IL SOLE 24 ORE DEL 9 LUGLIO 2017
DEFICIT AL 2,9% PER 5 ANNI
Fisco, Bersani: da Renzi ricetta fallimentare. Fassina: ok ma più investimenti
La sfida all’Europa sul deficit, il veto all’introduzione del Fiscal compact nei trattati e il patto di legislatura sul deficit. Questi i temi al centro della proposta del segretario del Pd Matteo Renzi, nell’anticipazione affidata al Sole 24 Ore. Renzi chiede il ritorno per 5 anni ai parametri di Maastricht con un deficit al 2,9%: ciò metterà a disposizione «una cifra di almeno 30 miliardi di euro» per la crescita e per ridurre la pressione fiscale; in cambio l’impegno a ridurre «il
rapporto debito/Pil tramite sia una crescita più forte» e «un’operazione sul patrimonio». Una ricetta replicata oggi in un’intervista al Tg2: buttiamo giù il debito ma torniamo a Maastricht e a un deficit del 3%, per dare ossigeno all’economia. Rottamiamo il Fiscal Compact e tiriamo giù le tasse a famiglie con figli, ad artigiani e piccoli imprenditori, e a chi non ce la fa. Non sia solo l’idea
del Pd ma di tutti i partiti da portare in Europa. Gli altri partiti – rilancia il segretario del Pd- accettino questa proposta, perché abbassare le tasse non serve al Pd ma al Paese» ha concluso Renzi.
Un piano che è «la prima proposta seria, realistica e compatibile con la nostra appartenenza all’Unione europea. Una riduzione di questa misura delle tasse è la via concreta per ridare fiato alla nostra economia e allinearci finalmente ai ritmi di sviluppo degli altri Paesi europei» ha commentato la senatrice Manuela
Repetti (gruppo Misto).
«Renzi propone lo sforamento del deficit al 2,9% come sfida all’Europa. Perché, invece di limitarsi a proposte da ‘libro’, non lo fa fare immediatamente
a Gentiloni – premier espresso dal suo partito – nella prossima legge di bilancio?» commenta Laura Ravetto, deputata di Forza Italia.
No di Bersani, ricetta di tutte le destre del mondo
Una bocciatura alla proposta di Renzi arriva da Pier luigi Bersani. «Vedo sul Sole 24 Ore la proposta economica di Renzi. Cinque anni di riduzione delle tasse in deficit. Se è così, si tratta dell’eterna e fallimentare ricetta di tutte le destre del mondo. Aggiungo che i partner europei si possono contestare e contrastare, ma è pericoloso pensare di poterli prendere in giro» conclude Bersani.
Fassina, ok rivedere fiscal compact ma investimenti
«Tra l’alluvione di lunghe anticipazioni dell’ultima fatica letteraria di Matteo Renzi prendiamo la parte potenzialmente più interessante: l’obiettivo
di deficit programmatico al 2,9% per 5 anni. È la proposta macro che abbiamo presentato ogni settembre degli ultimi 3 anni. Sempre bocciata. Tuttavia, nel testo dell’ex Presidente del Consiglio, le risorse liberate dalla morsa dell’austerità autodistruttiva, circa 30 miliardi all’anno, vengono interamente
impegnate a ridurre le tasse. Ai fini della ripresa strutturale della nostra economia è la via meno efficace» spiega Stefano Fassina . «Le risorse – aggiunge – vanno invece concentrate per un piano di investimenti in piccoli cantieri individuati da Comuni e Regioni, sulle infrastrutture per la Sanità pubblica al
collasso, per l’integrazione consistente del reddito di inclusione. La riduzione delle tasse va limitata ai redditi medi e bassi da lavoro dipendente, autonomo e professionale, e finanziata dal recupero di risorse dai grandi patrimoni e
soprattutto dalla grande evasione. Infine – sostiene Fassina – la dinamica del
debito va affidata alla crescita nominale. Gli asset di Cdp sono fondamentali per la politica industriale e redditizi sul piano degli utili trasferiti al bilancio pubblico non devono essere privatizzati. Ma questa è una strategia keynesiana,
impraticabile per Renzi, blairiano fuori tempo massimo e mercantilista a oltranza».