Secondo alcuni storici la nascita del santuario potrebbe essere databile al 1361 quando il castello, di proprietà della famiglia Doria, fu ceduto alla Repubblica di Genova. Fu in quella occasione che nacque la celebre “festività delle catene” dove i sanremesi si recano al santuario trascinando catene per festeggiare la liberazione dai Doria.
ieri il concerto del ” Coro Musica Nova “, nella serie ” Locus iste ”
un cronista del Seicento ha scritto…
https://www.info-sanremo.com/madonna-della-costa.html
Da noi a Sanremo la festa dell’ Assunta è la Festa della Madonna della Costa. Il santuario si trova su una collina alle spalle della città. Venne costruito nel ‘600 dopo una terribile epidemia, come ringraziamento perché finalmente terminata. Doveva essere anche un punto di riferimento per chi arrivava dal mare. Il suo legame col mondo del mare è dimostrato dalla presenza sul porto vecchio di una bella immagine della Madonna. Quando eravamo piccoli, io e mio fratello, mia mamma faceva la ” novena” della Madonna della Costa. Si alzava molto presto, faceva la salita per il Santuario e ascoltava la prima Messa delle sei. Questo per nove giorni. Credo che fosse devota di questa Madonna perché in quella chiesa si era finalmente sposata. Ai cinquant’anni di matrimonio i miei celebrarono lì le loro nozze d’oro, con i figli e i nipoti. Una mattina molto presto, c’era ancora buio, mia mamma portò anche noi figli alla Madonna della Costa. Io rimasi molto impaurita dalle ombre e dall’oscurità delle case di Sanremo Vecchia: mi parevano dei fantasmi e dei mostri che ci minacciavano.
Bellissima la madonna della Costa.
Ho pensato quindi di inviarti questa vecchia poesia:
il ritorno dalla pesca
Anche questa sera tornano le barche
Si profilano gli alberi scorticati
le vele rattoppate
al lavoro il giorno coi pescatori
Al porto vecchio si ripete
il rito vecchio di secoli
dormono ora i pescherecci
all’ombra di panfili arroganti
Nei carrugi della città alta
tra case fuligginose
e panni stesi al sole
non si vede pescatore intorno
Pendono l’edere dalle arcate
come ricami a processione
e le processioni cantano
nei vicoli fin su al Santuario
Tra casa e casa fanno ponte i richiami
s’intrecciano le grida sulle teste
ma il pescatore non le sente più
è caduto a sognare la sua barca d’oro.
r.r. 1962
sei proprio ” caro”, mio caro Roberto! vado a fare una pennichella sveglia, oggi niente giornali, leggerò uno vecchio o altro. Vado subito perché, nel letto che vede i cartoni, c’è Nicolo’ e, come sempre anche Didi’. Sono più attraenti di ogni qualunque poesia anche di altissimi! ciao chiara
chiara, da bambina, si ricorda, meno poeticamente, ma più grassamente delle collane di nocciole e dello zucchero filato. In casa sua non aleggiava nessun spirito religioso, mia nonna Chiara era devota di un santuario in Francia; mio nonno ateo e mangiapreti; della famiglia di mia papà, direi cattolica, era rimasta una sorella che non vedevamo mai, mio padre era una persona che purtroppo non parlava: per parlare bisogna avere un piccolo spazio, al meno un buchetto dove passare con la voce, oppure se parli, senza gridare, vedere che qualcuno si gira dalla tua parte. Mia madre e mia sorella, insieme, anche da piccola, non hanno lasciato nessuno spazio; così eravamo noi, seduti uno di fronte all’altro, sempre muti, oppure : lo vedevo fissarsi in punto, e io gli vedevo negli occhi passare immagini dolorosissime; gli chiedevo sempre : ” A cosa pensi? ” E lui: ” Niente !”. Oppure era lui che mi vedeva concentrata e mi diceva ogni volta: ” una monetina per i tuoi pensieri. ” Io rimanevo sempre zitta.
Belli e ‘commoventi’ i ricordi di Chiara. Rivelano la sua permanente, acuta sensibilità.
Un apprezzamento per la poesia di Roberto. E per il racconto ‘di famiglia’ della Donatella. In tutti vi è la conferma dell’ importanza della fanciullezza che è alla base della formazione sentimentale e poi ‘costantemente presente’.
anch’io ho sempre avuto l’impressione da piccolo di essere lasciato nell’angolo, ma non era vero.
Deanna pensava che tutte le coccole erano per me e ci aggiungeva le sue.
Eppure l’idea m’è rimasta a lungo.
Ricordi qei versi?
Necqu iil 22 giugno del ’43
c’era la guerra
e non fu un momento buono per nascere
tre mesi dopo
in un giorno di bombe
mia madre scappando al rifugio
mi dimenticò nella culla
poi corse indietro
ricordandosi che ormai c’ero anch’io
Così sono vissuto:
come uno che c’era
ecc.ecc.
ecco, questo me lo son portato dietro e, per inciso, non è vero che mia madre mi dimenticò nella culla ma a me piace pensarla così…
no, non me la ricordo, di chi è?
Sicuramente, i versi sono di Roberto.