Intervista a Eva Illouz, a cura di Martin Legros
[LPLC si prende qualche giorno di vacanza. Per non lasciare soli i nostri lettori ripubblichiamo alcuni pezzi usciti nei mesi scorsi. Questa intervista è stata pubblicata il 18 febbraio 201.
Eva Illouz, sociologa, insegna all’École des Hautes Études en Sciences Sociales di Parigi e all’Università ebraica di Gerusalemme. Da molti anni si interroga sulla fragilità della vita affettiva e sentimentale all’epoca in cui l’amore diventa, allo stesso tempo, una forma del mercato capitalistico e uno spazio fondamentale per la realizzazione di sé. Nel suo libro più famoso, Perché l’amore fa soffrire (Il Mulino, 2013) il potere è considerato come la questione centrale per la ridefinizione dei rapporti tra i sessi. Pubblichiamo la versione completa dell’intervista comparsa in forma ridotta, a cura di Martin Legros, sul numero di febbraio di «Philosophie magazine», che dedica un dossier speciale al tema «Si può desiderare senza dominare?». Ringraziamo la rivista per averci concesso di pubblicarel’articolo. La traduzione dal francese e le note sono di Barbara Carnevali].
Martin Legros: Da quando è scoppiato lo scandalo Weinstein negli Stati Uniti, la parola delle donne si è liberata e ha rivelato le dimensioni delle molestie sessuali. Perché si è dovuto attendere così a lungo per rompere il silenzio?
Eva Illouz: Si tratta di una difficoltà centrale del femminismo. Come il razzismo, il dominio degli uomini sulle donne è una forma di organizzazione che permette a un gruppo – in questo caso gli uomini – di beneficiare dei servizi di un altro gruppo – le donne – che sono state per molto tempo considerate inferiori. La differenza, tuttavia, è che le relazioni tra uomini e donne sono molto più attorcigliate di quelle tra neri e bianchi. La relazione di potere si intreccia con una relazione affettiva e sessuale che fa sì che gli uomini siano dipendenti da quelle che dominano.
Inoltre, tutti gli uomini hanno madri, sorelle, figlie, per le quali è molto difficile considerare i loro figli, fratelli, padri come sfruttatori. Le donne partecipano attivamente al dominio che subiscono. E queste relazioni di dipendenza reciproca rendono la denuncia del potere maschile estremamente complicata. Il fatto che dipendiamo gli uni dalle altre rende più difficile coltivare una coscienza politica femminista, perché il linguaggio politico ci abitua a pensare in termini di conflitti e interessi divergenti. Inoltre, a differenza di tutti gli altri gruppi oppressi, le donne non sono un gruppo separato nella società, ma disperso in seno ai gruppi che le dominano. Questa dispersione le priva di un sistema di visibilità differenziata, diversamente a quanto accade per altri gruppi come immigrati, ebrei, omosessuali. Leggi il resto dell’articolo
grazie Chiara ho letto e condivido diverse cose come per esempio la trasversalità della problematica femminile, il fatto che uomini e donne sono dipendenti dalle reciproche relazioni di potere, il fatto che la donna è più debole e meno protetta dopo la deregulation delle regole che stabilivano il suo comportamento sessuale, il fatto che gli uomini tuttora mantengono la supremazia economico-sociale e quindi il patriarcato. Però si parla sempre di rapporti fra uomo e donna anche se in termini di gruppo. Quello che invece mi pare non venga messo in rilevo (neppure in termini dubitativi), è il fatto che grazie alla liberazione sessuale (ovviamente malintesa) è stata possibile la nascita di una nuovo settore trainante dell’economia fondato sullo sfruttamento sessuale della donna (sessismo, mediatico, pornografia, prostituzione etc.), che le donne stesse accettano, oggi più di ieri, e di cui spesso usufruiscono, anche se è gestito dal potere maschile. Quale è il ruolo di questa nuova forma di sfruttamento nei rapporti di potere fra uomo e donna? Quello che è uscito dalla porta, (servitù sessuale) è rientrato dalla finestra?
Chiara Salvini ti ringrazio a mille di questa approfondita recensione dell’articolo, lo dovrei rileggere varie volte – forse anche di più – per dare una mia opinione; temo di non aver capito quale è questa nuova forma di sfruttamento che rientra dalla finestra…forse dovresti farmi degli esempi per esserne troppo al di fuori, anche se non me ne vanto…Noi siamo a Milano, Valerio, marito di Fra, studia per prendere la maturità di geometra, così Francesca è molto presa dietro a lui e noi stiamo un po’–felici- con il piccolo che va scuola quest’anno, come puoi immaginare, è una vera gioia vederlo acquisire tanti strumenti linguistici e mentali. ciao mia cara, chiara