STATI UNITI / ARGENTINA —CARTER E VIDELA —ALCUNI DOCUMENTI DE-SEGRETATI ::: «Abbiamo avuto punti di vista diversi, ma siamo uniti da una cosa che supera le frontiere: il principio d’Occidente, che è l’amore, la speranza e la misericordia», ANCHE SE CHI SCRIVE E’ IL GEN. VIOLA, SUCCESSORE DI VIDELA

 

LA STAMPA DELL’11 AGOSTO 2016

Argentina, desegretato il carteggio tra il presidente Carter e Videla

“Le nostre priorità sono le stesse ma attenti ai diritti”

Jimmy Carter con il presidente argentino Jorge R. Videla durante un incontro alla Casa Bianca nel 1977

 
 

11/08/2016

FILIPPO FIORINI

BUENOS AIRES

La cortesia e la fermezza. Sono questi gli strumenti che l’ex presidente americano Jimmy Carter utilizzò tra il 1977 e il 1981, per trattare con la dittatura militare argentina. I generali a Buenos Aires stavano massacrando gli oppositori politici, in un’offensiva interna che era iniziata l’anno prima e che sarebbe durata fino a quello successivo. Tuttavia, continuavano a essere un partner indispensabile nella Guerra Fredda e, in certi casi, addirittura degli amici.

Lo si sapeva da tempo, ma la conferma e i dettagli della vicenda sono arrivati solo ieri, insieme ad alcune lettere che il presidente democratico scambiò coi suoi omologhi golpisti a sud del Rio de la Plata: i generali Jorge Videla e Roberto Viola, nonché l’ammiraglio Emilio Massera. Gli scritti si trovavano sparsi nelle 1080 pagine di documenti segreti, che il governo americano ha appena declassificato su richiesta di Buenos Aires, con la promessa di diffondere presto altro materiale.

Il primo a prendere carta e penna fu proprio Jimmy Carter, che scrisse a Videla. È l’11 ottobre del ’77, lui è al governo da 10 mesi, mentre la dittatura argentina ha già un anno e mezzo di vita. La Junta Militar sente che l’aria in arrivo da Nord sta cambiando, mentre finora ha avuto sempre carta bianca dal repubblicano Gerald Ford e dal suo segretario di Stato, Henry Kissinger.

«Mi permetta di ricordarle il piacere che mi ha fatto incontrarla a Washington – scrive Carter – mi sono rimaste impresse le sue parole per cui entrambi abbiamo le stesse priorità in agenda». Si tratta dell’appoggio argentino agli accordi sul canale di Panama e per la non proliferazione nucleare in America Latina. Fin qui, tutto bene. Poi, però, Carter arriva al punto: «Bisogna ammettere che l’Argentina viene spesso accusata di violazione dei diritti umani. Lei ha ragione nel dire che i terroristi cercano di isolare il Paese con la propaganda, ma sono sicuro che la loro voce perderà forza, se permettesse l’indagine di una commissione internazionale».

Le violazioni di cui parla Carter sarebbero state quantificate due anni dopo «nell’ordine di migliaia di sequestri, tra tremila e ventimila», in un memorandum del Dipartimento di Stato compreso nello stesso pacchetto di documenti appena desegretato.

La propaganda a cui fa riferimento era stata montata in Usa ed Europa da associazioni per il ritrovamento dei prigionieri politici e dagli stessi gruppi della sinistra armata. La commissione proposta, invece, sarebbe arrivata per conto degli Stati Americani (Osa) nel settembre ’79, e avrebbe chiesto di «porre in libertà i detenuti senza giusta causa» e «sanzionare chi applica la tortura».

Nella lettera, Carter si scusa «anche con la signora Videla» per non aver potuto partecipare al matrimonio del loro figlio. Il dittatore risponde a distanza di pochi giorni. Glissa sui reclami di cambiar registro in politica interna e si concentra su un fatto personale: Carter ha chiesto notizie dei Deutsch, una famiglia di ebrei comunisti finita in mano al regime. Il lessico è marziale: «Sono membri attivi del “Partido Comunista Revolucionario” fuggiti all’estero. I loro figli sono in prigione in attesa di essere sottoposti ai tribunali militari».

Il dettaglio suona come una campana da morto. Anche i genitori, infatti, sono detenuti in celle da cui difficilmente si esce vivi. Invece, poi, la buona parola fa effetto e si salveranno tutti. L’unica cosa che portò l’Argentina a moderare la repressione, invece, fu l’efficacia dei propri metodi. Henry Kissinger lo disse chiaramente quando scese da privato cittadino nel Paese, per vedere i Mondiali del ’78.

«Ha suonato la musica che volevano sentire i militari», dicono i diplomatici di Carter imbestialiti, nelle lettere che mandano a Washington. Per non raffreddare le relazioni, si fa vivo prima l’ammiraglio Massera, poi il successore di Videla, il generale Viola. Il loro tono rasenta la cessione di sovranità: «Abbiamo avuto punti di vista diversi, ma siamo uniti da una cosa che supera le frontiere: il principio d’Occidente, che è l’amore, la speranza e la misericordia», scrive l’ammiraglio. Il Dipartimento di Stato raccomanderà di non credergli, perché è solo «un opportunista di talento».

http://www.lastampa.it/2016/08/11/cultura/argentina-desegretato-il-carteggio-tra-il-presidente-carter-e-videla-MAWFg7htpakYt0NEtJKTjK/pagina.html

 

NOTICINA:

Gerald Ford, repubblicano, fu presidente degli Stati Uniti dal 1974 ( agosto ) al 1977 (gennaio). Succede a Nixon, obbligato a dimettersi per lo scandalo Watergate, e gli succede Jimmy Carter.

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2 risposte a STATI UNITI / ARGENTINA —CARTER E VIDELA —ALCUNI DOCUMENTI DE-SEGRETATI ::: «Abbiamo avuto punti di vista diversi, ma siamo uniti da una cosa che supera le frontiere: il principio d’Occidente, che è l’amore, la speranza e la misericordia», ANCHE SE CHI SCRIVE E’ IL GEN. VIOLA, SUCCESSORE DI VIDELA

  1. Donatella scrive:

    Tutta la storia andrebbe riscritta alla luce dei documenti secretati: chissà quante cose scopriremmo. La Germania, per quanto si sa, ha pubblicato gli archivi della polizia segreta della DDR, atto sicuramente positivo ma anche sicuramente influenzato dalla convenienza politica del momento .

  2. nemo scrive:

    Forse si concluderebbe col famoso detto: ” Più conosco gli uomini più amo gli animali “

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