Ad una notizia che parla di un atto così atroce e disumano
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contrappongo la notizia di un libro, “Il canto degli animali”, Paolo Isotta ed. Marsilio. In questo libro Paolo Isotta attraversa le pagine di Ovidio, Lucrezio, Wagner, Strauss e molti altri per raccontare questa fratellanza tra animali e uomini. C’è l’Usignolo di Andersen e Stravinskij che, nuovo Orfeo, incanta la morte e negli stessi anni Ravel inventava il perdono degli animali. Un libro da leggere anche solo perché ci fa intravvedere una antichissima armonia tra tutto ciò che vive sulla Terra. Insomma, una specie di armistizio.
Con varie sfumature, a proposito dei migranti, in Italia e non solo, dicono tutti: aiutiamoli a casa loro, che è il modo elegante per disinteressarsene. Si hanno poche notizie sulle sanguinose guerre che continuano in molte parti dell’Africa a fare migliaia di vittime. Una zona caratterizzata tragicamente da guerra e carestia è il Sud Sudan. Il missionario comboniano, padre Daniele Moschetti, (oggi all’ONU) che conosce molto bene quel territorio, ha presentato in Vaticano il 13 ottobre scorso il libro “Sud Sudan. Il lungo e sofferto cammino verso pace, giustizia e dignità”, ( ed.Dissensi con una introduzione di Papa Francesco). Padre Moschetti ha spiegato come il conflitto interetnico faccia comodo agli interessi finanziari esterni (USA, Scandinavia, Arabia Saudita, Cina e Russia) che hanno messo le mani su acqua e petrolio, arricchendo le corrotte élite locali. Notizia presa da “Il Fatto” del 23 ottobre 2017, pag.10da un articolo di Mirko Canevaro su “Il Fatto” del 23 ottobre 2017, pag.15: “I drammi di un Paese senza un capitale adeguato di legittimità” Mentre ci si preoccupa di quale conseguenza avrà sui mercati finanziari una certa legge o una qualche manovra, “nessuno però monitora le conseguenze di questa o quella scelta sul capitale di legittimità dello Stato; la politica pare anzi infischiarsene. In assenza di un capitale di legittimità adeguato, le forme di coercizione statale volte a preservare il bene comune- la lotta all’evasione, alla corruzione e persino alla criminalità- corrono il rischio di essere percepite come abusi, e quindi disattese. E le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti. Ad esempio, qual è stato l’effetto sul capitale di legittimità dello Stato di più di 20 anni di attacchi alla magistratura, prima di Berlusconi e ora di Renzi e co.? Quale l’effetto del famigerato Porcellum, creato nel 2005 per impedire una maggioranza forte di centrsinistra? Con quella legge, giudicata poi anticostituzionale, si sono eletti tre parlamenti (2006,2008 e 2013). Il danno di legittimità è incalcolabile: una percentuale considerevole dell’elettorato è convinta che l’ultimo decennio sia stato politicamente fuorilegge. Poi il governo Renzi pensò bene di sostituire il Porcellum con l’Italicum, anch’esso però risultato incostituzionale. Per non parlare di due riforme costituzionali, nel 2006 e nel 20016, che hanno prodotto feroci campagne referendarie, screditando la Costituzione…Qual è infine il danno di legittimità causato ora dal Rosatellum bis, che si sta approvando a colpi di maggioranza e che, ancora una volta in aria di incostituzionalità, impedisce al popolo di scegliere i suoi rappresentanti, rafforza il controllo dei capipartito e dei capibastone su un Parlamento non tanto di nominati quanto- come ha osservato Gianfranco Pasquino– di predestinati…”. |
Non c’entra proprio niente ma non so dove metterlo. Apprendo dal “Fatto” di giovedì 26 ottobre 2017 che è morta l’antropologa Amalia Signorelli, discepola del grande etnologo Ernesto De Martino. Ordinaria a Napoli,Urbino e Roma, aveva insegnato anche a Parigi e a Città del Messico. Si era impegnata moltissimo durante la campagna referendaria per il no alla riforma costituzionale. In un suo intervento ad una serata a Roma organizzata da “Il Fatto” il 2 dicembre 2016 aveva detto tra l’altro:”…vorrei ricordare a tutti lo stile delle narrazioni che ci sono state fatte. Uno stile che ha incluso l’incoerenza, l’improntitudine, l’assoluta mancanza di onestà mentale,il “qui lo dico e qui lo nego” con una faccia tosta inaudita. Ancora, l’aggressività, l’ignobile accordo di far finta ipocritamente tutti insieme che le lucciole siano lanterne. Infine nel rifiuto del confronto critico, persino l’insulto…”.
da “Il Fatto” del 25 ottobre 2017, pag.23
Uno stralcio dall’ultimo libro di Tomaso Montanari e Vincenzo Trione “Contro le mostre”, ed.Einaudi
” Mario Vargas llosa ha dedicato alcune pagine de “La civiltà dello spettacolo” alla Biennale di Venezia. Per molto tempo, ha ricordato, la Biennale è stata una vetrina di prestigio, di modernità, di sperimentazione. Da qualche anno accoglie “molta più frode e imbroglio che serietà, che profondità”. Ci offre uno spettacolo talvolta noioso, addirittura ” farsesco e desolato”, rivelando, sotto la maschera della ricerca dei nuovi mezzi espressivi, “la terribile orfanità di idee, di cultura, di abilità artigianale, di autenticità e di integrità che caratterizza buona parte dell’attività artistica di oggi”. I gruppi di potere che controllano il mercato dell’arte lavorano insieme con tanti curatori conniventi, per sostenere opportunisti e imbroglioni”. Il libro di Montanari e Trione mi sembra interessante anche per la critica che viene fatta alla ” profonda riscrittura dell’assetto di governo del patrimonio culturale pubblico italiano che ruota intorno alla separazione radicale, e direi violenta, tra tutela e valorizzazione: la prima lasciata a soprintendenze in via di smantellamento, la seconda prospettata come unica mission dei musei. Ciò deriva dalla convinzione che la valorizzazione non sia finalizzata all’aumento della cultura ( come invece vuole-recependo il dettato costituzionale e le sentenze della Corte Costituzionale- il Codice dei Beni culturali) ma invece sia da intendere come messa a reddito del patrimonio”.
Che belle immagini di Mario Bardelli hai messo sui miei commenti. Grazie davvero!