VIDEO REPUBBLICA 15-02-2018
S T O R I E
Firenze
Budino, il cane che non rinuncia alla pet therapy
MICHELE BOCCI
È come un primario che non accetta l’arrivo della pensione, che non intende lasciare il suo reparto e fa di tutto per strappare una consulenza, un lavoretto in clinica, delle ore di ambulatorio per qualche visita. Del resto Budino con i suoi 12 anni è un vero barone della sua materia, la pet therapy, e ora che gli acciacchi si fanno sentire e i suoi padroni hanno deciso di tagliare il suo orario di lavoro al pediatrico Meyer di Firenze, non ha alcuna intenzione di chiudere la carriera. Quando il furgone che porta i cani dell’associazione Antropozoa all’ospedale parte, lui si affretta per essere il primo a salire, bisogna sollevarlo di peso per tirarlo fuori se quel giorno non è “di turno”. Poi insegue il veicolo, finché non se ne torna un po’ abbacchiato sul divano di casa. Budino vorrebbe ancora andare tutti i giorni al letto dei malati bambini a farsi accarezzare mentre fanno un prelievo, dalle giovani anoressiche che camminano su e giù nel corridoio della neuropsichiatria e si fermano a fargli le coccole. Oppure dai suoi preferiti, i disabili sdraiati sul lettino del dentista pediatrico, terrorizzati dal trapano.
Ma la pensione si avvicina inesorabile e il cane, un meticcio piccoletto, col pelo marroncino, entro fine anno lascerà il lavoro che ha fatto per gran parte della sua vita, cioè per quasi 10 anni. Nessun “collega” in Italia ha la sua esperienza. «Ha iniziato con gli anziani — racconta Francesca Mugnai, direttore scientifico di Antropozoa — Stare accanto a loro è più semplice per il cane. Poi quando è migliorato emotivamente lo abbiamo portato al Meyer». Qui ha fatto tanta neurochirurgia.
Budino è bravo a fare gli esercizi e in più essendo piccolo può salire sul letto dei pazienti. In questo caso si tratta di bambini che dopo le operazioni alla testa devono riprendere alcuni movimenti, come deglutire. Budino, guidato dall’addestratore, si mette davanti a loro. li fissa e ingoia, per fargli vedere come si fa. Piano piano loro lo imitano. «La pet therapy funziona quando i cani provano gioia per quello che fanno — dice Mugnai — Lui è sempre stato molto motivato con i bambini e ora non ha voglia di smettere. Per i cani succede un po’ come per gli uomini, il pensionamento può dare un po’ di depressione e in effetti lo vedo avvilito. Ma merita di chiudere la carriera.
Ha lavorato con rispetto, amore, e senso del dovere e adesso passerà il testimone a un cane più giovane». Anche i grandi primari prima o poi devono appendere il camice al chiodo.
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che bello e dolce Budino
Forse Budino, ormai vecchietto, si stanca troppo, ma penso che sarebbe meglio fargli continuare il suo lavoro: gli si toglie una grossa motivazione per continuare a vivere bene e la depressione è in agguato.