Rompendo l’atmosfera natalizia, riferisco di un articolo di Vittorio Emiliani su “Il Fatto” del 3 dicembre 2017, intitolato ” Franceschini cede musei e arte di Ravenna senza gara ai privati”, pag.13 :
Ravenna, come tutti sappiamo, contiene un numero strabiliante di tesori d’arte. Qui si formò lo storico dell’arte e archeologo Corrado Ricci, creatore nel 1907 della rete nazionale di Soprintendenze statali, con il compito sacrosanto di difendere l’immenso patrimonio artistico e culturale dell’Italia. A Ravenna lo Stato nel campo della difesa di quel patrimonio eccezionale non c’è più: Al suo posto subentra il Comune, che però lascia subito il posto alla Fondazione privata Ravennantica, fondata dall’attuale assessore comunale alla Cultura, Elsa Signorino, che l’ha presieduta fino a due anni fa. Il parco di monumenti trasferiti è di proporzioni tali da suonare come l’anticipo di una mini-riforma che pasticcia ancor più la caotica riforma generale: cioè la municipalizzazione, a pezzi e bocconi, della valorizzazione, scissa dalla tutela, del patrimonio storico-artistico dello Stato e il suo successivo trasferimento a fondazioni private locali. Un’occasione d’oro di proporzioni gigantesche che rischia di trasformare i siti culturali in altrettante Pro-Loco più moderne e ambiziose, che guarderanno soprattutto alla valorizzazione ( vedi commercializzazione) senza conservazione.
L’elenco dei beni trasferiti è impressionante: Sant’Apollinare in Classe, il museo Tamo sul mosaico, il Mausoleo di Teodorico, il cosiddetto Palazzo di Teodorico, il Museo Nazionale di Ravenna ( con la più bella raccolta italiana di icone bizantine e i magnifici affreschi di Santa Chiara), il Battistero degli Ariani, la Cripta Rasponi, le Domus dei Tappeti di pietra ed altro ancora. Il tutto senza alcuna gara d’appalto per i servizi di caffetteria, libreria, guide,ecc.
E’ Nini il Natale, il sacro Bambinello. La novità nel moderno presepe sono i nonni, entrati di prepotenza (?) nella Sacra Rappresentazione.
Rompendo l’atmosfera natalizia, riferisco di un articolo di Vittorio Emiliani su “Il Fatto” del 3 dicembre 2017, intitolato ” Franceschini cede musei e arte di Ravenna senza gara ai privati”, pag.13 :
Ravenna, come tutti sappiamo, contiene un numero strabiliante di tesori d’arte. Qui si formò lo storico dell’arte e archeologo Corrado Ricci, creatore nel 1907 della rete nazionale di Soprintendenze statali, con il compito sacrosanto di difendere l’immenso patrimonio artistico e culturale dell’Italia. A Ravenna lo Stato nel campo della difesa di quel patrimonio eccezionale non c’è più: Al suo posto subentra il Comune, che però lascia subito il posto alla Fondazione privata Ravennantica, fondata dall’attuale assessore comunale alla Cultura, Elsa Signorino, che l’ha presieduta fino a due anni fa. Il parco di monumenti trasferiti è di proporzioni tali da suonare come l’anticipo di una mini-riforma che pasticcia ancor più la caotica riforma generale: cioè la municipalizzazione, a pezzi e bocconi, della valorizzazione, scissa dalla tutela, del patrimonio storico-artistico dello Stato e il suo successivo trasferimento a fondazioni private locali. Un’occasione d’oro di proporzioni gigantesche che rischia di trasformare i siti culturali in altrettante Pro-Loco più moderne e ambiziose, che guarderanno soprattutto alla valorizzazione ( vedi commercializzazione) senza conservazione.
L’elenco dei beni trasferiti è impressionante: Sant’Apollinare in Classe, il museo Tamo sul mosaico, il Mausoleo di Teodorico, il cosiddetto Palazzo di Teodorico, il Museo Nazionale di Ravenna ( con la più bella raccolta italiana di icone bizantine e i magnifici affreschi di Santa Chiara), il Battistero degli Ariani, la Cripta Rasponi, le Domus dei Tappeti di pietra ed altro ancora. Il tutto senza alcuna gara d’appalto per i servizi di caffetteria, libreria, guide,ecc.