ANDREJ RUBLEV, STORIA DI UN MONACO E PITTORE RUSSO DEL QUATTROCENTO—FILM DI ANDREJ TARKOSVSKI (1966)—TRAILER E RIASSUNTO (WIKI)++ ALCUNE IMMAGINI

 

TRAILER

 

 

RIASSUNTO

https://it.wikipedia.org/wiki/Andrej_Rubl%C3%ABv_(film)

 

RECENSIONE DI GIANFRANCO MASSETTI

 

Il film di Tarkovskij racconta in alcuni episodi alquanto laconici le tappe della crisi e dell’evoluzione artistica di uno dei maggiori decoratori di icone del quattrocento, alla luce dell’evolversi della situazione storica russa.
Si tratta del notissimo Andrej Rublëv, il cui travaglio artistico-culturale sembra riflettere il percorso di maturazione ideologica di Tarkovskij, un intellettuale che appartiene alla generazione dell’epoca del “disgelo”. Questa è sommariamente la prima impressione che si è avuta all’apparizione del suo film nelle sale cinematografiche occidentali, verso la fine degli anni sessanta.
I due Andrej sarebbero in buona sostanza accomunati dalla medesima aspirazione verso le istanze di un umanesimo in rotta di collisione con il potere costituito. Una lettura in chiave politico-autobiografica del film rappresenta certamente una tentazione, ma a gettare nuova luce su di esso contribuisce oggi l’uscita in Italia del romanzo cinematografico su Rublëv(Garzanti 1992), che aveva a suo tempo preceduto la realizzazione della sceneggiatura scritta dal regista in collaborazione con Koncalovskij. Prima di prendere in considerazione il romanzo, è utile tuttavia confrontarsi con l’opera cinematografica.

Andrej Rublëv, Kirill e Daniil il Nero, tre monaci decoratori di icone, si trovano in viaggio, e a causa di un temporale sono costretti a rifugiarsi in una casa di contadini, dove assistono all’esibizione di un nano che irride il potere del principe. Il nano pagherà cari i suoi sberleffi.
Infatti qualcuno lo denuncerà, provocando il suo arresto da parte delle guardie, mentre i tre pittori riprendono il cammino sotto la pioggia. Dopo qualche anno Kirill incontra Teofane il Greco, il più importante decoratore di icone dell’epoca, e scambia con lui alcune opinioni. Teofane, positivamente impressionato gli propone di recarsi a Mosca per decorare la cattedrale dell’Annunciazione. Kirill accetta, ma vuole essere ufficialmente incaricato davanti a tutti i monaci del proprio convento. Qualche tempo dopo arriva al monastero un araldo del principe moscovita, che però rivolge l’invito ad affrescare la cattedrale non a Kirill ma a Rublëv.
Accecato dall’ira, Kirill abbandona il monastero lanciando contro i suoi fratelli accuse di simonia. In questo episodio, le risoluzioni di condanna del “culto della personalità” da parte del XX Congresso del PCUS non potevano trovare miglior rappresentazione.
Dopo la partenza per Mosca, Rublëv s’incontra con Teofane il Greco. Chiacchierando in un bosco, i due manifestano una concezione del mondo diametralmente agli antipodi: Teofane è votato per intero al servizio di Dio, Rublëv è artefice invece di una filosofia della vita che colloca al proprio centro l’uomo.
Il dialogo tra Teofane e Rublëv è completamente immaginario. Tuttavia, esso riesce a comunicare con esattezza anche la diversità dello stile artistico dei due pittori. E’ noto che se le icone non conoscono alcuna profondità spaziale, ciò non è dovuto al fatto che gli autori ignorassero le nozioni prospettiche della pittura, ma al fatto che queste opere dovevano suggerire una ieratica maestà del divino. Le tecniche della prospettiva, che i decoratori, al contrario, conoscevano molto bene, venivano ribaltate a vantaggio di una rappresentazione dell’immagine sacra, che trapassando lo sguardo dei fedeli doveva trasmettere loro un sentimento di assoluta contrizione. Tutto ciò in sintonia con l’immagine di un potere politico che è quella del Basileus Bizantino. Teofane è un pittore di grande talento che aderisce pedissequamente a questo programma, a differenza di Rublëv che invece conferisce una profondità spaziale ai propri soggetti, invitando i fedeli ad appropriarsi dello spazio del sacro e del divino, come farà più tardi, in modo più radicale e risolutivo, la prospettiva geometrica dei pittori italiani, codificata da Leon Battista Alberti.
Il film di Tarkovskij è interamente girato in bianco e nero, ad eccezione del finale che offre una panoramica a colori delle opere di Rublëv.

CONTINUA QUI:

http://www.activitaly.it/immaginicinema/rublev.html

AndrejRublev-1966.png

Screenshot del film Andrej Rublëv (1966) di Andrej Arsen’evič Tarkovskij.–Gawain78

Il vecchio Teofane il Greco e il giovane Andrej Rublëv in una scena del film

 

La Cattedrale di Demetrio a Vladimir è il luogo dove è stata girata la scorreria dei Tartari

Sergej Michajlovič Prokudin-Gorskij

 

Andrej Tarkovskij, regista di Andrej Rublëv

 

 

IL FILM, CHE SUBI’ MOLTI TAGLI SIA QUANDO USCI’ IN RUSSIA  CHE QUANDO NEGLI STATI UNITI: 

Nella metà degli anni novanta, la Criterion Collection pubblicò la versione originale da 205 minuti di Andrej Rublëv su Laserdisc, e nel 1999 in formato DVD.

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