti in molti altri film. Sono uscita dal cinema con la sensazione che avrei potuto anche non vederlo, con in testa quella frase che si diceva un tempo a casa mia in dialetto: “Ci saremo divertiti?”. Insomma qualcosa che ci lascia perplessi sulla necessità di certe espressioni filmiche e non solo. Forse non c’era tutta quell’urgenza.

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