A proposito di attori e di cinema, segnalo un film un po’ bizzarro, un po’ poetico, un po’ allegro. Si tratta di ” Un appuntamento per la sposa” ( titolo originale “Trough the wall”, ovvero “Attraverso il muro”, di Rama Burshtein, una regista nata a New York nel 1967 e stabilitasi a Gerusalemme. La trama è ambientata tra gli ebrei ortodossi . Michal è una donna sulla trentina che alla vigilia del matrimonio apprende dal fidanzato che lui non la ama. Si mette alla ricerca, oltre ogni probabilità di tempo e di occasione, di un futuro marito, perché ha bisogno, come lei dice, di qualcuno che la ami e che sia da lei amato, di avere dei figli e di avere un posto nella società in cui vive. Il personaggio dice le cose, anche le meno conformiste, con estrema libertà e sincerità, sincerità che pretende anche dagli altri. Vuole conoscere davvero le persone che incontra e non accetta mezze misure. Ciò che potrebbe preludere ad una tragedia viene narrato luminosamente con un ritmo da commedia, pur rimanendo la donna una persona e non una maschera. Michal è profondamente religiosa e si affida, per disperazione e con sincera fiducia che rasenta l’assurdo, essendo lei così razionale, alla volontà benevola di Dio. Il suo è un Dio che può essere sottilmente ricattato, come si fa in momenti di disperazione anche da parte di chi non crede: tu che puoi tutto e se sei davvero come si dice, fa’ che il mio desiderio disperato si avveri. Tutto ciò è giocato su un filo sottilissimo, anche perché la ragazza ha già prenotato la sala per il matrimonio, data la caparra, fatto confezionare il vestito da sposa, preparata la casa in cui andrà ad abitare con l’ancora sconosciuto marito. La scena finale ci fa ammirare il coraggio della sposa senza sposo e ci tiene col fiato sospeso, provando vera angoscia per la sua sorte: Michal si presenta il giorno stabilito, con un vaporoso e candido vestito, con le testimoni, alla presenza dei parenti e dei circa duecento invitati. Mentre siamo col cuore in gola, vedendo, oltre al suo coraggio, la disperazione e la paura che trapela dal suo viso, in qualche modo siamo anche noi costretti a pregare per la sua sorte. Abbiamo detto però che di commedia si tratta e l’angoscia, nostra e sua, è destinata a sciogliersi. Forse Dio c’è per chi crede in modo sovrumano o dissennato, a seconda dei punti di vista.
Nelle note al film ho letto che la regista, laureata nel 1994 presso il Sam Spiegel Film School in Gerusalemme, in quegli anni ha scoperto la fede e ha deciso di usare il film come mezzo per esprimersi nella comunità ortodossa ebraica di cui fa parte. Ha scrittto, prodotto e diretto film per questa comunità, alcuni solo per le donne e ha insegnato sceneggiatura e regia per film e TV nella sua città e all’estero. Il film che l’ha resa famosa è stato ” La sposa promessa”, che nel 2012 è stato una sorpresa alla Mostra di Venezia. Da vedere per divertirsi con leggerezza e allegria ( e con un po’ di angoscia e batticuore).
TRAILER DE ” LA SPOSA PROMESSA ” (2012)