trailer italiano, 1 min e 46 s.
Abbiamo visto, per noi e per voi, il film “Charley Thompson”, dell’inglese Andrew Haigh.
Presentato all’ultima Mostra di Venezia, il protagonista Charlie Plummer ha conquistato il Premio Mastroianni come attore rivelazione. La vicenda è tratta dal romanzo “La ballata di Charley Thompson” di Willy Vlautin, edito in italia da Mondadori.
Il film narra le vicende del giovane Charley, abbandonato dalla madre e cresciuto da un padre sempre nei guai. Morto il padre in un pestaggio, il ragazzo si mette in viaggio seguendo i continui spostamenti di uno scommettitore che alleva cavalli da corsa. Quando capisce che il padrone farà abbattere il cavallo a cui lui si è affezionato, perché ormai non può più vincere, scappa sul furgone che serve a trasportare gli animali, insieme al suo Pete, per salvarlo dal macello.
Inizia così una lunga serie di peripezie: fame, sete, incontri con personaggi poco raccomandabili, lotta per la sopravvivenza. La sua speranza è di raggiungere la zia, una sorella del padre che lo aveva allevato da piccolo, ma di cui fatica a recuperare l’indirizzo.
Attraverso il paesaggio desolato di un’America che fa da sfondo alla solitudine del ragazzo, Charley mantiene però alcuni punti fermi: la volontà di non fare del male, la ricerca di una umanità più profonda e solidale con la vita degli altri, animali compresi, la voglia di uscire dall’incubo della solitudine che sta soffrendo e di costruirsi una esistenza su basi sicure. E’ l’animo di un ragazzo puro di cuore, in grado di difendersi da pericoli estremi senza perdere di vista la propria dignità, la capacità di distinguere il bene dal male,l’intelligenza e una profonda sensibilità verso tutti gli esseri viventi. Nella sua via crucis incontra
una realtà cruda, fatta di persone in continuo cammino ma senza una meta: scommettitori, reduci di guerra, vagabondi, cameriere, ragazze sovrappeso, immigrati che lavorano a giornata. A differenza di quelli che incontra, un’umanità spaesata e senza valori, lui crede fortemente in se stesso, forse una fiducia che gli deriva dall’essere stato profondamente amato dal padre. Ci verrebbe da azzardare un parallelo tra questo ragazzo e il paese America, che può essere teatro estremo di violenza e di abbandono ma che riserva dentro di se’ gli anticorpi per fare fronte ai pericoli sempre risorgenti da quell’amalgama di persone e di territori. Il film mi ha ricordato le vicende di David Copperfield, anche lui costretto a frequentare la realtà più dura dell’Inghilterra dell’800, ma che riesce alla fine a trovare un porto sicuro.
L’interprete principale ha il viso dolce e il corpo troppo magro e nervoso di uno straordinario Charlie Plummer. Si esce dalla visione del film con uno struggimento tenero e con il cuore e il cervello aperti fiduciosamente alla realtà.
