SITO DI MEDICI CON L’AFRICA CUAMM:::
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10 ANNI A YIROL L’IMPEGNO DEL CUAMM
Sono trascorsi già 10 anni dall’inaugurazione dell’ospedale di Yirol, in Sud Sudan. Tante le persone curate, i cooperanti impegnati, i risultati raggiunti.
Intervista
Dante Carraro
“Fatti gravi ma sono assai limitati”
PIETRO DEL RE
DON DANTE CARRARO
Don Dante Carraro, lei dirige “Medici con l’Africa Cuamm”, ong che lavora negli stessi teatri dove operano Oxfam e Msf. Se l’aspettava?
«No, e sono fatti gravissimi perché compiuti da persone la cui missione è aiutare chi è nel bisogno. Sono quindi doppiamente colpevoli, come un poliziotto che ruba, un medico che uccide o un prete che si macchia di violenze sui bambini. Le scelte che facciamo noi umanitari sono all’opposto, perché mettiamo la nostra competenza, la nostra capacità e la nostra esperienza al servizio delle dignità offese. Quegli abusi e festini sessuali sono una vergogna per l’intera categoria».
Sono soltanto poche mele marce?
«Se penso al mondo che conosco bene, ossia a quello della cooperazione italiana, sono certo che questo tipo di atteggiamenti sia estremamente limitato. Conosco meno la realtà internazionale delle grosse organizzazioni umanitarie, quelle che dispongono di ricchissimi budget e il cui raggio d’azione è molto ampio. In quei casi credo che, come capita in qualsiasi azienda o attività umana, quando cresci molto aumenta il rischio di portare all’interno della struttura anche qualche mela marcia».
Casi analoghi sono capitati all’interno della sua ong?
«No, dirigo quest’organizzazione da 10 anni e vi lavoro da 23, ma non è mai accaduto nulla del genere».
Crede che questo scandalo getterà altro fango sull’immagine degli umanitari, com’è già accaduto l’estate scorsa dopo le denunce di connivenza tra trafficanti di uomini e ong?
«Mi lasci dire che quelle furono denunce infondate o comunque molto esagerate. Pur avendo il dovere di denunciare qualsiasi illecito è sempre sbagliato generalizzare e fare di tutt’erba un fascio. Detto ciò, non c’è dubbio che questi ultimi “scandali” non fanno bene alla categoria. Eppure, anche essendo una macchia che porta discredito al mondo delle organizzazioni umanitarie, credo che possano rivelarsi un’opportunità per crescere. È vero per le ong che devono imparare a reclutare con più attenzione i propri operatori e a selezionarli soprattutto in base alle motivazioni che li animano. Infatti, noi umanitari dobbiamo tenere sempre a mente i nostri ideali, altrimenti rischiamo di ridurci a mere organizzazione che prestano servizi. Ma in quanto portatori dei grandi valori dell’umanità quali la giustizia, il coraggio, la dedizione e la gratuità di quello che facciamo, noi siamo molto di più. Quanto è appena accaduto dovrebbe essere motivo di crescita anche per l’opinione pubblica, che deve imparare a ponderare e a conoscere il nostro lavoro».
La vicende di Oxfam e Msf raffredderanno la generosità dei donatori senza la quale la maggior parte delle ong non sopravvive?
«Ovviamente il rischio di un calo delle donazione c’è. Il modo per scongiurarlo dipende dalle ong.
Fermo restando che le donazione devono sempre essere finalizzate ad aspetti concreti, adesso più che mai, le varie organizzazioni hanno il dovere di dare conto di ciò che realizzano con i soldi che ricevono».
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