IL MANIFESTO DELL’ 11 NOVEMBRE 2017
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Via il «super ticket» e pezzi di Jobs Act: gli emendamenti Mdp alla manovra
Legge di bilancio. Le richieste della sinistra si coordinano con quelle di Si-Possibile e con la minoranza Pd. E piacciono anche alla Cgil. Oltre 4 mila le proposte di modifica depositate in Senato. Il dem Mucchetti delinea una «web tax» al 6%. Maggiori tasse sulle sigarette per finanziare le cure oncologiche. Un fondo per risarcire i clienti delle banche venete si finanzierebbe con la cessione degli npl, i crediti deteriorati
Valanga di emendamenti alla manovra – circa 4 mila presentati in Commissione Bilancio al Senato – e molto interessanti appaiono i circa 250 proposti da Mdp. Il gruppo degli ex Pd chiede innanzitutto l’abolizione del superticket – idea che è tornata a sostenere proprio ieri la Cgil – e ha elaborato anche un pacchetto lavoro che spazia dalle sanzioni ai part time mascherati alla lotta all’evasione contributiva fino alla reintroduzione della causale per i contratti a tempo determinato. Una serie di correttivi al Jobs Act che si incrociano con la proposta di legge calendarizzata alla Camera sul ritorno all’articolo 18 – opera di Mdp, Sinistra italiana e Possibile – e con un documento presentato dalla minoranza orlandiana del Pd che chiede di ragionare su una modifica alla legge simbolo del renzismo, «riaprendo un confronto sui licenziamenti disciplinari e collettivi», e di modificare la manovra in senso sociale (tra l’altro superando il superticket).
SI STA FORMANDO insomma intorno alla manovra e non solo una sorta di «piattaforma» di sinistra con temi cari anche alla Cgil su lavoro, welfare, sanità. Nel documento dell’area Orlando, sottoscritto pure da Gianni Cuperlo, tra l’altro il riferimento alla proposta di Mdp-Si-Possibile sull’articolo 18 è esplicita e rimanda a possibili future collaborazioni.
«Il superticket limita l’accesso alle prestazioni sanitarie e rende più costoso per molti cittadini rivolgersi alla sanità pubblica piuttosto che al privato», spiega Nerina Dirindin di Mdp illustrando il contenuto dell’emendamento.
Richiesta che viene ripresa dalla Cgil: per la segretaria confederale Rossana Dettori «bisogna eliminare immediatamente i superticket, una tassa ingiusta che limita l’accesso al Servizio sanitario nazionale». «È tempo di passare dalle parole ai fatti, ricordiamo l’impegno preso dal ministro Lorenzin per rivedere il sistema – prosegue la sindacalista – e le parole del viceministro Morando in merito all’opportunità di intervenire in questa direzione».
ENTRANDO PIÙ NEL dettaglio degli emendamenti Mdp sul lavoro, si chiedono sanzioni più severe per chi ricorre in modo fittizio a rapporti di lavoro part time che occultano in realtà lavoratori e tempo pieno. Ancora, Mdp propone una penalizzazione per chi licenzia il giovane assunto con la decontribuzione subito dopo il periodo di fruizione dello sconto, la reintroduzione della causale per il lavoro a tempo determinato, sanzioni per l’uso improprio dei tirocini e la limitazione della decontribuzione solo per assunzioni a tempo pieno.
Quanto alle pensioni, Mdp propone di estendere l’opzione donna a tutti, anche agli uomini, per consentire un’uscita flessibile, il pensionamento anticipato, seppur con una decurtazione dell’assegno.
NODO PENSIONI CHE viene affrontato anche dal Pd, con un emendamento che punta a prorogare l’Ape social al 2019 e interviene per superare i vincoli che hanno portato a una bocciatura della gran parte delle domande già arrivate.
Tra gli emendamenti, anche uno di Massimo Mucchetti – senatore Pd – che punta a introdurre la web tax, tassando i colossi del web in base al principio della «stabile organizzazione» nel nostro Paese. «L’imposta sulle attività digitali pienamente dematerializzate» sarà pari al 6% dei ricavi «per la cessione di servizi pienamente dematerializzati da parte di soggetti non residenti a soggetti residenti in Italia», recita la proposta. «I soggetti oggi non residenti, che scegliessero a questo punto di realizzare una stabile organizzazione in Italia, vedrebbero tassata, come avviene per tutte le società, la base imponibile dichiarata e verificata dalle Entrate».
Brutte notizie invece dal fronte del sostegno alle disabilità, come denuncia Maria Cecilia Guerra, capogruppo di Articolo 1 – Mdp al Senato: «Il Fondo per il “Dopo di noi”, sui cui tanto ci si era spesi in questa legislatura, ha già subito un taglio di 5 milioni di euro – spiega la senatrice – Allo stesso tempo non è stato confermato l’aumento di 50 milioni del fondo per la non autosufficienza che era stato ottenuto per il 2017 nella cosiddetta manovrina».
RECLAMANO PIÙ attenzione alla famiglia, prevedibilmente, i senatori di Ap: 550 emendamenti per il ritorno del bonus bebè e bonus baby sitter, una card per le famiglie numerose, bonus mobili per le giovani coppie e fondi per i caregivers.
C’è poi un emendamento proposto da tutta la commissione Bilancio del Senato, e a prima firma Pd, per l’introduzione di una maggiore tassazione sulla vendita di sigarette: si punta a nuove entrate pari a 600 milioni di euro, da destinare all’acquisto dei farmaci oncologici innovativi e per potenziare le reti delle cure palliative, in particolare pediatriche.
Avanzata dal Pd, ma annunciata come «bipartisan», anche la proposta di istituire un fondo ad hoc per i risarcimenti degli azionisti delle banche Venete. Il fondo verrebbe alimentato anche dalle risorse ottenute con la cessione degli Npl, i non performing loans – crediti di difficile solvibilità – oggi nella pancia di tanti istituti di credito.
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