Grecia, l’Fmi apre sugli aiuti ma il debito va alleggerito
Il «via libera» condizionato a una ristrutturazione con i creditori Ue
BRUXELLES
In un momento in cui la Grecia sta cercando di ritornare sui mercati dopo tre anni di assenza per via della sua lunga crisi debitoria, il Fondo monetario internazionale ha confermato il suo accordo “di principio” all’esborso di nuovi prestiti al Paese mediterraneo per 1,8 miliardi di dollari. L’atteso benestare del consiglio esecutivo del Fondo è condizionato a un alleggerimento del debito greco da parte dei suoi creditori europei. Quanto velocemente questo potrà giungere è ancora difficile da capire.
La decisione dell’organizzazione internazionale giunge dopo che per due anni il Fondo ha sospeso la sua partecipazione al programma di aiuti alla Grecia. «Come abbiamo detto più volte – ha spiegato da Washington la direttrice dell’Fmi Christine Lagarde – anche se il programma di aggiustamento dovesse essere adottato pienamente, la Grecia non sarà capace di assicurare la sostenibilità del debito da sola. Il Paese ha bisogno di nuove misure di alleggerimento da parte dei suoi partner europei».
Nel 2015, il Fondo si rifiutò di partecipare al terzo programma a favore della Grecia, per via di un debito pubblico che considera insostenibile. Il passivo ammontava a fine 2016 al 179% del Pil. Finalmente, dopo molti tira-e-molla, nel giugno scorso, durante una riunione dei ministri delle Finanze della zona euro, la signora Lagarde aveva preannunciato un benestare di principio, confermato ora dal consiglio esecutivo dell’Fmi.
In quella occasione, i creditori avevano ribadito uno scadenzario deciso nel 2016. Questo prevede che nel breve termine i partner addolciscano il cammino dei rimborsi greci. Nel medio termine, una volta terminato il programma di auti nel 2018, i creditori si sono impegnati «se necessario» a un secondo pacchetto di misure. Nel lungo termine, infine, i creditori si sono detti pronti a considerare nuove scadenze dei prestiti, tetti ai tassi d’interesse, nuova tempistica nel pagamento delle cedole.
La partita è complicata dalla posizione della Germania. Berlino ha insistito in questi anni perché l’Fmi torni a partecipare al piano di aiuti, ma è contraria a riduzioni radicali del debito greco. In questo senso, gli interessi tedeschi non coincidono con le condizioni del Fondo. Secondo l’Fmi, il debito greco rischia di diventare «esplosivo» dopo il 2030. Peraltro, la signora Lagarde ha chiesto al Paese nuove verifiche sullo stato di salute delle sue banche da qui alla fine del programma di aiuti.
Nei fatti, il benestare di principio confermato nella notte tra giovedì e venerdì ricorda ai creditori che se questi vogliono godere del contributo dell’Fmi devono accordarsi su nuove misure di alleggerimento del debito greco. Nel contempo, l’annuncio del Fondo sarà usato dalla stessa Grecia per ottenere dai partner una riduzione più veloce del previsto del proprio passivo. Proprio in questi giorni, il Governo Tsipras sta valutando un ritorno del Paese sui mercati.
Positivi ieri i commenti a Bruxelles. «È una buona notizia, un nuovo segnale positivo della fiducia dei partner internazionali nella Grecia – ha detto il commissario agli affari monetari Pierre Moscovici – la partecipazione del Fondo monetario apre la strada a un futuro esborso, certo meno importante di quello degli europei, benvenuto e utile per l’economia greca». Intanto, si può presumere che di debito si tornerà a parlare già in autunno, dopo le prossime elezioni tedesche.
Beda Romano
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Mi pare di ricordare che l’alleggerimento del debito fosse una delle misure chieste a suo tempo dalla Grecia per potersi risollevare. Ora, a delitto compiuto, viene suggerita dal FMI.