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LA GIOIA DI ARIANRHOD (1)
Una figura nera stilizzata contro lo scuro orizzonte.
Braccia sollevate a salutare il vasto buio cielo.
E nel mezzo di delicati attimi, la signora dei destini attrae in basso la carne del multiverso.
Una ruota di luce nasce al suo comando, facendo piovere le stelle dell’eventualità.
Il calderone del fato, vita e morte, gorgoglia e bolle attorno a lei.
Una rossa, calda pulsar (2) che si manifesta.
La soglia fra terreno ondeggiante, cielo nero e il mare della sorte è illuminata.
E in ritmo vibrante un mondo sorge fra le sue braccia sovrane:
un inizio, una nascita, vita, morte e declino, tutto contemporaneo e incessante.
Uno spirito concreto si spinge in avanti nell’immenso cosmo.
La signora della ruota d’argento guida le mani di coloro che sono, che sono stati e che saranno.
Tessendo sogni e fortuna con il suo fuso scintillante.
Lei è, lei si erge, ricolma e intera in se stessa.
La Regina regnante delle Stelle.
(1) Arianrhod, il cui nome è comunemente tradotto come “ruota d’argento” e collegato alla luna piena, appare nei due testi gallesi più antichi: il Mabinogion e le Triadi – Trioedd Ynys Prydein, con due storie differenti ma con identica “potenza”. In Galles vi è ancora una formazione rocciosa costiera denominata Caer Arianrhod, il Castello di Arianrhod.
(2) termine il cui significato originario è “sorgente radio pulsante”, indica una stella di neutroni. La costellazione della Corona Boreale, che nella mitologia occidentale è il diadema d’oro donato da Dionisio a Arianna, nella mitologia gallese è la regale corona di Arianrhod (le stelle che la compongono sono disposte a semicerchio e suggeriscono l’associazione).
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